mercoledì 4 aprile 2007

Il Ginepraio fa esplodere l'Italia

MACERATA Più di trecento spettatori hanno applaudito all'anteprima del film maceratese “Il Ginepraio”, andata in scena lunedì sera al Cinema Italia. Dicesi ginepraio “situazione, faccenda, difficile e intricatissima” e nessuna parola potrebbe rappresentare meglio le incredibili vicende che ruotano intorno alla vita di Palmiro Massaccesi, un vecchio muratore comunista che rischia l'esproprio della casa da parte di un boss della malavita locale. Nel contempo la figlia si innamora dello scagnozzo del boss, Gineprio (brillantemente interpretato da Matteo Mozzoni), mentre il figlio subisce il malevolo influsso di un imbroglione. Ambientazione: “Macerata, città della pace (eterna)”. Un film comico, trash, fuori dagli schemi, ma dove non mancano interessanti riferimenti alla tradizione dialettale locale. Sullo sfondo si legge una difesa alla campagna maceratese di fronte ad una crescente cementificazione e anche una riflessione introspettiva attraverso l’approfondimento psicologico e l’eterna lotta tra il Bene e il Male. Una pellicola spensierata, insomma, dove però non mancano contenuti interessanti. Ben curata anche la colonna sonora. Un film prodotto, diretto, realizzato ed interpretato da un gruppo di ragazzi maceratesi (Giacomo Buongarzoni, Matteo Mozzoni, Roberto Scortichini, Valentina Savojardo, Enrico Tubaldi, Elio Cirilli, Paolo Scortichini, Francesco Ciccarelli, Michele Maggini, Marco Guadagnoli, Francesca Crucianelli e altri ancora). Prima dell'inizio della proiezione il regista e sceneggiatore Giacomo Buongarzoni ha voluto mettere le cose in chiaro: “Tra di noi quello che ha fatto studi più vicini alla cinematografia ha studiato... farmacia”. I mezzi a disposizione, insomma, non erano quelli di Cinecittà, ma la semplicità e la spontaneità dei protagonisti lunedì hanno regalato una serata divertente e originale ai maceratesi. Lo staff sta organizzando nuovi spettacoli, per informazioni rivolgersi a ginepraiosstaff@yahoo.it. Ah, parola d'ordine: "Se mi nonnu ciaia le rote..."

by Matteo Zallocco

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