sabato 30 dicembre 2006

A Civitanova tra bambole e cavalli a dondolo

Oggi pomeriggio sono stata a Civitanova Alta a vedere la mostra. Antichi balocchi – Giocattoli d'epoca dal 1700 al 1950 nella chiesa di Sant'Agostino. La mostra è una ricca raccolta di giocattoli che hanno usato le generazioni precedenti di bambini vissuti tra il 1700 e il 1950. Tra i balocchi, ci sono tantissime bambole, cavalli a dondolo, ambienti in miniatura e macchine a pedali, tutti provengono dalla collezione della signora Lucia Castiglia Leone.

Racconta Alessandro Manzoni ne I Promessi Sposi che alla piccola virginia Leyva predestinata dalla famiglia a passare la sua vita nel convento di Monza, i genitori regalassero soltanto bambole vestite da suora per sviluppare nella giovane una solida vocazione religiosa. Infatti spesso i giocattoli erano usati dai genitori per indirizzare l'indole dei figli alla consapevolezza del ruolo futuro nella società. Alle bambine si regalavano solo bambole, utensili da cucina e ce ne sono molti in mostra. Si riconoscono tra i pezzi quelli invece destinati ai maschietti come le spade, eserciti, fucili, automobili in latta. Mi sono presa il catalogo e ho fatto delle foto, eccone alcune. Il resto scopritelo voi, fateci un giro prima del 21 gennaio, ultimo giorno della mostra.

Fonte: ByMarche.it

by giovi

giovedì 28 dicembre 2006

Luciano Latini e l'oncologia a misura d'uomo

Ecco l'intervista a Luciano Latini, per ora primo in classifica nell'iniziativa il "Maceratese dell'anno"
del Carlino.
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Da cinque anni Luciano Latini è il direttore dell’unità operativa di oncologia, ora considerata il fiore all’occhiello della sanità maceratese. .
Luciano Latini, cosa è cambiato in questi cinque anni?
«Siamo passati da poco meno di 3.000 prestazioni in un anno alle attuali 16.400, tra day-hospital e prestazioni ambulatoriali».
Insomma, parlano i numeri...
«Prima molti pazienti maceratesi cercavano altre oncologie, ora restano qui. Inoltre il 52% degli accessi proviene da altre aziende sanitarie, anche da fuori regione».
L’oncologia maceratese ha raggiunto grandi risultati dal punto di vista scientifico entrando a far parte di quindici studi nazionali e internazionali. E’ questo il risultato più importante?
«E’ una grande soddisfazione, ma il traguardo più importante è un altro».
Ossia?
«E’ cambiato il nostro modo di essere oncologi. Prima ci si occupava solo della malattia, ora abbiamo scoperto che dietro al cancro c’è un uomo che vuole comunicare, che vuole informazioni. Un uomo che sogna e vuole vivere. Intorno a quest’uomo c’è una famiglia che avevamo trascurato. Per quest’uomo abbiamo rivoluzionato il reparto»
Ora è un reparto fatto di colori, piante, fotografie. Insomma, non è solo un reparto d’ospedale...
«Esattamente. Ora il reparto viene vissuto anche al di fuori della terapia: in tutte le camere ci sono televisioni con videoregistratori; una collezione con oltre 350 videocassette; lungo il corridoio c’è un angolo bar alimentato dalle offerte dei pazienti; festeggiamo tutte le feste e i compleanni; alcuni venerdì, dalle 13 all’13.30 organizziamo il pizza-party, il più delle volte offerto dai pazienti; abbiamo abbonamenti a diverse riviste e quotidiani. Poi c’è il progetto “ritorno alla bellezza”: ogni martedì un parrucchiere, un truccatore e un esperto di moda sono a disposizione dei pazienti. E da due anni, d’estate, organizziamo una settimana di vacanza».
Quest’anno non sono poi mancate le iniziative benefiche, a partire dalla partita organizzata all’Helvia Recina tra i medici maceratesi le vecchie glorie dell’Inter...
«Ahimé in quell’occasione mi sono anche rotto il legamento d’achille. Ma è stata una bellissima esperienza: abbiamo raccolto 7.000 euro per l’ambulatorio di oncologia geriatrica. Abbiamo organizzato per beneficienza anche incontri con artisti e un torneo di burraco a cui hanno partecipato 250 persone».
E ora sta per realizzarsi il progetto di assistenza domiciliare...
«Partirà ad inizio 2007 con la sponsorizzazione della Provincia: il presidente Silenzi ha subito accettato la proposta. Collaboreranno anche la medicina del territorio e la medicina di base. Aspettiamo di partire per vedere se anche questo sogno si realizzerà».
Quali sono state le soddisfazioni più grandi in questo 2006?
«Rispondo con un po’ di commozione: il giorno più bello è stato quello in cui è nata la figlia di una nostra paziente a cui tutti avevano detto che non sarebbe potuta diventare mamma. Indimenticabili anche i giorni in cui ho fatto da testimone di nozze ad alcuni pazienti».
Quali sono, invece, i problemi con cui dovete convivere?
«Vorremmo avere più spazi, abbiamo tantissima gente e quando vedo pazienti costretti a fare chemioterapie seduti sulle sedie mi vengono i brividi. Mi piacerebbe poi avere un reparto di oncologia: non ritengo giusto dover seguire per 3 o 4 anni pazienti che poi vengono trasferiti in altri reparti. Sono fiducioso: quest’azienda ha sempre detto di esserci vicina».
Come giudica la sanità maceratese?
«E’ una buona sanità. Ma dal punto di vista umano bisognerebbe essere un po’ meno provinciali. Io questo ospedale lo trasformerei: realizzerei una scuola materna e un doposcuola per i figli dei dipendenti; un cinema; un parrucchiere. Con tanti colori e fiori, come nel nostro reparto».

by Matteo Zallocco

domenica 24 dicembre 2006

Auguri da Cronache Maceratesi!


Un augurio speciale da Giovi e Matteo dalla redazione di Cronache Maceratesi.

A presto!

by giovi

giovedì 21 dicembre 2006

A Treia:from farm to fork

Sono tornata da Treia e dalla manifestazione "I tesori del bosco" con il portabagagli pieno di pacchi e pacchetti, pronti a finire sotto l'albero di Natale di amici e conoscenti. Ho speso davvero una cifra, ma come non approfittare delle tante prelibatezze esposte sulle bancarelle per fare qualche compera un pò diversa dal solito? e soprattutto questi mercatini sono l'occasione per conoscere di persona i produttori, si possono quindi chiedere informazioni e soddisfare le nostre curiosità. Tra i personaggi piu' folckloristici che ho incontrato c'è il sign Kackele. L'imprenditore è di origini tedesche, ha una azienda agricola in località Sellano vicino Camerino e non si trovavano solo mele sulla sua bancarella, ma anche confetture e una cosa un pò insolita alle nostre latitudini, il succo di mele, una usanza questa tipicamente nordica.Da provare! Ho voluto anche prendere due marmellate prodotte dall'agriturismo Fontechiara che si trova in c.da Paterno, vicino Treia. Non capita spesso di trovare le dolcissime marmellate all'uva fragola o alle mele che hanno i petali di rose tra gli ingredienti. E così non avete scuse, se avete in giardino delle piante, il prossimo anno, oltre al rosolio, potreste cimentarvi nella preparazione di una marmellata aromatizzata ai petali di rosa.

Potevano mancare il ciauscolo e i formaggi al tartufo? se poi è un personaggio generoso come Angelo che ti fa assaggiare tutto quello che c'è, non puoi non fermarti ad ammirare anche il suo abbigliamento osè. Uno sguardo alla bancarelle degli infusi non poteva mancare vista la passione che abbiamo in casa di cimentarci nela preprazione di grappe aromatizzate.Un digestivo ci vuole da tenere e nella sporta è finito il mistrà alla liquirizia.Il produttore di cui purtroppo non ricordo il nome, mi ha spiegato che la liquirizia era calabrese, infatti sui Sibillini la piantina cresce ma la radice che si ricava non è abbastanza dolce per essere usata. E poi cos'altro? tanti dolci artigianali, caffè tostato a San Elpidio a Mare (AP) e il vino cotto con le sue proprietà salutari. Era possibile acquistarne invecchiati per periodi diversi, ho trovato perfino uno stravecchio invecchiato ben 10 anni. E il tartufo? troppo costoso per le mie tasche, ma annusare e guardare, non costa niente.

Impossibile resistere davanti alle cioccolate Marangoni e alle cialde ricoperte di cioccolato fondente o al latte del Forno Cintioli. E poi da quando sono stati sfatati i luoghi comuni sul cioccolato e si è scoperto che non solo la cioccolata non fa venire i brufoli ma fa anche bene al cuore, si mangia senza farsi venire troppi sensi di colpa. E ora spazio per le immagini!


by giovi

lunedì 18 dicembre 2006

Lo scudetto nato... in cucina

Dopo Ulderico Lambertucci ecco l'intervista ad un altro candidato al "Maceratese dell'anno": Fabio Giulianelli, amministratore unico della Lube volley campione d'Italia.

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Fabio Giulianelli, è più bella una cucina Lube o la vostra squadra di volley?
«La squadra è nata grazie alla bellezza della cucina: non ci sarebbe stata la possibilità di fare quello che abbiamo fatto senza un’azienda solida alle spalle. Abbiamo sempre lavorato dietro alle quinte, ma siamo i primi in Italia per cucine prodotte».
Il 21 maggio 2006 la Lube è diventata per la prima volta campione d’Italia. Cosa ha provato?
«Non ci credevo, mi sembrava un sogno, qualcosa di irreale: 11.000 persone sugli spalti del Palas di Pesaro, 3-0 alla Sisley, la squadra più forte d’Europa. Ma noi avevamo più fame».
Insomma, la Lube è riuscita a realizzare il suo sogno più grande...
«Lo scudetto è il coronamento di un progetto: era il nostro grande obiettivo sin dalla nascita della società, nel 1990. Avevamo le idee chiare: volevamo solo vincere, non c’era motivo di arrivare secondi o terzi. Nei primi anni abbiamo avuto difficoltà a far percepire questa mentalità vincente ai giocatori. Poi abbiamo iniziato a vincere, ci siamo portati a casa tutte le Coppe e quest’anno è arrivato il trofeo più bello».
Qual è stata la mossa vincente?
«Scegliere gli uomini, prima dei campioni. A partire da Fefè, con la sua filosofia dei piccoli passi ci ha regalato lo scudetto».
E ora la Lube non si è ancora svegliata dal sogno?
«Esattamente, ci stiamo cullando troppo sugli allori. Dobbiamo svegliarci, lasciar perdere il passato e pensare al presente e al futuro».
E’ vero che non le è mai piaciuto l’appellativo di “Inter della pallavolo”?
«Mi ha sempre dato fastidio, perché la nostra è un’altra storia. Noi negli ultimi cinque anni abbiamo vinto tanto. Quest’anno anche l’Inter ha vinto lo scudetto, ma non sul campo: io non l’avrei mai preso perché non avrei mai potuto sentirlo mio».
Parole da juventino doc. Fa male vedere la sua squadra in B?
«Sì, perché non era marcia la Juve, ma tutto il sistema: tutti lo sapevano e tutti partecipavano. E’ stato intercettato Moggi, mentre altre telefonate non sono state prese in considerazione. Si sarebbe dovuto sospendere il campionato per un anno per penalizzare tutti, anziché nascondersi dietro questa falsa ipocrisia».
Il volley è un’altra cosa...
«E’ un ambiente più genuino, al palazzetto vengono anche le famiglie e non esiste tutta questa animosità nel dopo-partita. E’ questo il vero male del calcio».
La nuova sfida della Lube?
«Dimostrare a tutti di essere i numeri uno, sia dal punto di vista sportivo che commerciale. Restare in vetta è più difficile che salirci».
Con quale squadra e con quale azienda la Lube ha più rivalità?
«Nella pallavolo sicuramente con Treviso, ma è una rivalità sana: è sempre un piacere misurarsi con una realtà di quel genere. Di aziende “rivali” invece ne abbiamo tante perché vogliamo essere competitvi sia con i prodotti che costano poco, sia con quelli che costano tanto».
Cosa fa Fabio Giulianelli fuori dalla Lube?
«Mi piace stare in famiglia e non rinuncio mai alla partita di calcetto settimanale con dirigenti, tecnici e impiegati. Prima di scegliere un allenatore gli chiedo se sa giocare...»
Il più grande giocatore avuto?
«Ivan (Miljkovic, ndr)».
Tornando in cucina: il suo piatto preferito?
«Spaghetti».
Il segreto del successo Lube?
«Con noi il cliente ha sempre la possibilità di trovare soluzione a qualsiasi problema. E questo si rispecchia anche nel volley: il tifoso è un cliente esigente e critico che dobbiamo soddisfare»

by Matteo Zallocco

domenica 17 dicembre 2006

Sorridi! C'è Babbo Natale!

Ma voi quando eravate piccoli, avevate paura di Babbo Natale? O vi metteva allegria? Pensate che il Prof. J.Trinkaus, un docente univesitario americano, su questo tema ha svolto degli studi e su più di 300 piccoli, ha scoperto che solo l'1% dei bambini sorride davanti a Babbo Natale, mentre il 99% mostra espressioni di paura fino al pianto. Al contrario i genitori erano sempre euforici. I dati ottenuti nella ricerca, sono stati pubblicati in ”Visiting Santa: An Informal Look”, nella rivista Psychological Reports (2004) e sono stati confermati dallo stesso autore in uno studio successivo. Visiting Santa: Another Look”, Psychological Reports (2005).

Un po' sorpresi vero? Tornando alla figura di Babbo Natale, considerato da molti un simbolo delle festività natalizie, ci sono tante notizie recenti che lo riguardano. Nel Regno Unito i sindaci di alcune città britanniche hanno deciso di abolire gli addobbi natalizi, spariti anche i biglietti con la scritta Merry Christmas in rispetto di altre culture. Un tema su cui riflettere come quello che riguarda il destino di Santa Claus messo al bando nei mercatini di Natale di Austria e Germania. Al suo posto autoadesivi classici, che riportano l'immagine del bandito in un segnale di divieto. A Vienna l'iniziativa è partita dall'amminstrazione comunale: "è un'usanza americana, più legata alla Coca Cola, niente a che vedere con la spiritualità del Natale". Nelle Marche sono invece numerose le iniziative che hanno Babbo Natale come protagonista. Sant’Agata Feltria, nel cuore del Montefeltro, nel mese di dicembre diventa “Il Paese del Natale”, spettacoli degli zampognari, le cornamuse, immancabili spettacoli per bambini.. Lungo le vie e piazze, i tradizionali mercatini di Natale, gastronomia, folclore e si legge dai comunicati stampa, che ad un certo punto il vero Babbo Natale si manifesti con le renne in carne e ossa. A Frontone invece si può visitare il Castello di Babbo Natale accompagnati da castagne e vin brulé, musica soffusa e Babbi Natale invitati appositamente. Anche il capoluogo anconetano, ospita in Piazzza Pertini un mercatino natalizio con la immancabile slitta e casetta di legno. E nel maceratese? Facciamo un giro insieme in provincia, non mancano di certo le iniziative!

In molti comuni della Provincia di Macerata sono stati organizzati mercatini e feste riservate soprattutto ai più piccoli. A Tolentino, il Mercatino di Natale si snoderà per tutto il centro storico. Previsti trampolieri, mangiafuoco, clown e zampognari e non potranno certo mancare Babbo Natale e la Befana, ad alimentare la fantasia infantile. Bancarelle e tante iniziative anche a Cingoli, e Urbisaglia. A Camerino fino al 7 gennaio rimarrà aperta anche la casa di Babbo Natale. La casa è stata allestita nel Palazzo delle Esposte nel centro storico della città ducale. Un Babbo Natale accoglierà tutti i bambini che desiderano incontrarlo e trascorrere qualche ora con lui, nella sua casa. Chi bussa alla porta dell’abitazione, troverà il grande vecchio vestito di rosso ad aprire il portone tra ghirlande e pacchi, vischio e luminosi alberi di Natale. Per arrivare al portone d’ingresso si oltrepassa un grande cancello con borchie che recano le iniziali di Babbo Natale. Nel cortile della casa c’è il giardino con la slitta parcheggiata. Si può visitare il laboratorio dove è stato ricostruito un laboratorio di Babbo Natale che costruisce i giocattoli e prepara i pacchi, si può curiosare nell’angolo della posta con scrivania piena di mucchi di lettere, ci si può accomodare nella cucina con focolare e sedia a dondolo vicino al tavolino con cesti di caramelle e dolciumi. Si può entrare nella camera da letto, tra pantofole e foto della Befana sul comodino. Ricco il programma anche nel capoluogo, qui trovate tutto quello che ha organizzato il comune di Macerata con concerti, mostre, i mercatini dell'artigianato artistico e la immancabile festa con Babbo Natale.

Sorridi, c'è Babbo Natale!

by giovi

martedì 12 dicembre 2006

Lambertucci, 11.780 chilometri nel segno della pace

Anche su CM le interviste che sto realizzando sul Carlino per l'iniziativa il Maceratese dell'anno.
Iniziamo con Ulderico Lambertucci.

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Ulderico Lambertucci con i compagni di avventura Zamir Dekavelli e Ferdinando Stacchiotti

A 14 anni ha iniziato a lavorare come muratore, a 60 ha costruito la sua grande impresa. Ulderico Lambertucci è partito da Macerata lo scorso 4 febbraio per arrivare a Pechino il 4 agosto, con quasi quattro mesi di anticipo sulla tabella di marcia. Da piazza della Libertà a piazza Tienammen, 11.780 chilometri, come 400 volte Macerata-Loreto. Di corsa. Sulle orme di Padre Matteo Ricci, il gesuita che scavalcò la Grande Muraglia con secoli d’anticipo sulla nixoniana politica del ping-pong. Abbiamo incontrato «Ulderico il Grande» ieri mattina, in piazza, nella sua Treia. Il «Maratoneta di Dio» è rimasto fermo più di mezzora a raccontarci la sua impresa. Ogni tanto qualche concittadino si è fermato, lo ha abbracciato, con una buona dose di complimenti.
Lambertucci, ormai è diventato famoso...
«Di sicuro queste cose fino all’anno scorso non mi capitavano. Pensate che l’altro giorno sono stato ospite di una scuola e i ragazzi mi hanno accolto con un boato».
Qual è stato il giorno più bello, una volta tornato da Pechino?
«Il 27 agosto, a Loreto: un’accoglienza straordinaria».
Cosa rappresenta per lei Padre Matteo Ricci?
«Ho letto delle pubblicazioni su di lui, mi ha letteralmente folgorato. E’ stato senza dubbi il più grande maceratese di tutti i tempi. Ha fatto molto di più anche di Marco Polo, riuscendo ad immedesimarsi nel popolo cinese».
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Ripensando alla sua impresa, c’è stato un momento in cui ha pensato di non farcela?
«All’inizio, poco prima di arrivare a Venezia. Mi si era gonfiato tantissimo il piede, fortunatamente il dottor Galassi ha capito che era colpa delle scarpe allacciate troppo strette. Per quattro giorni ho corso 5-10 km in meno».
In media quanti chilometri al giorno?
«Sessantasette fino al Kazakistan, 72 una volta entrato in Cina. Il record l’ho stabilito il penultimo giorno con 82 chilometri».
Che impressione le ha fatto la Cina?
«Bellissima. Una nazione in grande crescita, dove si lavora tanto. Ho corso in bellissime strade a otto corsie».
Va più veloce Lambertucci o la concorrenza cinese alla nostra economia?
«La Cina non ha rivali».
E adesso cosa fa?
«Ho ripreso il mio lavoro di artigiano edile con mio figlio. Poi la sera, dalle 18 alle 20, mi alleno».
Qual è il suo segreto?
«Una vita regolarissima: non ho mai fumato una sigaretta, mangio tanta frutta e verdura e la sera al massimo vado a letto alle 22».
Il suo piatto preferito?
«Il pesce e la pizza. A quest’ultima ho dovuto rinunciare per sei mesi, e non è stato facile».
Hobby?
«Impiego tutto il mio tempo a lavorare e correre. Non seguo la politica, mi piace l’atletica e un po’ il calcio: tifo per il Milan, ma quest’anno va male, sono rimasti tutti anziani...».
A cosa pensa quando corre?
«Prego tantissimo. Mi serve per passare il tempo e per caricarmi».
Non a caso la chiamano il «Maratoneta di Dio»...
«Mi hanno dato questo soprannome dopo il “viaggio a piedi” Fatima-Santiago di Compostela-Lourdes-Assisi-Loreto».
Insomma, per lei la Macerata-Loreto è uno scherzetto...
«Diciamo che arrivando a Pechino l’ho fatta 400 volte».
Qualcuno da ringraziare?
«Monsignor Comastri, una persona eccezionale: ogni sua parola mi entra dentro. Prima di partire mi ha dato dodici medagliette della Madonna di Madre Teresa di Calcutta, che ho lasciato in 12 piazze».
Il prossimo obiettivo?
«Il 2007 sarà un anno di semi-riposo fatto di allenamenti e qualche maratona. Nel 2008 sono intenzionato a percorrere la Macerata-Gerusalemme. E poi ho un sogno: Terra del Fuoco-Groellandia, ma stavolta ho bisogno di uno sponsor».
Il grattacielo di Ulderico Lambertucci non è ancora finito.

by Matteo Zallocco

giovedì 7 dicembre 2006

Le terre maceratesi del tartufo

Se diciamo tartufo e pensiamo ad un comune marchigiano, cosa ci viene in mente? Acqualagna e non potrebbe essere altrimenti visto che la provincia di Pesaro è quella che viene descritta come vocata territorialmente. Un giacimento gatronomico di 50 km quadrati attorno al comune pesarese che nel libro "I luoghi del gusto" del gastronauta Davide Paolini, è citato come esempio di straordinario connubio territoriale con circa 200 tartufaie artificiali e diverse aziende che commercializzano il fungo. Circa il 10% degli abitanti dell'area possiede il patentino e il 90% dei cani viene da qui. E' inoltre in provincia di Pesaro, a S.Angelo in Vado che sorge il centro di Tartuficoltura sperimentale della Regione Marche. Il Centro Sperimentale, produce piantine tartufigene, che, micorizzate, sono usate per rimboschimenti e tartufaie coltivate.

Ma il prezioso tubero si trova anche nelle altre province. Nel maceratese è molto diffuso il Tartufo Nero Pregiato, nei comuni di Fiastra, Caldarola, Sarnano, Sanginesio, Camerino, Castel Raimondo, Visso, Matelica. Il Tartufo Bianco Pregiato nei comuni di Sanginesio, Gualdo di Macerata, Penna S.Giovanni, Camerino. A Muccia la settimana scorsa si è svolta la manifestazione "Le terre del tartufo" e il tartufo, insieme ad altri prodotti del bosco, sarà protagonista a Treia in occasione dell'evento "Sotto l'albero: I tesori del bosco".

Sabato 9 dicembre si parlerà di tartuficoltura durante il convegno "Il Bosco un’opportunità del Territorio” . Tra i relatori infatti vi sarà il Prof. Mattia Bencivenga, Docente del Dipartimento di Biologia Vegetale e Biotecnologie Agroambientali dell’Università degli Studi di Perugia. Il Prof. Bencivenga, un esperto sull'argomento, parlerà della tartuficultura e sue prospettive in Italia. La tartuficoltura costituisce una nuova e interessante forma di agricoltura in continua espansione ed evoluzione soprattutto per la ricerca, da parte degli agricoltori, di attività agricole alternative nel rispetto dell’ambiente e possibili anche nei terreni marginali in continuo abbandono e soggetti a degrado ecologico. Negli ultimi anni è aumentato il consumo dei tartufi freschi e conservati mentre è fortemente diminuita la produzione delle tartufaie naturali a causa della intensa raccolta, della modificazione degli ecosistemi, dell’abbandono delle campagne. Come conseguenza si è verificato un forte aumento dei surrogati del tartufo, e con essi delle frodi alimentari. Questo stato di cose ha favorito lo sviluppo della tartuficoltura propagandata dai vivaisti a cui è possibile rivolgersi per acquistare le piante micorrizate e fare progetti di tartufaie. Sono state, così, impiantate numerose tartufaie, ma solo poche forniscono una produzione soddisfacente.

Sotto l'albero: I tesori del bosco è molto altro. A Treia, oltre al convegno, ci saranno stands espositivi con l'opportunità di acquistare prodotti del bosco: dai funghi al miele, le mele rosa di Camerino, pecorino col tartufo, noci, confetture, nocciole e una selezione di vini del territorio. Non mancheranno cestini di vimini e "vanghetti" per cavare i tartufi. Che altro? possibilità di fare passeggiate guidate, corsi di cucina e degustazioni. Domenica 10 dicembre presso la località San Lorenzo, sarà inoltre possibile assistere ad una gara di cani da tartufo “Come staniamo i tartufi”, a cura dell' Associazione Riminese Tartufai. La promoter Lely vi informa di tutte queste cose e ultime news sul blog Sotto l'albero: I tesori del bosco. Seguitelo!

Allora ci vediamo a Treia che in occasione del convegno di sabato entrerà ufficialmente a far parte dei comuni italiani insigniti del titolo "I Borghi più belli d'Italia".

by giovi

giovedì 30 novembre 2006

Un post dolce: Tra sobrecitos de azucar e sucre pochette

Derivati dalla barbabietola, dalla canna da zucchero, c’è chi li preferisce dietetici, sono i dolcificanti che versiamo nel caffè o cappuccino al bar, in viaggio, in aereo, al ristorante. Dolcificanti contenuti in bustine che sono sempre più diffuse dopo l'entrata in vigore della legge che vieta la zucchieriera per motivi igienici nei locali pubblici. Alcune bustine sono semplici, altre più accattivanti, diversificandosi a seconda della casa che ne cura la produzione o la distribuzione sul mercato.Alcune hanno impresso il nome del locale e rappresentano così un ricordo di un incontro, di una cena, di un appuntamento, come quelle che mi hanno lasciato Mariana e Paula in occasione del loro recente viaggio nelle Marche. La storia delle bustine da zucchero inizia in Francia un secolo fa. I primi pezzi di carta destinati all'imballaggio di pezzi di zucchero, furono inventati infatti da due francesi ( Loïc de Combourg, 7 rue Léo Delibes- Parigi - e François de la Tourrasse, 3, avenue Montespan -Parigi - ) che depositarono la loro invenzione nel 1908, nascevano le Sucre -Pochette. Loïc de Combourg e François de la Tourrasse fondarono anche la " Société Nouvelle de Sucre en pochette et de Publicité " (Nuova società dello zucchero in bustina e di Publicita) con sede a Parigi che si occupò dell'evoluzione di questa nuova invenzione. Il 17 maggio 1909 Ernest Picard depositò un marchio di fabbrica per un involucro speciale destinato a contenere "zucchero igienico in bustina, per unità differenti, protetto dalle mosche e dai microbi della polvere ": nasceva la bustina di zucchero. Con la guerra del 1914 fece la sua apparizione un altro genere di bustina avente lo scopo di razionare lo zucchero. Si trattava, infatti, di razioni mensili da 750gr, 500gr e 250gr per persona. Tra il 21 febbraio 1917 e il 12 gennaio 1918 alcuni ristoranti fecero fabbricare delle bustine di zucchero in polvere con la scritta " ne gaspillez pas le sucre " e " ration pour une tasse ". In Italia, dove la bustina di zucchero ha iniziato a circolare dopo la fine del secondo conflitto mondiale, i primi collezionisti sono apparsi attorno al 1968. Come spesso succede, un oggetto destinato all'uso più comune, nato per motivi di praticità e senza grandi lanci pubblicitari, si è col tempo trasformato in oggetto da collezione, e bisogna ammettere che alcune sono davvero belle.

Ci sono collezionisti che preferiscono conservare le bustine vuote ed altri piene. Le bustine tipiche degli Stati Uniti sono molto piccole. Quelle italiane pubblicitarie sono più grandi. Quelle europee hanno un formato intermedio. Ne esistono poi a forma di sigaro o a tubo. In rete troviamo anche musei virtuali. A Macerata ha sede Amici di Zuccheromania, una associazione che riunisce appassionati collezionisti di tutta Italia, e sul sito dell’Associazione maceratese si può curiosare tra le immagini della collezione. Vale la pena dare una sbirciata anche al museo di Bustillas e in Argentina troviamo Azuc.ar dove l' autrice espone la sua collezione e offre una quantità di links di altri collezionisti e siti dedicati al tema. Si viaggia davvero intorno al mondo tra los sobrecitos de azucar, sucre pochette e sugar bags. E dimenticavo, vi ho detto che ho iniziato anch’io a collezionarle?

Fonte immagine: Ciaffi

by giovi

Gamberi in libreria

Vi apro le porta di casa mia per mostrarvi una parte della mia libreria, quella dedicata ai libri di ricette, di storia dell'alimentazione, curiosità e aspetti culturali. Una passione iniziata tanti anni fa. Poi da una parte ci sono le riviste di cucin, i mensili che ho acquistato per molti anni, come Cucina Italiana e il Gambero Rosso di cui ho iniziato a seguire poi anche i siti internet. Sono stata per molti anni una avida lettrice di questi mensili. Leggo sul blog Papero Giallo di Stefano Bonilli che il Gambero Rosso è uscito per la prima volta il 16 dicembre 1986, venti anni fa, come supplemento del Manifesto. Da allora il Gambero Rosso, è diventata casa editrice, ha pubblicato guide dei vini e ristoranti, un mensile Gambero Rosso, un canale televisivo fin dal 1999, Rai Sat Gambero Rosso Channel e ha fondato la Città del gusto. Il marchio è depositato per le principali categorie merceologiche in Italia, Europa, Usa, Giappone e in altri stati ed è identificato come marchio di rilevanza e notorietà internazionale. Nessuno per parecchi anni aveva usato il titolo gambero seguito da un colore o da un aggettivo, quindi ho seguito con curiosità nel 2005, l’ingresso in libreria anche di altri gamberi: Gambero Nero e il Gambero rozzo. Il primo di Michele Marziani e Davide Dutto, è un libro fotografico e un ricettario allo stesso tempo per raccontare la vita quotidiana dei detenuti di un carcere piemontese. Tra privazioni, il cibo diventa un momento in cui affermare i propri gusti, un modo per ricordare gli affetti, trasmettere agli altri le proprie conoscenze. Il risultato è un ricettario nel quale confluiscono piatti, sapori e metodi provenienti da tutto il mondo.

Diversamente il Gambero rozzo: Guida alle osterie e trattorie d'Italia. Più che una questione di etichetta è una questione di forchetta. è stato ideato da Carlo Cambi che propone osterie e trattorie in cui mangiare bene spendendo il giusto L'auore è stato giornalista fondatore e direttore per 8 anni de “I Viaggi di Repubblica” e maceratese d’adozione ora è docente di Teoria e Politica del Turismo presso l’università di Macerata. Cambi nel 2006 ha fatto non solo il bis, ha voluto affiancare al Gambero Rozzo 2007 anche il libro "Le Ricette e i Vini del Gambero Rozzo 2007". La redazione degli ultimi testi di entrambe le guide è stata affidata alle due più strette collaboratrici di Carlo Cambi: Petra Carsetti, promoter del territorio, e Maria Stefania Gelsomini, giornalista specializzata in beni culturali, territorio ed enogastronomia. Con la presentazione ufficiale della nuova guida è stata annunciata anche l’intenzione di aprire un sito internet che permetterà di dialogare con l’autore.

Leggo che Carlo Cambi e la Newton Compton, casa editrice del Gambero Rozzo, sono stati chiamati dal Gambero Rosso a discutere in tribunale perché si afferma che il titolo di una guida di ristoranti che sia composto dalle parole "gambero rozzo" non può rimandare che al marchio storico. Tutto ciò -sono parole del Direttore Bonilli- l'uso del titolo Gambero Rozzo, nel diritto italiano, si chiama appropriazione di marchio altrui, deviazione di clientela e concorrenza sleale.

La storia è appena iniziata e vedremo quale sarà il seguito. Capisco gli interessi economici legati al settore ma litigare sulle guide? sulle recensioni? No, io continuerò a leggere e a cucinare, a provare ricette prese da un libro o da una rivista. Mangiare e leggere in fondo si assomigliano, si può avere fame di cultura, si può gustare,piluccare o divorare un libro. E il libro stesso può essere leggero, invitante o pesante,perfino indigesto, come una pietanza mal cucinata.

by giovi

venerdì 17 novembre 2006

I Caffè tra passato e innovazione.

Rappresentano dei luoghi di incontro nelle città, si va dai locali semplici ad ambienti piu' raffinati e ricercati. Sono i bar e i caffè, dove milioni di italiani ogni giorno consumano la prima colazione con caffè o cappuccino, la pausa pranzo tra tramezzini e piatti pronti o l'aperitivo sul finire della giornata. Da poche settimane è uscita la nuova Guida dei Bar del Gambero Rosso con più di 1500 segnalazioni. Sapevate che è un locale maceratese ad aver ottenuto il Premio Innovazione nella nuova guida? E' il Kaldo Fashion Café di Montecosaro che ha vinto questa seconda edizione del premio che consiste nella possibilità di seguire un corso all’Università del Caffè di Trieste, il centro di divulgazione della cultura del caffè istituita da illycaffè con l’intento di contribuire all’internazionalizzazione dell’espresso italiano.

Un fascino particolare è quello che suscitano i caffè storici. In Italia ce ne sono circa 150 dislocati in varie città. Molto si è scritto su di loro perché sono locali che hanno fatto la storia e che sono parte del nostro patrimonio culturale. In questi locali si può ancora godere di quella classe e attenzione per il cliente che fanno veramente piacere, e si ha l'occasione di respirare una atmosfera speciale. Sono stati la culla della cultura borghese, illuminata e progressista. Hanno ospitato, sotto le prime luci soffuse dell'illuminazione a gas, aristocratici, politici, intellettuali, artisti. Di certo Torino può essere definita la capitale dei caffè storici, ve ne sono diversi e questa settimana il Dr. Michele Maggini, in versione gastronauta, ce li fa conoscere meglio. Ecco il suo contributo Girovagando per gli antichi caffè di Torino….Grazie Mike!


by giovi

giovedì 16 novembre 2006

Un maceratese a Torino: Girovagando tra i caffè storici

Durante l’ultimo mio soggiorno a Torino sono rimasto affascinato dalla bellezza dei caffè antichi di Torino, tanto da andarmi a documentare su di loro per vedere la loro storia… Il mio soggiorno è iniziato alla stazione Torino Porta Nuova; il mio hotel era in Corso Vittorio Emanuele II, ma non essendo compresa la colazione, quale miglior inizio di giornata che il CAFFE’ PLATTI. Nato nel 1875 come una liquoreria, è stato meta preferita di nobili e artisti come Cesare Pavese e Giulio Einaudi, ma anche il senatore Agnelli. Arredato in puro stile liberty ha una sala interna con un ricco buffet freddo, che lo rende quindi soprattutto un locale da aperitivo. Ma anche la prima colazione non scherza. Una bellissima vetrata piena di paste fresche fa sfoggio di sé poco distante dall’entrata, e potete assaggiare un croissant al cioccolato (tutto rigorosamente fatto da loro), tenuto riscaldato da una piastra, che è veramente la fine del mondo. Eccezionale anche il caffè, ristretto e forte come piace a noi Italiani.

Dopo questa prima tappa, e con lo stomaco felice, ci si dirige in centro, nella splendida piazza San Carlo, con un loggiato immenso da percorrersi assolutamente. Io lo percorro in senso orario, e incontro nell’ordine 2 caffè stupendi e una cioccolateria fantastica. Il primo caffè che incontro è il CAFFE’ TORINO.

Inaugurato nel 1903 questo caffè è un elegante salotto mondano in stile liberty, di fama internazionale, dove sono stati attori famosi del calibro di AVA GARDNER, WALTER CHIARI MACARIO e BRIGITTE BARDOT. Mi siedo ad un tavolo con sedie di pelle rossa ed imbottite, e ordino 2 cioccolate calde e 2 biscotti al burro, serviti rigorosamente su tazze personalizzate e con stoviglie d’argento. L’atmosfera sembra riportarmi all’inizio del secolo scorso… Il prezzo invece mi riporta subito al presente e ai suoi onerosi EURO ( 15€ per le 2 cioccolate e i 2 biscotti), e una volta saldato il conto con carta di credito ricaricabile, mi rimetto in moto con la mia dolce compagna e proseguo il giro orario della piazza. La cioccolata è ottima, la compagnia anche, faccio pochi passi e incontro subito un altro caffè : CAFFE’ SAN CARLO.

Un caffè inaugurato nel 1822, di stile neoclassico, pieno zeppo di specchi, capitelli, ori e stucchi, fu un prestigioso salotto intellettuale, percorso da forti elementi di patriottismo, e anche il primo locale ad aver adottato l’illuminazione a gas nel 1800. Ancora con il ricordo dei 15 € liquidati 5 minuti prima decido solamente di entrare a dare uno sguardo, senza consumare nulla, e rimango colpito anche questa volta dallo stupendo arredamento del caffè… Messomi di nuovo in marcia con gli occhi ancora luccicanti da cotanta bellezza continuo il giro orario e mi imbatto questa volta in una famosissima cioccolateria, segnalatami dalla mia collega torinese, la CIOCCOLATERIA STRATTA Dove dicono facciano la migliore crema gianduia spalmabile della città (che ovviamente compero, insieme a un pacco di gianduiotti, e un sacchetto di nocciole ricoperte di cioccolato fondente; anche qui metto mano alla carta di credito ricaricabile e partono altre 45 € !! ) A questo punto,con le tasche alleggerite dai soldi, ma i sacchetti della spesa appesantiti dai dolci, mi dirigo verso piazza castello, attraversando la stupenda via Roma dove si può visitare anche il bellissimo Museo Egizio…. Arrivati nella maestosa P.zza Castello, ci accoglie anche qui uno stupendo loggiato, che questa volta decidiamo di percorrere in senso antiorario. Nel frattempo si è fatta ora di pranzo e la fame inizia a farci sentire… Nemmeno il tempo di farci salire l’acquolina in bocca, che ci imbattiamo in altri 2 stupendi caffè Torinesi… Il primo che incontriamo è il CAFFE’ CONFETTERIA BARATTI Uno dei più antichi e famosi di Torino, come caffè e come produttori di cioccolata. Fornitore ufficiale della real casa, fu aperto nel 1875 da Ferdinando Baratti e Edoardo Milano, e ci accoglie con un magnifico bancone di marmo e due salette tappezzate di raso rosso, distinguendosi per una finissima pasticceria. Non facciamo nemmeno in tempo ad uscire che ci troviamo davanti un altro bellissimo e caratteristico caffè Torinese, e, come si suol dire, questo ci calzava a pennello. Sto parlando del CAFFE’ MULASSANO.

Un caffè in cui negli anni 20 è stata lanciata la moda del tramezzino (importato dagli STATES è stato il primo caffè a venderli in Italia). Nasce nel 1907, un ambiente prezioso, ricco di marmi, specchi, decorazioni floreali in bronzo e con un soffitto a cassettoni, in passato era il ritrovo abituale dei notabili di casa Reale e degli artisti del vicino Teatro Regio. Oggi è frequentato da habitus e offre splendidi aperitivi, ma soprattutto degli indimenticabili tramezzini all’aragosta, al burro e acciuga, al salame d’oca, al tartufo nero e bianco, al carpaccio di polipo, e così via… Ordino 4 tramezzini e 2 bicchieri d’acqua, 2 tramezzini all’aragosta e 2 al carpaccio di polipo, serviti, in piedi, in un vassoietto d’argento, e sborso altre 11€, ma posso dire di non aver mai mangiato un tramezzino così buono in tutta la mia vita… Con le papille gustative estasiate dai tramezzini è giunto il momento di un bel caffè, e quale posto migliore del CAFFE’ FIORIO.

In via Po, a pochi passi da piazza Castello, un caffè elegantissimo, nato nel 1780, fu meta di nobili, diplomatici e intellettuali, come Cavour, (vi fondò un circolo per il silenzioso gioco del Whist e degli scacchi che trasferì in Piazza San Carlo quando il Fiorio diventò troppo affollato.) D’Azeglio, Lamarmora, Rattizzi e frotte di diplomatici e ufficiali, tanto da essere soprannominato il caffè dei codini e dei macchiavelli. A questo punto,dopo una visita veloce alla sindone e alla mole, per concludere degnamente il pomeriggio, siamo decisi a farci veramente del male, e ci dirigiamo in Piazza della Consolata, dove ha sede forse il più caratteristico caffè di tutti, il BICERIN.

Qui è stato servito per la prima volta il Bicerin (cioccolata, caffè e fior di latte), una bevanda tipica torinese che ancora oggi conserva il suo gusto unico e delizioso. Da sempre il locale è stato gestito solo da donne, conservando la sua atmosfera familiare e confortevole. E non potevamo che prenderci appunto una cioccolata calda e un bicerin ( 7€ in piedi ).E devo dire, non per ripetermi, che una cioccolata calda così buona non credo di averla mai provata in tutta la mia vita… Peccato che il cacao utilizzato nel caffè stesso non venga venduto nella bottega accanto, dove cercano di rifilarti un comune cacao “Venchi”, mentre si tengono per loro il cacao per le cioccolate calde servite nel bar…Va beh, pazienza, vorrà dire che ci torneremo un giorno per gustare nuovamente queste prelibatezze. Il caffè nel suo insieme è veramente grazioso e soprattutto sovraffollato (si nota la fila che arriva di fuori e la completa mancanza di tavoli all’aperto, che insieme alla piccola dimensione della saletta interna, ne fa un caffè veramente per “pochi eletti”…). A questo punto non resta che tornare in albergo con un paio di kg in più nello stomaco e un paio di kg in più nelle braccia (per le spese fatte), e un bel po’ di € in meno nel portafogli… ma ne è valsa veramente la pena! Bene, penso di aver descritto abbastanza a lungo il mio giro “goloso” per Torino. Il mio consiglio è quello di andarci subito, ora che è freschino, perché le cioccolate calde si gustano meglio quando bisogna scaldarsi, e portatevi una bella carta di credito, perché ne avrete bisogno!!!

Michele Maggini

by giovi

giovedì 9 novembre 2006

Slot food Made in Marche

Li troviamo ormai ovunque. Sono i distributori automatici o "vending machines" di panini, merendine e bibite di qualsiasi genere, li hanno chiamati lo slot-food. L''Italia è il maggior produttore europeo di "vending-machines". Parola di Confida, Associazione italiana distributori automatici che rappresenta l'80% del mercato nazionale. Sono circa 780.000 il numero di distributori automatici in funzione in Italia e 17 milioni di persone, che le usano regolarmente. Una indagine AcNielsen ha evidenziato che il luogo in cui sono piu’ presenti i distributori sono gli uffici (19%), seguiti da ospedali (15%) e stazioni di servizio (7%). E’ facile trovarli anche in musei, gallerie d'arte, biblioteche, negozi, palestre. Per quanto riguarda la tipologia dei consumi al primo posto si colloca il caffè e i suoi derivati che detengono una quota del 66%, seguito da acque minerali (12%), bevande (8%) e snack (14%). E l’idea delle vending machines da cui acquistare anche primi piatti, si sta affermando. Qualche esempio? Wonderpizza e la marchigiana Pasta-cup. Altri imprenditori marchigiani che hanno mostrato interesso verso la somministrazione di pasti via vending machines, al punto da investire in questa direzione sono il Gruppo Datamarche e il Gruppo Fileni. Associatesi all'olandese Jan Van Haaften, hanno fondato Very Italia S.r.l. e insieme hanno deciso di seguire il progetto Very Italiano in tutte le sue fasi, dalla produzione alla distribuzionea. Very Italiano, tra le novità presentate al Salone Internazionale del Franchising 2006 di Rho di qualche settimana fa, è uno snack di pasta surgelata già condita in un bicchiere, in alternativa propone SpuntiBreak, una pizza a forma di cono. Entrambi i prodotti, che rispondono alle mutate esigenze e abitudini alimentari dei consumatori, si passano velocemente nel microonde. Se avranno successo, tra qualche anno, mentre siete allo stadio, o in stazione, all'università o in altri luoghi pubblici, avrete la possibilità di scegliere la pasta Very Italiano da una vending machine decisamente ammiccante come questa!.

Cosa scegliereste? Mezze penne all’arrabbiata, mezze maniche alla puttanesca,mezze penne al formaggio e spinaci o un cono SpuntiBreak, pizza al gusto di margherita?. Il progetto si propone anche in franchising, i dettagli qui.

Fonte immagine. "Automat" di Horn e Hardart, i celebri distributori automatici di cibo che hanno caratterizzato i locali di New York e Filadelfia nella prima metà del secolo scorso. I primi furono aperti nel 1902.

by giovi

lunedì 30 ottobre 2006

Via libera a stagione lirica, piano casa e al ripristino dell'orologio

La settimana maceratese.

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UN SOSPIRO DI SOLLIEVO- Il Consiglio di amministrazione dell'Associazione Sferisterio ha approvato il bilancio ed è arrivato il via libera alla prossima stagione lirica. Una stagione che durerà tre settimane (26 luglio-12 agosto) e senza un attimo di tregua tra opere,
danza (ci sarà anche Carla Fracci), concerti e incontri-dibattito.

IL PIANO CASA- In Consiglio comunale è arrivato il via libera al Piano Casa, tanto discusso da una parte del centro-destra. Il Piano Casa permetterà la costruzione di circa duemila abitazioni e consentirà di adibire a verde sportivo dieci ettari di terreno. Novemila metri quadrati saranno ceduti al Comune insieme ad una quota di edilizia convenzionata.

L'ANTICO OROLOGIO- Dopo la visita dell'esperto mantovano Alberto Gorla il meccanismo dell'antico orologio con i pupi che si affacciavano in piazza della Libertà verrà ripristinato. Resta da valutare la sua collocazione: sulla torre o su un museo (in ogni caso come macchina funzionante)? Intanto Gorla ha dichiarato che questo restauro
è il suo sogno: "Questo è l'unico meccanismo rimasto al mondo del Ranieri così completo ", ha detto.

LA CLASSIFICA- Macerata è il capoluogo più vivibile delle Marche. E' quanto certifica il tredicesimo rapporto di Legambiente sulla qualità ambientale dei Comuni capoluogo di provincia: la nostra città è al 35esimo posto nella graduatoria nazionale.

STRADE TABU'- Il Presidente della Provincia Silenzi ha annunciato che la Provincia entrerà nella nuova Quadrilatero. Per realizzarla mancano ancora 500 milioni, come trovarli? "Mettendo sul mercato le aree leader - ha risposto Silenzi - e utilizzando i ribassi d'asta potrebbero ridursi a 200, da trovare da qui al 2009. Non mi sembra un obiettivo impossibile".

IL FATTO- Si è sfiorata la tragedia alle 8.05 di giovedì sulla provinciale ex Muccese alla periferia di Camerino. Un pullman della Contram, con a bordo 25 studenti, ha preso fuoco ed è stato distrutto dalle fiamme in pochi minuti. Provvidenziale l'intervento di un automobilista che
si è accorto delle fiamme ed è riuscito a far fermare il pullman e far scendere tutti in tempo.

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LA POLEMICA- Gli studenti dei Licei Leopardi di Recanati organizzano un'assemblea sulla transessualità e invitano a parlarne il trans Alessia Bellucci. Dopo le proteste di alcuni genitori e di An la direzione scolastica interviene e sospende l'incontro. Ma molti altri (studenti, genitori, politici) prendono posizione contestando questa censura. Interviene anche l'onorevole Vladimir Luxuria che si autoinvita alle scuole della nostra provincia per parlare di transessualità. E dopo le proteste sembra che alla fine l'assemblea a Recanati si farà.

by Matteo Zallocco

giovedì 26 ottobre 2006

La stagione delle mele antiche

Torna il Salone Internazionale del Gusto di Torino 2006, l’occasione per avvicinare e degustare numerosissimi prodotti provenienti da tutto il mondo. La manifestazione giunta alla sua sesta edizione, come sempre è promossa da Slow Food.Una visita al Salone che inizia proprio oggi è una tappa d'obbligo per ogni appassionato di eno-gastroonomia Ci saranno in mostra i prodotti delle varie regioni italiane e dei Presidi italiani della SlowFood. In Italia sono circa 200 e riguardano i prodotti più disparati: dalla vacca Burlina al Cardo Gobbo di Nizza Monferrato, il Cevrin di Coazze, il Coniglio Grigio di Carmagnola, la Fragola di Tortona, la Gallina Bianca di Saluzzo e Bionda Piemontese fino al pane di patate della Garfagnana. E quanti sono i presidi marchigiani? sono 7. Li conoscete? Sono la Cicerchia di Serra de' Conti, il Lonzino di fico, il Mosciolo selvatico di Portonovo,l' Oliva Tenera Ascolana, il Pecorino dei Monti Sibillini, la mela rosa dei Sibillini e il Salame di Fabriano. Della mela rosa dei Sibillini, una mela autunnale, non sapevo l’esistenza fino ad alcuni anni fa, conoscevo come la maggior parte de consumatori la mela golden o la stark che troviamo al supermercato. Poi nell’ambito di un progetto di valorizzazione di mele antiche marchigiane finanziato dall’ASSAM, sono stato incaricata di svolgere delle determinazioni analitiche su campioni di mela provenienti da alcuni comuni della Comunità Montana dei Sibillini tra i 400 e i 900 metri di altitudine tra cui Carassi (AP, fondovalle dell’Aso) e di Monte San Martino (MC), alta collina in prossimità dei Monti Sibillini e ho scoperto tanti tipi di mele che ignoravo e che hanno nomi curiosi come mela zitella, muso di bue, verdona, cerina, gelata,mela zucchina, rosetta, culo di somaro,peperone e limoncella.

La valutazione analitica dei frutti di mela rosa, ha evidenziato interessanti aspetti nutrizionali rispetto a varietà piu’ conosciute oltre al fatto che non ha bisogno di particolari trattamenti antiparassitari rispetto a varietà più diffuse sul mercato tra cui la mela Golden e la Stark I dati ottenuti sono stati presentati in diverse occasioni e incontri con i produttori. Come altri frutti autunnali, la mela rosa è inclusa nell’ elenco dei frutti antichi sconosciuti alla maggior parte dei consumatori. Per frutta antica si intendono specie e varietà che tradizionalmente, venivano coltivate in un determinato territorio e riprodotte con sistemi naturali o indotti dall’uomo senza modificazioni del patrimonio genetico. Oltre alle mele ci sono altri frutti antichi che maturano in autunno come le cotogne, le giuggiole, i melograni, gli azzeruoli. Come le mele rosa non sono riusciti a competere con le varietà di frutti regolari e dai colori brillanti che troviamo al mercato. Proprio per questo la loro coltivazione è stata quasi completamente abbandonata: è sopravvissuto qualche vecchissimo albero sparso e soltanto da qualche anno sono tornate in coltura, ma le quantità prodotte sono sempre irrisorie. Un tempo, al contrario, erano preziosi e ricercati. Le mele rosa in particolare, dopo la raccolta si conservavano in mezzo alla paglia nei fondi delle case o nelle soffitte. La sua consistenza compatta la rendeva particolarmente idonea alla lunga conservazione, soprattutto se ricoperta da abbondante paglia. L'albero è rustico, molto adattabile, estremamente longevo, resistente al freddo e alle malattie, di poche esigenze colturali, ce n’erano in tutte le case contadine. La mela rosa si mantiene molto bene fino dall'autunno fino ai primi mesi dell’anno successivo.Se nelle prossime settimane vi capiterà di fare gite nei Sibilini, provate a chiedere nei negozi locali. Se hanno la mela rosa in vendita sarà la prova che il Presidio Slow Food ha raggiunto uno dei suoi obiettivi dichiarati sul sito della Slow Food: I Presìdi sostengono le piccole produzioni eccellenti che rischiano di scomparire, valorizzano territori, recuperano mestieri e tecniche di lavorazione tradizionali, salvano dall’estinzione razze autoctone e antiche varietà di ortaggi e frutta.

Ringrazio il Dr.S.Virgili dell'Assam per le foto

by giovi

giovedì 19 ottobre 2006

A cena con i finger foods

La nomenclatura alimentare si è arricchita di nuovi termini negli ultimi anni La crescente attenzione per aspetti salutistici, ci ha portato a conoscere il significato di alimenti funzionali o functional foods, probiotici, prebiotici e nutraceutici. In relazione al modificarsi degli stili di vita e delle abitudini e consumi alimentari, altri termini anglosassoni fanno l’ingresso nel gergo alimentare e non solo per gli addetti ai lavori. Se fate uso di piatti pronti, pizze surgelate, risi e minestre in busta o brick, insomma vi piace che tutto sia pronto in 5 minuti, fate parte di quel 60% degli italiani che dichiarano di scegliere e consumare regolarmente cibi precotti o pasti sostitutivi, i cosiddetti ready meals, siete in poche parole un consumatore stir-fry: mescola e friggi. Lo dice una indagine di Salute di Repubblica (Tecnofood,quando in cucina e a tavola trionfano le soluzioni rapide, 28 Settembre 2006). Circa il 70-80% dei prodotti che acquistiamo abitualmente è fabbricato dall’industria alimentare che propone sempre in quantità maggiore questi piatti che occupano un posto di rilievo nel carrello della spesa. E tra i nuovi termini entrano anche i finger foods che tradotto significa letteralmente cibo da mangiare con le dita, una nuova tendenza inglese d'importazione, un modo diverso di mangiare e di stare insieme. Sono presentati per l’Happy hour e l'aperitivo, ma non solo. L'ndustria li propone anche per la ristorazione collettiva, come fuori-pasto e per l’alimentazione domestica per quei consumatori che vanno di fretta e non vogliono perdere troppo tempo a cucinare. Si tratta in genere di prodotti a base di patate e carne avicola, con o senza formaggi incorporati e addensanti al seguito. Tutte le principali aziende alimentari hanno prodotti in catalogo. Se dico Magic Hot-Dog, Magic Zoo, Magic ABC, Patapollo, Chicken stick, Crokette, magari pensate che siano proposte di un fast food, invece tutto ciò è concepito a pochi km da Macerata-Sono le proposte che si collocano nel settore dei piatti pronti e finger foods della maceratese Fileni quarta azienda nazionale per il settore avicunicolo. Sono tornata quindi a curiosare nei contenuti del sito aziendale. Oltre ai finger foods, non mancano le iniziative promozionali e in palio ci sono suonerie, wall papers e true tones per il vostro telefonino. E cosa veniamo a sapere? Che uno di questi prodotti, il Patapollo, è stato segnalato al concorso "Cibus of the year 2006" come miglior piatto pronto e che ne è stato studiato attentamente il packaging: un bag colorato che ricorda il sacchetto delle patatine. Incuriosita cerco maggiori informazioni ma il sito come avevamo già notato in precedenza, non ci fa sapere gli ingredienti dei prodotti ed è assente la loro etichettatura. E dire che l’obiettivo dichiarato dell’azienda è di "innovare il comparto delle carni bianche e di rispondere alle moderne esigenze di praticità, servizio, risparmio di tempo senza dimenticare il gusto. Se i nuovi prodotti –come si dichiara- sono leggeri e equilibrati, e soddisfano il palato e la vista e sono una gratificazione come insegna la tradizione eno-gastronomica, perché non scrivere come vengono prodotti? E quali sono gli ingredienti? Una questione di trasparenza nei confronti dei consumatori.

Fonte immagine: memorymaker.co.uk

by giovi

sabato 14 ottobre 2006

Macerata, personaggi e fatti

La settimana in provincia

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IL RICORDO - Nel 1906 nasceva Enrico Mattei, uno dei protagonisti che nel secolo scorso ha segnato la storia del nostro Paese. Per ricordarne il centenario la Provincia ha organizzato venerdì una giornata commemorativa al teatro Lauro Rossi con ospiti importanti e diversi momenti di approfondimento. In serata sono stati poi proiettati il film di Rosi "Il caso Mattei" (da vedere) e il documentario che Sergio Zavoli ha realizzato per la Rai, dal titolo "Ricordo di Enrico Mattei".
Di sicuro Mattei è ancora oggi un personaggio molto amato, non solo da maceratesi e marchigiani.

LO SCANDALO - A Porto Recanati ha sconvolto tutti la vicenda di don Giuseppe Giacomoni, arrestato
in provincia di Cesena con l'accusa di violenza sessuale, induzione e sfruttamento della prostituzione, anche minorile. Don Giuseppe, ex salesiano, è stato direttore dell'oratorio portorecanatese negli anni Cinquanta.

CAOS STRADE- Da sempre la viabilità il più grande problema della nostra provincia: grandi lavori solo promessi, oppure solo iniziati. Il presidente della Provincia Giulio Silenzi ha annunciato che dopo 12 anni la prossima settimana ripartiranno i lavori sulla Superstrada per realizzare il tratto Sfercia-Collesentino.
Intanto in città aumentano i problemi e le proteste per il traffico a Villa Potenza e in in via Cioci, dove con l'inizio delle scuole all'ora di pranzo è tornato il caos più completo con tanto di investimento...

IL BLITZ- A Pieve Torina è stata scoperta una piantagione di canapa indiana e sono stati sequestrati ben 22kg di stupefacente (12 di marijuana e 10 di canapa indiana).

RICONOSCIMENTI- L'università di Macerata ha conferito la laurea honoris causa (l'ennesima) a Urlich Beck, uno dei massimi studiosi di sociologia al mondo.
L'avvocato maceratese Vando Scheggia è stato eletto nella giunta nazionale dell'unione delle camere penali, insieme con altri undici colleghi di tutta Italia.

IL PERSONAGGIO- Il civitanovese Giuseppe Cinti, 61 anni, laureato in giurisprudenza a Macerata, è il nuovo ambasciatore d'Italia a Myanmar, l'ex Birmania. Cinti ha ricoperto prestigiosi incarichi in diversi paesi del mondo a partire dal 1979 quando è stato viceconsole a Zurigo, per poi passare a Nairobi (in Kenya) dove ha ricoperto la carica di console. Nel 1989 è stato nominato consigliere commerciale in Libia in uno dei momenti più delicati nel rapporto tra l'Italia e il colonnello Gheddafi. Dal 2004 è a Roma, alla Direzione generale per i Paesi dell'Asia, Oceania e Antartide. Ora il prestigiso incarico di ambasciatore in un Paese caratterizzato dalla repressione militare e dalla lotta, ormai decennale, per il
riconoscimento dei diritti civili.

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LA FRASE- "La storia del cinema mondiale del XX e XXI secolo può essere riassunta in due sole parole,
in un nome ed un cognome: Dante Ferretti". Così il critico del Financial Times Nigel Andrews ha definito lo scenografo maceratese, premio Oscar per "The Aviator" di Scorsese, in apertura di un servizio-intervista di tre pagine.

IL PAESE- Questa settimana sono stato a Matelica, il paese in cui è cresciuto Enrico Mattei e a cui Mattei ha dato lavoro a tantissimi cittadini. A lui è dedicata la bella piazza centrale (meno bella la cattedrale) mentre il vicino Palazzo Mattei - di proprietà della famiglia - è sfortunatamente abbandonato a sè stesso. Tantissime e importanti le scoperte archeologiche rinvenute
in quest'ultimo decennio. Una città di 10.284 abitanti che ha anche un'altra eccellenza: il buon vino con il Verdicchio che può essere considerato il migliore della provincia.
I problemi si chiamano parcheggi (davvero pochissimi) e strade: la viabilità è un vero caos, gli ingorghi sono all'ordine del giorno per la presenza di una sola arteria, l'ex statale Muccese. La Pedemontana resta un miraggio...
In provincia le strade restano un miraggio...

by Matteo Zallocco

mercoledì 11 ottobre 2006

Macerata scopre il rugby

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Si sono presentati da tempo sul nostro forum e domenica hanno esordito
in casa a Collevario con una bella vittoria nel campionato di serie C.
Sono gli Amatori Rugby Macerata. Per farveli conoscere meglio ecco
il mio articolo di ieri sul Carlino.

MACERATA - Mentre all’Helvia Recina la Maceratese era impegnata nel derby
contro il Fano, domenica pomeriggio lo stadio di Collevario ospitava il
debutto casalingo di una nuova realtà sportiva: l’Amatori Rugby Macerata.
L’inizio del campionato di serie C era stato tutt’altro che incoraggiante
con la sconfitta a Fermo per 69 a 0 della settimana precedente. Ma domenica
è arrivato il pronto riscatto con la vittoria (49-10) contro il Rugby
Montefeltro.
La squadra maceratese è stata fondata lo scorso febbraio. «Ho sempre avuto
questa passione - spiega Luca Verdolini, presidente-giocatore, ieri a casa
con un ginocchio a pezzi dopo la partita di domenica - e avevo partecipato a
qualche allenamento a Fermo. Ma inizialmente l’unico che aveva veramente
giocato a rugby era Andrea Lazzaro (a Varese). Gli altri erano tutti giovani
di Macerata che volevano provare questa nuova esperienza. Nel corso dei mesi
poi sono arrivati altri ragazzi che avevano già giocato».
In tutto sono 35 tesserati, dai 17 ai 35 anni. L’allenatore-giocatore,
Pierpaolo Di Niccolò, è di Fermo. Altri giocatori vengono da Civitanova, San
Severino e Tolentino, e c’è anche qualche ragazzo di fuori iscritto
all’Università di Macerata. «Vogliamo solo divertirci - aggiunge Luca
Verdolini - visto che già partecipare a questo campionato è una grande
soddisfazione. Le squadre più forti sono Jesi, Fermo e San Benedetto. Ci
hanno detto che nella città di Macerata non esisteva una squadra di rugby
dalla fine degli anni Trenta».
Nello stesso campionato ci sono le altre due squadre di rugby della
provincia: Mogliano e Recanati. «Questo - prosegue il presidente-giocatore -
è lo sport dell’amicizia per eccellenza. A differenza del calcio un singolo
non va da nessuna parte, è fondamentale l’aiuto di tutta la squadra». Due
gli allenamenti settimanali: il mercoledì e il venerdì alle 20
all’antistadio dell’Helvia Recina.
Poi la domenica si gioca e l’Amatori Rugby Macerata disputerà a Collevario
tutte le gare casalinghe, con inizio alle 15.30. «Nessuno prende un euro,
siamo una società totalmente amatoriale e comunque stiamo cercando uno
sponsor, senza il quale non è facile andare avanti».
Dopo ogni partita c’è il terzo tempo, tipico del rugby, dove le due squadre
si ritrovano assieme a cena. «Qui a Macerata andiamo alle "4 Porte" anche
perché il proprietario si è appassionato a questo sport. Che mangiata
domenica a base di polenta, pasta e pizza!». Insomma, alla fine è festa,
nonostante un ginocchio a pezzi...

by Matteo Zallocco

lunedì 9 ottobre 2006

AAA Giovani tenori cercasi

Si è presentata nel forum parlando della sua grande passione per la lirica, è Turandot, il nickname è molto eloquente e richiama all'opera puccininana inserita nel programma della stagione lirica 2006 dello Sferisterio di Macerata. Ricordate? Ne abbiamo parlato anche a proposito del libro Fiabe all'opera scritto da Alessandra. Turandot ci ha fatto sapere che l'Associazione Franco Corelli, costituitasi un anno fa in onore del celebre tenore anconetano, svolgerà delle audizioni per giovani tenori. La selezione è finalizzata alla partecipazione allo spettacolo "La Festa delle Muse 2007", che si terrà in primavera presso il Teatro delle Muse di Ancona.Gli interessati troveranno il regolamento per partecipare sul sito internet dell'Associazione. Termine ultimo per la presentazione delle domande: 25 ottobre 2006.

Vuoi saperne di più sull'Associazione Franco Corelli? continua a leggere...

Associazione Franco Corelli. Nata dall'iniziativa di amici ed estimatori dell'artista provenienti da diverse località italiane, e pur radicando il suo cuore, per evidenti ragioni affettive in Ancona, la città che gli ha dato i natali, si pone fino dalla sua nascita come organizzazione a carattere nazionale e, in prospettiva, internazionale. A tale scopo ha già stabilito e continuerà a stabilire e ad ampliare contatti in Italia e all'estero, per proporsi, in prospettiva, come elemento di unione e di intercambio fra i "corelliani" di tutto il mondo e, più in generale, fra gli appassionati del teatro d'opera al quale Franco Corelli ha dedicato, con passione e sacrificio, tanta parte della sua vita.

Non a caso, l'Associazione ama identificarsi in una semplice formula, che sta alla base di ogni sua attività: Onorando Franco Corelli si onora l'opera lirica, e onorando l'opera lirica si onora Franco Corelli. Per questo motivo, si propone di superare l'intento meramente celebrativo di un singolo Artista, per quanto di storica ed indiscussa grandezza, per onorarne nel tempo la memoria proiettando la propria attività anche verso il futuro, promuovendo l'amore e la conoscenza, specie fra i giovani, di una forma d'arte che è patrimonio prezioso e insostituibile della nostra cultura. Obiettivo che l'Associazione persegue anche ricercando, incoraggiando e favorendo giovani cantanti che uniscano alle doti naturali quell'umiltà, quello spirito di sacrificio e quella volontà e capacità di migliorarsi ininterrottamente che costituiscono l'eredità più preziosa che Franco Corelli ha lasciato alle nuove generazioni di artisti lirici.

La selezione di giovani tenori, è finalizzata alla partecipazione allo spettacolo "La Festa delle Muse 2007", che si terrà in primavera presso il Teatro delle Muse di Ancona. Gli interessati troveranno il regolamento per partecipare sul sito internet dell'Associazione. Termine ultimo per la presentazione delle domande: 25 ottobre 2006.

by giovi

domenica 8 ottobre 2006

Civitanova Marche: I 500 anni di Annibal Caro

Ha proprio ragione Sergio Fucchi che ci ha segnalato l'evento, in tanti lo abbiamo conociuto a scuola per la sua traduzione dell'Eneide di Virgilio. Mi riferisco a Annibale Caro, non sapevo che fosse nato a Civitanova Marche nel 1507 e che oltre ad essere un famoso letterato, avesse avuto un trascorso anche come commediografo: pochi infatti conoscono il suo lavoro più famoso "Gli Straccioni" che in epoca recente venne messo in scena solo due volte: la prima e più famosa ad opera di Luca Ronconi e la seconda da Bruno Crucitti. Per celebrare l'anniversario della nascita di Annibale Caro, il sindaco di Civitanova Marche, dott. Erminio Marinelli, ha costituito da tempo un comitato per programmare una serie di iniziative che copriranno la fine di quest'anno, il prossimo e l'inizio del successivo. Per l'occasione è stato anche attivato un sito intenet in cui gli interessati potranno informarsi sulle manifestazioni che verranno attuate nei prossimi mesi in onore dello scrittore.Sabato scorso, a "CartaCanta" all'Ente Fiera di Civitanova Marche, è stato presentato l'Opuscolo a fumetti per bambini "Caro...". L'opuscolo permetterà così di far conoscere ai più piccoli la figura dello scrittore e le sue opere.

Grazie a Sergio Fucchi che ci ha segnalato l'evento.

by giovi

giovedì 5 ottobre 2006

La minestra del Leopardi

Del celebre poeta e delle sue passioni e preferenze alimentari abbiamo già parlato su Cronache Maceratesi, le uova pasquali, i fichi secchi, i dolci e i celebri confetti abruzzesi. Sulla base delle numerose testimonianze, si può affermare quindi che Giacomo Leopardi fosse un buon conoscitore dei prodotti della sua terra.Ne ricordava i piu' graditi nelle lettere alla sua famiglia e in una di queste si sofferma sul giorno della festa della "Bragiola" .In quell'occasione, i Leopardi offrivano a tutti i bisognosi, un pasto abbondante per sfamarsi. Negli ultimi anni diventò particolarmente goloso a Napoli, anche grazie all'amico Ranieri che gli inviava dei sorbetti dal caffè Pinto. Come tutti anche lui oltre a piatti particolarmente graditi, nutriva avversione verso qualche ricetta. Chi non ne ha? magari qualche ricordo sgradito nato quando eravamo ancora piccoli. O un piatto che eravamo costretti a deglutire. Per il Leopardi era da aborrire una certa minestra che gli veniva imposta, un piatto che decisamente detestava al punto da dedicargli queste righe: "A morte la minestra"

A morte la minestra

Metti, o canora musa, in moto l'Elicona e la tua cetra cinga d'alloro una corona. Non già d'Eroi tu devi, o degli Dei cantare ma solo la Minestra d'ingiurie caricare.

Ora tu sei, Minestra, dei versi miei l'oggetto, e dirti abominevole mi porta gran diletto.

O cibo, invan gradito dal gener nostro umano!

Cibo negletto e vile, degno d'umil villano! Si dice, che resusciti, quando sei buona, i morti; ma il diletto è degno d'uomini invero poco accorti! Or dunque esser bisogna morti per goder poi di questi benefici, che sol si dicon tuoi?

Non v'è niente pei vivi? Si! Mi risponde ognuno; or via su me lo mostri, se puote qualcheduno; ma zitti!

Che incomincia furioso un tale a dire; ma presto restiamo attenti, e cheti per sentire: "Chi potrà dire vile un cibo delicato, che spesso è il sol ristoro di un povero malato?"E' ver, ma chi desideri, grazie al cielo, esser sano deve lasciar tal cibo a un povero malsano!

Giacomo Leopardi

E voi, avete una ricetta, un prodotto abominevole e disgustoso che ricordate?

Fonte Tool per l'immagine: Util e inutil

by giovi