sabato 30 dicembre 2006

A Civitanova tra bambole e cavalli a dondolo

Oggi pomeriggio sono stata a Civitanova Alta a vedere la mostra. Antichi balocchi – Giocattoli d'epoca dal 1700 al 1950 nella chiesa di Sant'Agostino. La mostra è una ricca raccolta di giocattoli che hanno usato le generazioni precedenti di bambini vissuti tra il 1700 e il 1950. Tra i balocchi, ci sono tantissime bambole, cavalli a dondolo, ambienti in miniatura e macchine a pedali, tutti provengono dalla collezione della signora Lucia Castiglia Leone.

Racconta Alessandro Manzoni ne I Promessi Sposi che alla piccola virginia Leyva predestinata dalla famiglia a passare la sua vita nel convento di Monza, i genitori regalassero soltanto bambole vestite da suora per sviluppare nella giovane una solida vocazione religiosa. Infatti spesso i giocattoli erano usati dai genitori per indirizzare l'indole dei figli alla consapevolezza del ruolo futuro nella società. Alle bambine si regalavano solo bambole, utensili da cucina e ce ne sono molti in mostra. Si riconoscono tra i pezzi quelli invece destinati ai maschietti come le spade, eserciti, fucili, automobili in latta. Mi sono presa il catalogo e ho fatto delle foto, eccone alcune. Il resto scopritelo voi, fateci un giro prima del 21 gennaio, ultimo giorno della mostra.

Fonte: ByMarche.it

by giovi

giovedì 28 dicembre 2006

Luciano Latini e l'oncologia a misura d'uomo

Ecco l'intervista a Luciano Latini, per ora primo in classifica nell'iniziativa il "Maceratese dell'anno"
del Carlino.
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Da cinque anni Luciano Latini è il direttore dell’unità operativa di oncologia, ora considerata il fiore all’occhiello della sanità maceratese. .
Luciano Latini, cosa è cambiato in questi cinque anni?
«Siamo passati da poco meno di 3.000 prestazioni in un anno alle attuali 16.400, tra day-hospital e prestazioni ambulatoriali».
Insomma, parlano i numeri...
«Prima molti pazienti maceratesi cercavano altre oncologie, ora restano qui. Inoltre il 52% degli accessi proviene da altre aziende sanitarie, anche da fuori regione».
L’oncologia maceratese ha raggiunto grandi risultati dal punto di vista scientifico entrando a far parte di quindici studi nazionali e internazionali. E’ questo il risultato più importante?
«E’ una grande soddisfazione, ma il traguardo più importante è un altro».
Ossia?
«E’ cambiato il nostro modo di essere oncologi. Prima ci si occupava solo della malattia, ora abbiamo scoperto che dietro al cancro c’è un uomo che vuole comunicare, che vuole informazioni. Un uomo che sogna e vuole vivere. Intorno a quest’uomo c’è una famiglia che avevamo trascurato. Per quest’uomo abbiamo rivoluzionato il reparto»
Ora è un reparto fatto di colori, piante, fotografie. Insomma, non è solo un reparto d’ospedale...
«Esattamente. Ora il reparto viene vissuto anche al di fuori della terapia: in tutte le camere ci sono televisioni con videoregistratori; una collezione con oltre 350 videocassette; lungo il corridoio c’è un angolo bar alimentato dalle offerte dei pazienti; festeggiamo tutte le feste e i compleanni; alcuni venerdì, dalle 13 all’13.30 organizziamo il pizza-party, il più delle volte offerto dai pazienti; abbiamo abbonamenti a diverse riviste e quotidiani. Poi c’è il progetto “ritorno alla bellezza”: ogni martedì un parrucchiere, un truccatore e un esperto di moda sono a disposizione dei pazienti. E da due anni, d’estate, organizziamo una settimana di vacanza».
Quest’anno non sono poi mancate le iniziative benefiche, a partire dalla partita organizzata all’Helvia Recina tra i medici maceratesi le vecchie glorie dell’Inter...
«Ahimé in quell’occasione mi sono anche rotto il legamento d’achille. Ma è stata una bellissima esperienza: abbiamo raccolto 7.000 euro per l’ambulatorio di oncologia geriatrica. Abbiamo organizzato per beneficienza anche incontri con artisti e un torneo di burraco a cui hanno partecipato 250 persone».
E ora sta per realizzarsi il progetto di assistenza domiciliare...
«Partirà ad inizio 2007 con la sponsorizzazione della Provincia: il presidente Silenzi ha subito accettato la proposta. Collaboreranno anche la medicina del territorio e la medicina di base. Aspettiamo di partire per vedere se anche questo sogno si realizzerà».
Quali sono state le soddisfazioni più grandi in questo 2006?
«Rispondo con un po’ di commozione: il giorno più bello è stato quello in cui è nata la figlia di una nostra paziente a cui tutti avevano detto che non sarebbe potuta diventare mamma. Indimenticabili anche i giorni in cui ho fatto da testimone di nozze ad alcuni pazienti».
Quali sono, invece, i problemi con cui dovete convivere?
«Vorremmo avere più spazi, abbiamo tantissima gente e quando vedo pazienti costretti a fare chemioterapie seduti sulle sedie mi vengono i brividi. Mi piacerebbe poi avere un reparto di oncologia: non ritengo giusto dover seguire per 3 o 4 anni pazienti che poi vengono trasferiti in altri reparti. Sono fiducioso: quest’azienda ha sempre detto di esserci vicina».
Come giudica la sanità maceratese?
«E’ una buona sanità. Ma dal punto di vista umano bisognerebbe essere un po’ meno provinciali. Io questo ospedale lo trasformerei: realizzerei una scuola materna e un doposcuola per i figli dei dipendenti; un cinema; un parrucchiere. Con tanti colori e fiori, come nel nostro reparto».

by Matteo Zallocco

domenica 24 dicembre 2006

Auguri da Cronache Maceratesi!


Un augurio speciale da Giovi e Matteo dalla redazione di Cronache Maceratesi.

A presto!

by giovi

giovedì 21 dicembre 2006

A Treia:from farm to fork

Sono tornata da Treia e dalla manifestazione "I tesori del bosco" con il portabagagli pieno di pacchi e pacchetti, pronti a finire sotto l'albero di Natale di amici e conoscenti. Ho speso davvero una cifra, ma come non approfittare delle tante prelibatezze esposte sulle bancarelle per fare qualche compera un pò diversa dal solito? e soprattutto questi mercatini sono l'occasione per conoscere di persona i produttori, si possono quindi chiedere informazioni e soddisfare le nostre curiosità. Tra i personaggi piu' folckloristici che ho incontrato c'è il sign Kackele. L'imprenditore è di origini tedesche, ha una azienda agricola in località Sellano vicino Camerino e non si trovavano solo mele sulla sua bancarella, ma anche confetture e una cosa un pò insolita alle nostre latitudini, il succo di mele, una usanza questa tipicamente nordica.Da provare! Ho voluto anche prendere due marmellate prodotte dall'agriturismo Fontechiara che si trova in c.da Paterno, vicino Treia. Non capita spesso di trovare le dolcissime marmellate all'uva fragola o alle mele che hanno i petali di rose tra gli ingredienti. E così non avete scuse, se avete in giardino delle piante, il prossimo anno, oltre al rosolio, potreste cimentarvi nella preparazione di una marmellata aromatizzata ai petali di rosa.

Potevano mancare il ciauscolo e i formaggi al tartufo? se poi è un personaggio generoso come Angelo che ti fa assaggiare tutto quello che c'è, non puoi non fermarti ad ammirare anche il suo abbigliamento osè. Uno sguardo alla bancarelle degli infusi non poteva mancare vista la passione che abbiamo in casa di cimentarci nela preprazione di grappe aromatizzate.Un digestivo ci vuole da tenere e nella sporta è finito il mistrà alla liquirizia.Il produttore di cui purtroppo non ricordo il nome, mi ha spiegato che la liquirizia era calabrese, infatti sui Sibillini la piantina cresce ma la radice che si ricava non è abbastanza dolce per essere usata. E poi cos'altro? tanti dolci artigianali, caffè tostato a San Elpidio a Mare (AP) e il vino cotto con le sue proprietà salutari. Era possibile acquistarne invecchiati per periodi diversi, ho trovato perfino uno stravecchio invecchiato ben 10 anni. E il tartufo? troppo costoso per le mie tasche, ma annusare e guardare, non costa niente.

Impossibile resistere davanti alle cioccolate Marangoni e alle cialde ricoperte di cioccolato fondente o al latte del Forno Cintioli. E poi da quando sono stati sfatati i luoghi comuni sul cioccolato e si è scoperto che non solo la cioccolata non fa venire i brufoli ma fa anche bene al cuore, si mangia senza farsi venire troppi sensi di colpa. E ora spazio per le immagini!


by giovi

lunedì 18 dicembre 2006

Lo scudetto nato... in cucina

Dopo Ulderico Lambertucci ecco l'intervista ad un altro candidato al "Maceratese dell'anno": Fabio Giulianelli, amministratore unico della Lube volley campione d'Italia.

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Fabio Giulianelli, è più bella una cucina Lube o la vostra squadra di volley?
«La squadra è nata grazie alla bellezza della cucina: non ci sarebbe stata la possibilità di fare quello che abbiamo fatto senza un’azienda solida alle spalle. Abbiamo sempre lavorato dietro alle quinte, ma siamo i primi in Italia per cucine prodotte».
Il 21 maggio 2006 la Lube è diventata per la prima volta campione d’Italia. Cosa ha provato?
«Non ci credevo, mi sembrava un sogno, qualcosa di irreale: 11.000 persone sugli spalti del Palas di Pesaro, 3-0 alla Sisley, la squadra più forte d’Europa. Ma noi avevamo più fame».
Insomma, la Lube è riuscita a realizzare il suo sogno più grande...
«Lo scudetto è il coronamento di un progetto: era il nostro grande obiettivo sin dalla nascita della società, nel 1990. Avevamo le idee chiare: volevamo solo vincere, non c’era motivo di arrivare secondi o terzi. Nei primi anni abbiamo avuto difficoltà a far percepire questa mentalità vincente ai giocatori. Poi abbiamo iniziato a vincere, ci siamo portati a casa tutte le Coppe e quest’anno è arrivato il trofeo più bello».
Qual è stata la mossa vincente?
«Scegliere gli uomini, prima dei campioni. A partire da Fefè, con la sua filosofia dei piccoli passi ci ha regalato lo scudetto».
E ora la Lube non si è ancora svegliata dal sogno?
«Esattamente, ci stiamo cullando troppo sugli allori. Dobbiamo svegliarci, lasciar perdere il passato e pensare al presente e al futuro».
E’ vero che non le è mai piaciuto l’appellativo di “Inter della pallavolo”?
«Mi ha sempre dato fastidio, perché la nostra è un’altra storia. Noi negli ultimi cinque anni abbiamo vinto tanto. Quest’anno anche l’Inter ha vinto lo scudetto, ma non sul campo: io non l’avrei mai preso perché non avrei mai potuto sentirlo mio».
Parole da juventino doc. Fa male vedere la sua squadra in B?
«Sì, perché non era marcia la Juve, ma tutto il sistema: tutti lo sapevano e tutti partecipavano. E’ stato intercettato Moggi, mentre altre telefonate non sono state prese in considerazione. Si sarebbe dovuto sospendere il campionato per un anno per penalizzare tutti, anziché nascondersi dietro questa falsa ipocrisia».
Il volley è un’altra cosa...
«E’ un ambiente più genuino, al palazzetto vengono anche le famiglie e non esiste tutta questa animosità nel dopo-partita. E’ questo il vero male del calcio».
La nuova sfida della Lube?
«Dimostrare a tutti di essere i numeri uno, sia dal punto di vista sportivo che commerciale. Restare in vetta è più difficile che salirci».
Con quale squadra e con quale azienda la Lube ha più rivalità?
«Nella pallavolo sicuramente con Treviso, ma è una rivalità sana: è sempre un piacere misurarsi con una realtà di quel genere. Di aziende “rivali” invece ne abbiamo tante perché vogliamo essere competitvi sia con i prodotti che costano poco, sia con quelli che costano tanto».
Cosa fa Fabio Giulianelli fuori dalla Lube?
«Mi piace stare in famiglia e non rinuncio mai alla partita di calcetto settimanale con dirigenti, tecnici e impiegati. Prima di scegliere un allenatore gli chiedo se sa giocare...»
Il più grande giocatore avuto?
«Ivan (Miljkovic, ndr)».
Tornando in cucina: il suo piatto preferito?
«Spaghetti».
Il segreto del successo Lube?
«Con noi il cliente ha sempre la possibilità di trovare soluzione a qualsiasi problema. E questo si rispecchia anche nel volley: il tifoso è un cliente esigente e critico che dobbiamo soddisfare»

by Matteo Zallocco

domenica 17 dicembre 2006

Sorridi! C'è Babbo Natale!

Ma voi quando eravate piccoli, avevate paura di Babbo Natale? O vi metteva allegria? Pensate che il Prof. J.Trinkaus, un docente univesitario americano, su questo tema ha svolto degli studi e su più di 300 piccoli, ha scoperto che solo l'1% dei bambini sorride davanti a Babbo Natale, mentre il 99% mostra espressioni di paura fino al pianto. Al contrario i genitori erano sempre euforici. I dati ottenuti nella ricerca, sono stati pubblicati in ”Visiting Santa: An Informal Look”, nella rivista Psychological Reports (2004) e sono stati confermati dallo stesso autore in uno studio successivo. Visiting Santa: Another Look”, Psychological Reports (2005).

Un po' sorpresi vero? Tornando alla figura di Babbo Natale, considerato da molti un simbolo delle festività natalizie, ci sono tante notizie recenti che lo riguardano. Nel Regno Unito i sindaci di alcune città britanniche hanno deciso di abolire gli addobbi natalizi, spariti anche i biglietti con la scritta Merry Christmas in rispetto di altre culture. Un tema su cui riflettere come quello che riguarda il destino di Santa Claus messo al bando nei mercatini di Natale di Austria e Germania. Al suo posto autoadesivi classici, che riportano l'immagine del bandito in un segnale di divieto. A Vienna l'iniziativa è partita dall'amminstrazione comunale: "è un'usanza americana, più legata alla Coca Cola, niente a che vedere con la spiritualità del Natale". Nelle Marche sono invece numerose le iniziative che hanno Babbo Natale come protagonista. Sant’Agata Feltria, nel cuore del Montefeltro, nel mese di dicembre diventa “Il Paese del Natale”, spettacoli degli zampognari, le cornamuse, immancabili spettacoli per bambini.. Lungo le vie e piazze, i tradizionali mercatini di Natale, gastronomia, folclore e si legge dai comunicati stampa, che ad un certo punto il vero Babbo Natale si manifesti con le renne in carne e ossa. A Frontone invece si può visitare il Castello di Babbo Natale accompagnati da castagne e vin brulé, musica soffusa e Babbi Natale invitati appositamente. Anche il capoluogo anconetano, ospita in Piazzza Pertini un mercatino natalizio con la immancabile slitta e casetta di legno. E nel maceratese? Facciamo un giro insieme in provincia, non mancano di certo le iniziative!

In molti comuni della Provincia di Macerata sono stati organizzati mercatini e feste riservate soprattutto ai più piccoli. A Tolentino, il Mercatino di Natale si snoderà per tutto il centro storico. Previsti trampolieri, mangiafuoco, clown e zampognari e non potranno certo mancare Babbo Natale e la Befana, ad alimentare la fantasia infantile. Bancarelle e tante iniziative anche a Cingoli, e Urbisaglia. A Camerino fino al 7 gennaio rimarrà aperta anche la casa di Babbo Natale. La casa è stata allestita nel Palazzo delle Esposte nel centro storico della città ducale. Un Babbo Natale accoglierà tutti i bambini che desiderano incontrarlo e trascorrere qualche ora con lui, nella sua casa. Chi bussa alla porta dell’abitazione, troverà il grande vecchio vestito di rosso ad aprire il portone tra ghirlande e pacchi, vischio e luminosi alberi di Natale. Per arrivare al portone d’ingresso si oltrepassa un grande cancello con borchie che recano le iniziali di Babbo Natale. Nel cortile della casa c’è il giardino con la slitta parcheggiata. Si può visitare il laboratorio dove è stato ricostruito un laboratorio di Babbo Natale che costruisce i giocattoli e prepara i pacchi, si può curiosare nell’angolo della posta con scrivania piena di mucchi di lettere, ci si può accomodare nella cucina con focolare e sedia a dondolo vicino al tavolino con cesti di caramelle e dolciumi. Si può entrare nella camera da letto, tra pantofole e foto della Befana sul comodino. Ricco il programma anche nel capoluogo, qui trovate tutto quello che ha organizzato il comune di Macerata con concerti, mostre, i mercatini dell'artigianato artistico e la immancabile festa con Babbo Natale.

Sorridi, c'è Babbo Natale!

by giovi

martedì 12 dicembre 2006

Lambertucci, 11.780 chilometri nel segno della pace

Anche su CM le interviste che sto realizzando sul Carlino per l'iniziativa il Maceratese dell'anno.
Iniziamo con Ulderico Lambertucci.

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Ulderico Lambertucci con i compagni di avventura Zamir Dekavelli e Ferdinando Stacchiotti

A 14 anni ha iniziato a lavorare come muratore, a 60 ha costruito la sua grande impresa. Ulderico Lambertucci è partito da Macerata lo scorso 4 febbraio per arrivare a Pechino il 4 agosto, con quasi quattro mesi di anticipo sulla tabella di marcia. Da piazza della Libertà a piazza Tienammen, 11.780 chilometri, come 400 volte Macerata-Loreto. Di corsa. Sulle orme di Padre Matteo Ricci, il gesuita che scavalcò la Grande Muraglia con secoli d’anticipo sulla nixoniana politica del ping-pong. Abbiamo incontrato «Ulderico il Grande» ieri mattina, in piazza, nella sua Treia. Il «Maratoneta di Dio» è rimasto fermo più di mezzora a raccontarci la sua impresa. Ogni tanto qualche concittadino si è fermato, lo ha abbracciato, con una buona dose di complimenti.
Lambertucci, ormai è diventato famoso...
«Di sicuro queste cose fino all’anno scorso non mi capitavano. Pensate che l’altro giorno sono stato ospite di una scuola e i ragazzi mi hanno accolto con un boato».
Qual è stato il giorno più bello, una volta tornato da Pechino?
«Il 27 agosto, a Loreto: un’accoglienza straordinaria».
Cosa rappresenta per lei Padre Matteo Ricci?
«Ho letto delle pubblicazioni su di lui, mi ha letteralmente folgorato. E’ stato senza dubbi il più grande maceratese di tutti i tempi. Ha fatto molto di più anche di Marco Polo, riuscendo ad immedesimarsi nel popolo cinese».
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Ripensando alla sua impresa, c’è stato un momento in cui ha pensato di non farcela?
«All’inizio, poco prima di arrivare a Venezia. Mi si era gonfiato tantissimo il piede, fortunatamente il dottor Galassi ha capito che era colpa delle scarpe allacciate troppo strette. Per quattro giorni ho corso 5-10 km in meno».
In media quanti chilometri al giorno?
«Sessantasette fino al Kazakistan, 72 una volta entrato in Cina. Il record l’ho stabilito il penultimo giorno con 82 chilometri».
Che impressione le ha fatto la Cina?
«Bellissima. Una nazione in grande crescita, dove si lavora tanto. Ho corso in bellissime strade a otto corsie».
Va più veloce Lambertucci o la concorrenza cinese alla nostra economia?
«La Cina non ha rivali».
E adesso cosa fa?
«Ho ripreso il mio lavoro di artigiano edile con mio figlio. Poi la sera, dalle 18 alle 20, mi alleno».
Qual è il suo segreto?
«Una vita regolarissima: non ho mai fumato una sigaretta, mangio tanta frutta e verdura e la sera al massimo vado a letto alle 22».
Il suo piatto preferito?
«Il pesce e la pizza. A quest’ultima ho dovuto rinunciare per sei mesi, e non è stato facile».
Hobby?
«Impiego tutto il mio tempo a lavorare e correre. Non seguo la politica, mi piace l’atletica e un po’ il calcio: tifo per il Milan, ma quest’anno va male, sono rimasti tutti anziani...».
A cosa pensa quando corre?
«Prego tantissimo. Mi serve per passare il tempo e per caricarmi».
Non a caso la chiamano il «Maratoneta di Dio»...
«Mi hanno dato questo soprannome dopo il “viaggio a piedi” Fatima-Santiago di Compostela-Lourdes-Assisi-Loreto».
Insomma, per lei la Macerata-Loreto è uno scherzetto...
«Diciamo che arrivando a Pechino l’ho fatta 400 volte».
Qualcuno da ringraziare?
«Monsignor Comastri, una persona eccezionale: ogni sua parola mi entra dentro. Prima di partire mi ha dato dodici medagliette della Madonna di Madre Teresa di Calcutta, che ho lasciato in 12 piazze».
Il prossimo obiettivo?
«Il 2007 sarà un anno di semi-riposo fatto di allenamenti e qualche maratona. Nel 2008 sono intenzionato a percorrere la Macerata-Gerusalemme. E poi ho un sogno: Terra del Fuoco-Groellandia, ma stavolta ho bisogno di uno sponsor».
Il grattacielo di Ulderico Lambertucci non è ancora finito.

by Matteo Zallocco

giovedì 7 dicembre 2006

Le terre maceratesi del tartufo

Se diciamo tartufo e pensiamo ad un comune marchigiano, cosa ci viene in mente? Acqualagna e non potrebbe essere altrimenti visto che la provincia di Pesaro è quella che viene descritta come vocata territorialmente. Un giacimento gatronomico di 50 km quadrati attorno al comune pesarese che nel libro "I luoghi del gusto" del gastronauta Davide Paolini, è citato come esempio di straordinario connubio territoriale con circa 200 tartufaie artificiali e diverse aziende che commercializzano il fungo. Circa il 10% degli abitanti dell'area possiede il patentino e il 90% dei cani viene da qui. E' inoltre in provincia di Pesaro, a S.Angelo in Vado che sorge il centro di Tartuficoltura sperimentale della Regione Marche. Il Centro Sperimentale, produce piantine tartufigene, che, micorizzate, sono usate per rimboschimenti e tartufaie coltivate.

Ma il prezioso tubero si trova anche nelle altre province. Nel maceratese è molto diffuso il Tartufo Nero Pregiato, nei comuni di Fiastra, Caldarola, Sarnano, Sanginesio, Camerino, Castel Raimondo, Visso, Matelica. Il Tartufo Bianco Pregiato nei comuni di Sanginesio, Gualdo di Macerata, Penna S.Giovanni, Camerino. A Muccia la settimana scorsa si è svolta la manifestazione "Le terre del tartufo" e il tartufo, insieme ad altri prodotti del bosco, sarà protagonista a Treia in occasione dell'evento "Sotto l'albero: I tesori del bosco".

Sabato 9 dicembre si parlerà di tartuficoltura durante il convegno "Il Bosco un’opportunità del Territorio” . Tra i relatori infatti vi sarà il Prof. Mattia Bencivenga, Docente del Dipartimento di Biologia Vegetale e Biotecnologie Agroambientali dell’Università degli Studi di Perugia. Il Prof. Bencivenga, un esperto sull'argomento, parlerà della tartuficultura e sue prospettive in Italia. La tartuficoltura costituisce una nuova e interessante forma di agricoltura in continua espansione ed evoluzione soprattutto per la ricerca, da parte degli agricoltori, di attività agricole alternative nel rispetto dell’ambiente e possibili anche nei terreni marginali in continuo abbandono e soggetti a degrado ecologico. Negli ultimi anni è aumentato il consumo dei tartufi freschi e conservati mentre è fortemente diminuita la produzione delle tartufaie naturali a causa della intensa raccolta, della modificazione degli ecosistemi, dell’abbandono delle campagne. Come conseguenza si è verificato un forte aumento dei surrogati del tartufo, e con essi delle frodi alimentari. Questo stato di cose ha favorito lo sviluppo della tartuficoltura propagandata dai vivaisti a cui è possibile rivolgersi per acquistare le piante micorrizate e fare progetti di tartufaie. Sono state, così, impiantate numerose tartufaie, ma solo poche forniscono una produzione soddisfacente.

Sotto l'albero: I tesori del bosco è molto altro. A Treia, oltre al convegno, ci saranno stands espositivi con l'opportunità di acquistare prodotti del bosco: dai funghi al miele, le mele rosa di Camerino, pecorino col tartufo, noci, confetture, nocciole e una selezione di vini del territorio. Non mancheranno cestini di vimini e "vanghetti" per cavare i tartufi. Che altro? possibilità di fare passeggiate guidate, corsi di cucina e degustazioni. Domenica 10 dicembre presso la località San Lorenzo, sarà inoltre possibile assistere ad una gara di cani da tartufo “Come staniamo i tartufi”, a cura dell' Associazione Riminese Tartufai. La promoter Lely vi informa di tutte queste cose e ultime news sul blog Sotto l'albero: I tesori del bosco. Seguitelo!

Allora ci vediamo a Treia che in occasione del convegno di sabato entrerà ufficialmente a far parte dei comuni italiani insigniti del titolo "I Borghi più belli d'Italia".

by giovi