giovedì 27 dicembre 2007

Il gusto dei marchigiani a tavola

Portonovo (AN). Torta Riviera del Conero

Fine anno. Tempo di bilanci e di classifiche come quella a cui ci ha abituati il Sole 24 ore che esce con la sua classifica annuale sulla Qualità della vita delle province italiane. Chi sale, chi scende, bocciati e promossi. Chi è salito si vanta delle posizioni guadagnate. Chi scende non ci sta. La media dei vari punteggi su aspetti diversi tra loro come ambiente, società, trasporti, criminalità, salute e tempo libero ha determinato uno scivolone di Ancona, capoluogo di regione. Macerata quest’anno ha ottenuto un grande risultato, 18° in assoluto. Calano di molto le altre tre province.

Per quanto riguarda il Tempo libero, Ancona è decisamente e costantemente inserita tra le prime venti, in una posizione migliore rispetto alle altre province. Parlo della sezione Il gusto a tavola, titolo che può sembrare fuorviante comunque. Se pensate che sia un indice calcolato sulla base di indagini sulle scelte e preferenze alimentari dei cittadini, vi sbagliate, bensì è un indice sulle Eccellenze enogastronomiche del territorio. La sezione Il gusto a tavola vede la provincia di Cuneo stabilmente in vetta, da diversi anni. Come viene calcolato l’indice dell’offerta enogastronomica? E’ un numero elaborato dal Sole 24 ore su dati Censis relativi all’offerta enogastronomica di qualità e include le produzioni biologiche, i prodotti tipici, i vini e la ristorazione "di qualità". Macerata in questa sezione ha sempre occupato una posizione inferiore rispetto al capoluogo e alle altre province. I maceratesi meno buongustai degli anconetani e meno gaudenti a tavola? Sono cifre comunque da prendere con le pinze. Perché il gusto dei consumatori non dipende certo dalla presenza di un numero maggiore di ristoranti presenti sulle guide. O dal numero di locali su 100.000 abitanti. Magari se citiamo gli chef Moreno Cedroni o Mauro Uliassi, sappiamo chi sono, mentre non ci viene in mente neanche un nome di chef maceratese? Eppure quel famoso cuoco marchigiano ebbe i natali a Visso, vi ricordate Antonio Nebbia e gli altri cuochi maceratesi ricordati in De coquinaria maceratese?

Cari Maceratesi, siete oltre il 50° posto in tema di Gusto a Tavola e non solo quest’anno, lo eravate anche l’anno scorso e due anni fa. Verdicchio dei Castelli di Jesi batte Vernaccia di Serrapetrona e Verdicchio di Matelica? Il ciauscolo inferiore al prosciutto di Carpegna? Il pecorino dei Sibillini meno importante e blasonato del formaggio di fossa di Talamello (PU)? La pera di Serrungarina (PU) piu’ dolce della mela rosa dei Sibillini? Il marrone di Acquasanta Terme piu’ buono di quello del Montefeltro? Che ne dite di lasciar perdere le questioni di campanile, almeno quando siamo a tavola, siamo tutti marchigiani. E ora una poesia

OMAGGIO AL MARCHIGIANO di Giorgio Umani

O marchigiano
formica d’italia
che mangi per mezzo
e lavori per tre,
che stringi la cintola
al ventre
e non tendi la mano;
O marchigiano,
parente
povero d’ogni vicino
che accetta il tuo grano,
che apprezza il tuo vino,
poi passa sdegnoso
lontano;
non c’é nessuno
che t’offra un caffé,
ma tutti lo sanno
qual’é la tua porta
se c’é da gradire
un boccone da te.

O Marchigiano
soldato forte,
duro al lavoro
e duro alla battaglia,
scalar le vette
e dormir sulla paglia
é la tua sorte
e, se vinci la morte,
tornare al paese
e non chieder la medaglia.

O marchigiano
parsimonioso,
nato per fantería
quando dall’Alpe
quando dall’Amba
sei ritornato in borghesia
manco il vestito
t’eri avanzato
e la domenica
vai ancora a Messa
con la mantella
da vecchio soldato.

O Marchigiano,
ingegno sottile,
scusso d’argento
e ricco a talento,
pigli il pennello
e ti chiami Gentile
e ti chiami Raffaello
canti e sei Gigli.

Pure c’é un arte
che tu, del ceppo
che ti diede Bramante,
che diede Spontini,
Leopardi e Rossini,
non saprai mai:
vendere bene
la merce che hai.

Tu dove gli altri
si fanno avanti
a furia di gomiti,
a furia di spinte,
sai solo d’arte
di farti da parte
sai solo il mondo
di star tra le quinte;
tu sempre pronto
a cedere il passo,
sempre disposto
a coprire di fiore
i padreterni
che vengon da fuori.

O Marchigiano
che, fossero lire
volere e capire,
saresti nato banchiere;
perché nell’orto
del forestiere
pigli per lauro
anche il rovo,
tu, ch’hai tra le rose
del tuo giardino
le cose
piú belle del mondo,
il Conero e Portonovo
il Furlo, Frasassi,
il Palazzo d’Urbino
e il Capellone di Tolentino!
Dico: Ma se persino
Maria santissima
appena in segreto
ebbe dato
uno sguardo al creato
è venuta di casa a Loreto!

Fonte: Classifica Qualità della vita delle province italiane 2007-Sole 24 Ore e per la poesia TourBlog.

by giovi

lunedì 24 dicembre 2007

Blog Concerto di Natale

Quale canzone natalizia preferite? La più bella secondo voi?
Dipende di certo dal nostro stato d’animo e dai ricordi che evocano. Ecco a tutti voi, affezionati lettori del forum e di Cronache Maceratesi, un elenco di canzoni da ascoltare. Insomma un concerto virtuale! Tra le mie preferite c'è
Happy Xmas cantata da John Lennon.
Non c’è Natale però senza
Oh Happy Day e We Wish You A Merry Christmas!
e Stille Nacht?
Tra le più allegre, colloco Jingle Bell in versione rock.

Una delle più classiche canzoni americane dedicate al Natale è It's Beginning to Look a Lot Like Christmas. Scritta nel 1951, ha avuto un rinnovato successo nel 1992 quando è stata riarrangiata e interpretata da Johnny Mathis per il film Home Alone 2 - Lost in New York, in Italia: Mamma ho perso l'aereo.

Mariana e Paula propongono La Peregrinación di Ariel Ramirez, cantata da José Carreras.

Altre che ho trovato: Tu scendi dalle stelle, sempre bella da ascoltare con il suono della cornamusa. Silver Bells cantata da Bing Crosby. Oh holy night. Joy to the world, cantata da Nat King Cole, e White Christmas.

Alla piccola renna Rudolph, al suo naso luminoso che illuminò la strada a Babbo Natale è dedicata Rudolf, the Red Nosed Reindeer.

Forse non tutti lo sanno, ma anche una grande rock-band ha contribuito ad accrescere la già vasta mole di canzoni natalizie. Sono i Queen con il singolo Thank God It's Christmas che venne scritto nel 1984.

Forse la piu' recente è It doesn't often snow at Christmas, scritta e interpretata dai Pet Shop Boys nel 1997, ma difficilmente reperibile fino al 2005, quando fu ripresa in una compilation di Elton John, dedicata alle canzoni di Natale preferite dal cantante. La canzone è interessante in quanto esprime tutta la disillusione per la perdita dello spirito del Natale, nel mondo moderno, votato al consumismo.

Un blog interamente dedicato alle canzoni natalizie è questo.

Che siano tradizionali, classiche, oppure che contengano solo la parola Natale non importa, ciascuno segnali la sua preferita e la inseriremo.

Buon Natale!!!

Matteo e Giovi

Carla suggerisce: LAST CHRISTMAS degli Wham.

Franz ci ricorda I Just Called To Say I Love You e la versione irish di Silent night di Enya.

Le preferite di Lauretta:

Feliz navidad, http://www.navidaddigital.com/villancicos/castellano/feliz-navidad.htm)"> e "All I want from christmas is you" di Mariah Carrey

by giovi

mercoledì 19 dicembre 2007

Anffas Macerata, un'associazione che merita un regalo

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Anffas Macerata fotogallery

In una città ricca di associazioni come Macerata gode della stima di tutti l'Anffas, per il lavoro che svolge quotidianamente al servizio della collettività. Nata nel 1967 l'Anffas Macerata è cresciuta nel corso degli anni fino a diventare un punto di riferimento per l'intera regione.
I servizi e soprattutto i sorrisi che l'Annfas riesce a regalare ogni giorno alle persone affette da disabilità intellettiva li ho visti di persona andando a trovare l'altro giorno il presidente Mario Sperandini, che per questa Associazione lavora a tempo pieno come volontariato.
Di seguito l'intervista, uscita ieri sul Carlino di uno dei candidati al Maceratese dell'anno.
Questo è un periodo importante per l'Anffas, alla ricerca fondi per la realizzazione dei lavori della nuova struttura che consentirà all'Anffas di accogliere le richieste di altre persone e garantire a tutti uno spazio capace di donare serenità.

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MACERATA
Un mare di professionalità in un oceano di solidarietà. Nelle strutture dell'Anffas di via Vanvitelli si scopre un mondo pieno di valori che può essere un esempio per la nostra società e un orgoglio per questa città. L'Anffas Macerata nasce nel 1967, Mario Sperandini ne è il presidente dal 1989. Una vita dedicata al volontariato per lui che da tre anni è in pensione dopo aver lavorato nel settore della psichiatria.
Come è nata questa Associazione onlus?
“L'Anffas è sempre stata una grande famiglia – risponde Sperandini – Nacque a Roma nel 1958 su iniziativa di una mamma che partorì un bambino con una disabilità intellettiva. E' una donna francese che sposò un italiano e una volta arrivata a Roma trovò il deserto in tema di servizi e diritti. Allora contattò altre mamme che vivevano la stessa esperienza e insieme costituirono questa Associazione che si sviluppò rapidamente in Italia. A Macerata nacque nel '67 su iniziativa di un gruppo di genitori che si impegnarono a tirar fuori dalla clausura domiciliare i propri figli”.
L'Anffas Macerata non è solo un centro socio-educativo...
“E' un centro di riabilitazione perchè fin dall'inizio è stato incluso il settore sanitario. Gestiamo un centro ambulatoriale per più di 400 pazienti che si sottopongono a sedute di fisioterapia, psicomotricità, logopedia e visite specialistiche e per questo siamo diventati un punto di riferimento non solo per la Zona Territoriale di competenza”.
Lei come si è avvicinato a questa Associazione?
“Come tutti i genitori. Trentacinque anni fa mia figlia nacque con una disabilità intellettiva e nei primi anni '80 ho vissuto anche l'esperienza della scuola speciale, in cui questi ragazzi venivano veramente discriminati”.
Come è cambiata l'Anffas in tutti questi anni?
“Abbiamo fatto tanto, impegnandoci sempre in prima persona e coinvolgendo l'istituzione pubblica. Il nostro impegno principale è stato l'accoglimento della disabilità dal punto di vista sociale e culturale. C'è sempre stato un gruppo di genitori che si è impegnato molto per chiedere più diritti e più attenzione”
C'è sostegno da parte delle istituzioni e dell'opinione pubblica?
“Sicuramente nel corso degli anni la solidarietà è cresciuta. D'altronde ciò che l'Anffas fa va a vantaggio di tutta la collettività. Ma non è facile in una società sempre più egocentrica e narcisista, in cui l'apparire conta più di tutto. Ma Macerata è sempre stata una città accogliente e attenta ai valori. Se siamo riusciti a fare tanto è anche grazie all'ambiente circostante”.
Come si svolge l'attività quotidiana?
“Ospitiamo nel Centro Diurno (dalle 8.30 alle 16.30 dal lunedì al venerdì) 54 ragazzi che hanno terminato il percorso di inserimento scolastico. Vengono seguiti da 14 educatori e divisi in gruppetti per svolgere le attività secondo un piano individuale. Otto di loro vengono poi ospitati nella Comunità alloggio. Il problema angosciante dei genitori è infatti il “dopo di noi”, “cosa faranno quando non ci saremo più”. Da nove anni questi ragazzi vivono insieme, seguiti da tre educatori, con lo scopo di ricreare per quanto possibile il clima familiare. Nelle altre due strutture ospitiamo l'amministrazione e l'ambulatorio. Oltre a noi genitori volontari abbiamo un personale composto da 49 dipendenti, più i consulenti esterni”.
Ma gli spazi non bastano...
“Esattamente. Sono in lista d'attesa per l'accoglienza altri venti ragazzi. Per questo la Provincia ci ha concesso il diritto di superficie per 99 anni di uno spazio annesso. Per la realizzazione del progetto è stata preventivata una spesa di oltre tre milioni di euro, un impegno rilevante che Anffas può sostenere solo con l'aiuto degli altri. Abbiamo lanciato una campagna pubblicitaria con l'attore Cesare Bocci e presto partirà una rassegna teatrale al Lauro Rossi dove gli incassi andranno a sostegno di questo progetto. Quest'anno abbiamo bisogno di un regalo di Natale.”

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Il progetto del nuovo Centro Servizi.

Per ulteriori informazioni www.anffas-macerata.it

by Matteo Zallocco

martedì 18 dicembre 2007

NO ai ripetitori!

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No alle antenne per la telefonia mobile!
Stanno spuntando ovunque, come funghi.
Ne abbiamo iniziato a parlare sul forum.
E' un problema che non riguarda solo Macerata ma tutte le città italiane.
Abitare davanti ad un ripetitore però non è rassicurante...

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via Saplato n.44.

...Soprattutto se si viene a sapere che diverse persone si ammalano di tumore.
Possono essere coincidenze, ma è comunque un rischio.
E' allarmante che qualcuno metta prima i soldi (a quanto pare le compagnie di telefonia mobile garantiscono ai condomini cifre che vanno dai 12 ai 20 mila euro all'anno) anche alla tutela della salute. Nessuno studio scientifico ha dimostrato la possibilità e l'entità che possono produrre le onde elettromagnetiche di questi ripetitori.
E proprio perchè viviamo nell'incertezza bisognerebbe avere un po' più di buon senso.

Sapete quante sono le antenne presenti nel Comune di Macerata?
Ventinove.
Ed ecco dove sono:
Boschetto Ricci
Contrada Isola, n.34
Contrada Lornano
Corso Cairoli, 116
Località Contrada Isola
Piazza Oberdan, 3
Piazza S. Francesco, 1
Pizzale XXX Aprile, Chiesa di San Giorgio
Sforzacosta
via Cluentina (Piediripa)
Via dei Velini
Via 1° Maggio, 1/A
Via Annibali
Via Boschetto Ricci
Via Carrareccia
Via Crescimbeni, 5
Via dei Velini
Via Giuliozzi
Via Gramsci
Via Monachesi
Via Pancalducci
Via Roma, 157
Via San Francesco
Via Spalato, 2
Via Spalato, 4
Via Velluti, 18
Viale Indipendenza
Viale Leopardi, 21
Viale Pantaleoni.

Siamo circondati da onde elettromagnetiche.
Onde di cui non si conoscono gli effetti sulla nostra salute.
Solo negli ultimi mesi gli uffici comunali hanno ricevuto richieste di autorizzazioni.

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Ne hanno parlato anche sul forum degli Amici del Grillo di Macerata:
Mi rivolgo a tutti gli iscritti che immagino particolarmente sensibili ai tanti soprusi che quotidianamente viviamo sia a livello nazionale ma anche nella nostra città. In particolare mi riferisco al problema delle antenne dei cellulari, i cosidetti ripetitori che nella città di Macerata sono il doppio della media nazionale. Li vediamo spuntare ovunque, sui tetti dei palazzi, imponenti tralicci accanto alle scuole (vedi scuole Media "Dante Alighieri" nei pressi del quartiere di Santa Croce o Santa Lucia, accanto ad un asilo nido e a due passi dall'ospedale) o addirittura camufatti in falsi camini. Al momento la Telecom ne sta costruendo uno al centro del quartiere della Pace, ovviamente a ridosso di un asilo nido, accanto ad un campetto sportivo, insomma nel cuore della vita di quartiere (senza considerare tutte le abitazioni che lo circondano). Nei giorni scorsi è stato costituito un comitato con l'intento di opporci a questo gravissimo attentato alla nostra salute in tutti i modi sia per vie legali, non certo facilitati dal ben noto Decreto Gasparri, sia tramite iniziative aperte a tutti i cittadini (presidi e altro). Ci teniamo a sottolineare che il nostro intento non è limitato agli interessi del quartiere della Pace, ma che è nostro intento proporre al Comune di Macerata un nuovo piano territoriale che ponga sullo stesso piano Comune, residenti e operatori telefonici.

Invito tutti coloro che sono giustamente imbestialiti per la presenza di questi ripetitori ad aderire a questo Comitato. Almeno per ora sembra l'unica cosa da fare: riunirsi e protestare in tanti.
Se vorranno lascerò uno spazio ai rappresentanti di questo Comitato della Pace per spiegare meglio scopi e iniziative.

by Matteo Zallocco

sabato 15 dicembre 2007

La community più argentina d'Italia



Blitzman, tronista, arbiter elegantorium, tra i tanti meriti del nostro Andrea Bianchi c'è quello di aver portato l'Argentina nella più frequentata comunità maceratese online. Fu l'allora giovane guida turistica portorecanatese, circa 10 anni fa, a conoscere Mariana e Paula Moreno, nella loro prima visita in Italia, la terra delle loro origini. E fu lui a contattarle per parlargli di questo sito. Il nonno di Mary e Pau era di Porto Recanati, loro sono diventate a tutti gli effetti delle maceratesi grazie alla loro continua presenza nella nostra community. Un anno fa sono venute a trovarci, hanno girato nei luoghi del Maceratese e dell'Anconetano, hanno conosciuto tantissimi di noi e per tutti è stato bellissimo vedere il virtuale trasformarsi in splendida realtà. La realtà è questa, avere ogni giorno con noi Mariana e Paula. Sono ad Olivos, Buenos Aires, Argentina, ma sono qui tra noi grazie a internet che ha accorciato ogni distanza. Il loro affetto nei confronti della nostra terra e di tutti noi è visibile ogni giorno. Grazie di cuore! Matteo e Giovi


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Giovi in mezzo a Mariana e Paula, nella cena in loro onore del novembre 2006. E lo sapete che Macerata è la provincia più argentina d'Italia...? Ecco l'ultimo comunicato stampa del Comune. La provincia di Macerata è la più argentina d'Italia. E' quanto si rileva da "Terra promessa-Il sogno argentino", edito dal Consiglio regionale delle Marche e scritto dalla giornalista Paola Cecchini. Il libro verrà presentato mercoledì prossimo 19 dicembre alle ore 17 alla Biblioteca Statale, per iniziativa del comune di Macerata. Interverranno l'assessore alla Cultura, Massimiliano Sport Bianchini, e la direttrice della biblioteca statale, Angiola Maria Napoleoni. Sarà presente anche l'autrice del libro. Patrocinato dall'Ambasciata d'Italia a Buenos Aires, dall'Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia, dal Ministero per gli Italiani nel mondo, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall'Ufficio Scolastico Regionale, "Terra promessa-Il sogno argentino", racconta in 1100 pagine, 670 note, 106 foto d'epoca, 3 diari, 28 tabelle statistiche e 68 testimonianze la storia dei marchigiani in Argentina e viceversa. Il libro di Paola Cecchini dedica una sezione specifica alla provincia di Macerata che ha fornito il maggior contributo emigratorio dell'intera regione, con numerose le interviste e le testimonianze, come quelle delle famiglie Sagretti e Brillarelli di Civitanova Marche; Zannini di Montefano, Rogani e Cardini di Treia; Torresi di Morrovalle; Ruffini, Baldoni e Pannelli di Macerata, Bravi di Montecassiano, Quacquarini di Serrapetrona, Lambertucci di Tolentino. La provincia di Macerata è, purtroppo, anche quella più interessata alla triste esperienza dei desaparecidos, durante gli anni bui della dittatura militare. Ne sono stati coinvolti Nadia Doria (nata a Civitanova Marche ed emigrata a Rosario); Norberto Morresi (la cui famiglia è originaria di Petriolo) ed Adelaide e Lorenzo Ismail Viñas, figli della scrittrice e ceramista Adelaide Gigli e nipote di Lorenzo Gigli di Recanati, il "Pittore dei due mondi" . Non mancano tra gli emigrati della provincia coloro che hanno acquisito fama e notorietà, come il giornalista Attilio Valentini di Porto Recanati (direttore de "La Patria degli Italiani", il più importante giornale d'emigrazione); il giornalista Comunardo Braccialarghe di Macerata (che ha pubblicato con lo pseudonimo di Folco Testena oltre 50 libri, tra saggi e romanzi ed è il traduttore del "Martin Fierro"di José Hernandez); il pittore montecassianese Giuseppe Cingolani (già restauratore degli affreschi della Cappella Sistina del Vaticano, e fondatore a Santa Fe dell'Ateneo di Arti e Scienze (1909); l'ex calciatore della Spal Oscar Alberto Massei e quello del Wolfsburg, Andrés D'Alessandro. Il libro si apre con la prefazione dell'ambasciatore Ludovico Incisa di Camerana e si chiude con l'intervista al presidente di Feditalia (Federacion de Asociaciones Italianas de Argentina), il senatore Luigi Pallaro.

Foto Amarcord di Mariana e Paula: Nostro nonno, Francesco Gasparini, è il secondo, con il cappello in mano, circondato dai suoi cugini e suo padre, cioè nostro bisnonno :-) (informazione d'ultimo momento ;-) ).

by Matteo Zallocco

giovedì 13 dicembre 2007

Piccoli birrifici crescono

Crescono i consumatori di birra anche in Italia. Le statistiche ci dicono che oggi, il 64% degli italiani oltre i 15 anni di età beve birra. Il consumo procapite, che nel 2001 si è attestato su 28,9 litri, è comunque molto inferiore a quello di Paesi europei come Spagna e Grecia, per non citare la patria dei consumi di questa bevanda -la Germania- dove se ne bevono 130 litri a testa. Il mercato è dominato dai soliti nomi sia in Italia che in altri stati: Carlsberg, l'olandese Heineken, Kronenbourg, Forst. Ma negli ultimi anni nuove realtà imprenditoriali stanno emergendo in Italia: sono i Microbirrifici e le produzioni artigianali di birra sono ricercate da appassionati consumatori consapevoli. Anche nelle Marche ci sono delle esperienze, tra cui una in provincia di Macerata, a Cingoli e di recente ho avuto occasione di acquistare alcune bottiglie. Il birrificio artigianale Boccale D'Oro è di proprietà del Sign.Bianchi Luciano &Simone.

-Sign.Bianchi, ci racconta come è nata l'attività? Il nostro birrificio è in attività da circa tre anni da prima con la mescita della birra ristretta al nostro locale e da tre mesi abbiamo iniziato ad imbottigliarla ed a venderla ad altri locali selezionati, facendo una distribuzione di nicchia, senza entrare nella grande distribuzione mantenendo così la qualità. La nostra passione è nata decidendo di sfruttare la materia prima di ottima qualità, l'orzo di nostra produzione, perchè l'orzo distico marchigiano è ottimale per la produzione della birra e per incrementare il reddito della nostra azienda. La partenza del birrificio è stata possibile oltre che alla nostra volontà di riuscire anche alla collaborazione dell' U.T.F di Ancona e dell' USL di Jesi ma soprattutto all'esperienza nel settore della birra del mastrobirraio Luciano Lenzi che oltre alla fornitura degli impianti di produzione ci ha trasmesso la sua compentenza nel settore birraio insegnandoci i segreti e le tecniche di produzione per ottenere un prodotto di alta qualità.

-Come è stata accolta a livello locale la produzione artigianale di birra? All'inizio la gente del posto era piuttosto scettica, ma con il passare del tempo è cresciuta la curiosità e il desiderio di conoscerci e assaggiare la nostra birra con la consapevolezza della qualità della nostra birra artigianale e della sicurezza di quello che bevono. Abbiamo fatto conoscere e ancora stiamo promovendo la birra artigianale nelle Marche facendone apprezzare la qualità e la piacevolezza del gusto molto differente da una birra industriale.

-Quali sono i vostri progetti futuri? I nostri progetti sono quelli di allargare la vendita nel territorio marchigiano e oltre visto che questo è un prodotto delle Marche (la prima birra artigianale prodotta ed imbottigliata nella propria azienda) fatto con orzo coltivato nelle Marche e speriamo che possa essere sponsorizzato dalla nostra regione.

Mentre scrivo mi chiedo: Quale sarà il bicchiere più adatto per degustare la birra artigianale prodotta dal sign.Bianchi? :-) Perchè se pensate che per godere una birra qualunque recipiente possa andare, vi sbagliate. La scelta adeguata permetterà di risaltare al meglio le caratteristiche di questa bevanda millenaria da gustare con tutti i sensi.

by giovi

mercoledì 12 dicembre 2007

Il fantastico mondo delle Viperette: donne moderne

Per quei due-tre maceratesi che ancora non le conoscono: andate immediatamente qui.
E poi gustatevi la loro intervista (ma solo se avete il siero...).

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Una delle foto (gennaio) del calendario Viperette 2008... :)

Alina, ci presenti la squadra delle Viperette definendo con un aggettivo ognuna di voi...
Cominciamo subito con le domande difficili, eh??!!! Il fatto è che siamo tante e ognuna ha molte sfaccettature quindi non è così immediato scegliere una caratteristica ma proviamo a mescolare aggettivi e soprannomi e vediamo che viene fuori: Shamps la ballerina ambiziosa ma con un cuore grande, Vipcia l’economista saputella dagli occhi blè, Rughina l’ost(etr)ica tenebrosa, Vipchica la professionista che “ringhia”, Vipgrisu la regina dei fornelli, Bea l’imprenditrice controvoglia, Giovi l’artista mancata, Vipflony la folkloristica, Sara la multilingue (come parla curidoniense lei???!!!), Viphuron l’amazzone iperattiva solo di giorno, Simo la conquistatrice di tronisti latitante, Marika l’assistente sociale, la new entry che ci voleva.

Come è nato il blog delle Viperette?
Il blog è nato praticamente da uno scambio ingestibile di mails, ma emozionalmente è nato da un atteggiamento nei confronti degli altri, del mondo e di noi stesse che noi Viperette abbiamo scoperto di condividere. Mi spiego meglio: molte di noi si conoscono da anni, altre si sono aggregate da poco. Ad un certo punto della nostra vita abbiamo sentito il bisogno di stringere il rapporto tra di noi. Tutto è avvenuto molto naturalmente e abbiamo iniziato uno scambio giornaliero di mails in cui raccontavamo a tutte le altre di noi, di cosa ci accadeva sempre con un po’ di pepe. Nello stesso periodo sono iniziate le serate donne durante le quali ci incontravamo per far niente, solo chiacchierare e divagarsi un po’. Ad un certo punto lo scambio di mails è diventato ingestibile, 60-70 al giorno e allora abbiamo cercato un nuovo strumento di comunicazione che oltre a facilitare i rapporti tra di noi ci permettesse di aprire ad altri il nostro modo di fare e di pensare. Così è nato il blog!

E come è nato il nome "Viperette"?
Naturalmente anche nelle e-mail, la nostra indole di donne emergeva prepotente e non mancavamo di sparlare di gente, fatti e situazioni finchè un bel giorno, la nostra Shampyst, dopo aver scritto una innocente cattiveria si è autoaccusata affermando "Certo che sono proprio una bella viperetta!" La parola Viperetta è stata una folgorazione, in quel termine simpatico ci siamo ritrovate immediatamente e oggi noi ci sentiamo davvero Viperette dentro.

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Alina (prima).

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Alina (dopo esser diventata una Viperetta).

Cos'è che vi fa più incavolare di Macerata e cosa, invece, vi piace di più?
Molte di noi sono innamorate di Macerata, anche se poi c’è chi viene da BR (Brescia, ma questa la capiamo solo noi) o chi passa gran parte della vita a Roma o ancora chi ci tiene a dire che è di Corridonia. Ci piace l’arte, la cultura, l’aria che si respira, la qualità della vita che sicuramente è elevata. Non ci piace l’immobilismo, il continuo essere uguale a se stessa e il poco spazio che viene dato ai giovani, alle donne e al talento.

Cosa farebbe una Viperetta se diventasse sindaco di Macerata?
Una Viperetta sindaco di Macerata?? Innanzitutto non ci sarebbe un solo sindaco ma un gruppo di lavoro perché noi ci muoviamo solo in toto. Di cose da fare ce ne sarebbe un’infinità, e prioritarie: toglieremmo le chiavi dello Sferisterio a CM Viaggi, organizzeremmo eventi che animassero un po’ la città (tipo danza per tutti con Shamps), ad ognuno il lavoro che gli piace, meno chiacchiere e più fatti. I contro di un governo di Viperette: ci metteremmo una vita a prendere qualsiasi decisione!!!

Quali sono i posti che frequentate più spesso?
Pistello’s è uno dei nostri punti di ritrovo preferiti ma al Why ci chiamano per nome e qualcuno dei camerieri è molto contento di vederci arrivare. Stiamo sempre molto attente a non prendere il tavolo onda lungo il corridoio perché si sentono solo i discorsi di chi ti sta di fronte e passiamo la serata a chiederci “Eh, che stanno dicendo laggiù? Che dici? Di chi parli!!!” Insomma un bel caos!

Un breve racconto di una recente serata che avete passato insieme...
Penso che una serata memorabile sia quella della nostra iniziazione. Eravamo a casa di Angela (Huron), all’epoca non ancora sposata, ci siamo chiuse tutte, ma proprio tutte in bagno e per l’occasione c’era anche Piuma, il cane di Angela che mangia la fava e beve lo spumante (tale cane tale padrona). Lì abbiamo consumato il fantastico rito che solo le donne possono capire di fare tutte pipì, dopodiché abbiamo fumato una sigaretta e brindato a noi! Dall’esterno possono sembrare sciocchezze da teen agers, per chi c’era emozioni memorabili! Altro momento magico e indimenticabile il week end romano in occasione dell’addio al nubilato di Huron, ci si potrebbero scrivere pagine e pagine.

A quale film e a quale canzone paragoneresti le Viperette?
A costo di sembrare scontate il film forse è Grease e un po’ “Le ragazze del coyote ACLI” e più di una sola canzone: “Quello che le donne non dicono” della Mannoia ma condita con un po’ di ritmo alla “Maracaibo” o “Tanti Auguri” della Raffaellona Carrà che adoriamo e che è il nostro cavallo di battaglia in tutti i Karaoke del mondo.

Tre nomi di donne italiane da ammirare...
Sofia Loren per la bellezza, la Ventura per come si veste, la Montalcini perché non molla….

Le Viperette sono più di destra o di sinistra?
Fondamentalmente alle Viperette frega ben poco di politica, a noi interessa che le cose siano fatte nel migliore dei modi e secondo l’interesse generale mentre ci sembra che i politici agiscano in primis secondo i loro interessi perciò li snobbiamo, a parte qualche rossa e qualche nera…..

Meglio Costantino o Andrea B. come tronista?
Andrea B. e tutti gli uomini normali fatti di ciccia e simpatia, non palloni gonfiati che si sentono al centro del mondo, anche perché al centro del mondo vogliamo starci noi….. Non c’è l’opzione Cannavaro?????

Cosa pensate dei ragazzi maceratesi?
Mi viene da rispondere con una massima della nostra VipSara: “Il cervello degli uomini è semplice da capire: emisfero destro sesso, emisfero sinistro calcio.” A parte gli scherzi (ma la verità si dice scherzando) i ragazzi maceratesi, un po’ come tutti i ragazzi del mondo, non hanno ancora capito come vanno prese le ragazze maceratesi e avrebbero bisogno di corsi intensivi di recupero ma noi che anche se siamo Viperette, siamo molto comprensive, vi accettiamo come siete. Noi abbiamo smesso di cercare il principe azzurro e non vi chiediamo il cavallo bianco ma un po’ più di classe, umorismo, intelligenza non guastano. Ah e a due cuori e una capanna non ci crediamo neanche un po’.

E quale consiglio dareste alle ragazze maceratesi?
Ragazze maceratesi meno puzza sotto il naso please e buttatevi nella mischia! E’ facile restare a guardare e criticare, molto più difficile agire ed accettare le critiche!! Un po’ più di iniziativa e un po’ meno divismo.

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Le Viperette in tenuta da trasferta.

by Matteo Zallocco

giovedì 29 novembre 2007

A Corridonia. Educazione alimentare di scena al Teatro Velluti

A Corridonia il 24 novembre scorso presso il Teatro Velluti, si è tenuto il Convegno Agricoltura e alimentazione promosso dalla Federazione provinciale Coldiretti di Macerata. Avevo accettato l’invito a partecipare più di un mese fa sia in segno di stima per le persone con cui mi è capitato già di collaborare in passato sia per dare continuità alle attività divulgative sull’educazione e informazione alimentare che mi ha visto in tante occasioni partecipare ad incontri nelle scuole. Ero anche curiosa di vedere la nuova pubblicazione Mangiare Bene per crescere sani e vivere meglio realizzata dal comune di Mogliano con il supporto economico di alcuni sponsors e di comuni maceratesi. A Corridonia sono arrivata con calma sabato pomeriggio, il teatro Velluti è davvero bello. Ho provato subito la mia presentazione in power point. Per esperienza so che bisogna essere sempre pronti spiritualmente a parlare a braccio senza supporti multimediali perché può capitare sempre un problema tecnico e invece tutto è filato liscio. In attesa dell’inizio ho ammirato il teatro, il soffitto decorato e mi sono tornati in mente altri teatri in cui mi è capitato di parlare, altri incontri rivolti a studenti, insegnanti e famiglie o addetti ai lavori. Quando ho iniziato a partecipare a incontri divulgativi su temi legati all'alimentazione? Diversi anni fa, e ho un archivio ricco di presentazioni e appunti su temi legati alla etichettatura, filiere produttive e aspetti nutrizionali.

Pubblicazione Mangiare bene per crescere sani e vivere meglio

Il teatro si è riempito. In sala alunni e insegnanti, sapevano che sarebbero stati presentati anche due loro video girati a scuola durante le lezioni. In prima fila politici e rappresentanti delle istituzioni. Ha introdotto i lavori Nelia Calvigioni, sindaco di Corridonia. A presentazione già iniziata è arrivato anche Giulio Silenzi. Dopo il mio intervento su Alimentazione e salute tra filiere produttive ed etichette alimentari in cui ho ripercorso anche le attività scientifiche supportate negli ultimi anni, è arrivato il momento di Nicola Matteucci dell'UNIVPM che ha parlato di Strategie per l'agricoltura del terzo millennio. Poi in programma gli interventi dei sindaci presenti. Silvano Ramadori, sindaco di Mogliano ha ricordato che la pubblicazione Mangiare Bene per crescere sani e vivere meglio che verrà distribuita in diverse scuole nei comuni che hanno aderito al progetto, è costata 18.000 euro. Il sindaco di Petriolo ha parlato orgoglioso della situazione delle mense scolastiche nel suo comune dove si è ottenuto che ortaggi frutta e carne siano forniti dai negozi locali. Anche il sindaco di Urbisaglia ha accennato al suo impegno per la ristorazione scolastica e l’importanza di far cambiare le abitudini alimentari dei più piccoli. Mentre li ascoltavo sfogliavo la nuova pubblicazione sempre più convinta che l’approccio nutrizionale non sia l’unico da seguire e che sarebbe importante aumentare anche le conoscenze sulla etichettatura alimentare e mettere anche i più giovani nelle condizioni di fare scelte consapevoli. Ho riflettuto sulle mie esperienze precedenti che mi hanno portato -ogni volta che mi sono trovata impegnata in fase progettuale- a dare uno sguardo all’esistente, a ciò che è stato già svolto e da chi, ma è un modo di operare che evidentemente non tutti sono abituati a fare. Devo purtroppo constatare che l’informazione alimentare anche nella regione Marche è frammentata tra diversi soggetti che a volte non comunicano tra loro e si assiste così al proliferare di interventi fotocopia e privi di continuità.

Ho aperto la cartellina preparata dagli organizzatori per l'occasione. Cosa ho trovato? L’opuscolo Dimmi come mangi e ti dirò come cresci che ho curato tre anni fa... In quella occasione si lavorò sui dati di una indagine finalizzata allo studio delle abitudini alimentari di un campione rappresentativo della popolazione scolastica marchigiana. Mi viene da sorridere… a pensare che ero stata coinvolta nella pubblicazione da un giovane pieno di idee e di creatività... Il web è piccolo vero Francesco? pardon Franz!

Educazione alimentare: Pubblicazioni divulgative

Il presidente della provincia Silenzi in chiusura ha ribadito l’impegno a supportare iniziative di educazione alimentare. Infine le parole di Gianni Luzi della Coldiretti-Marche che non ha risparmiato critiche alla regione Marche che negli ultimi anni ha dimostrato di avere poca attenzione verso certi temi e per non essere stata capace di difendere con fermezza posizioni precise sul tema degli OGM.

Sorpresa inaspettata e molto gradita, il sindaco di Corridonia ci ha fatto omaggio di una targa ricordo e di un cofanetto di sonetti in dialetto di Claudio Principi. Mi aspettavo che qualcuno dei sindaci o lo stesso Presidente parlassero del portale di educazione alimentare voluto dalla provincia di Macerata e di cui abbiamo parlato qualche mese fa e invece non se ne è fatto cenno. Eppure il portale è nato con l’obiettivo di essere un contenitore per ospitare progetti ed eventi del territorio. Il sito web può di certo essere utile se non resterà una cosa statica, se verrà aggiornato e diventerà uno strumento interattivo.
Mi auguro che non cada nel dimenticatoio. Perchè dico questo? Perchè c‘è un blog inattivo dal giorno in cui il sito è stato presentato, ci sono dei commenti che attendono una risposta dagli assessori che lo hanno tenuto a battesimo.

Offresi nutrizionista e blogger per animare e movimentare il blog, e non costo molto. :-)

by giovi

giovedì 22 novembre 2007

Torna il "Maceratese dell'anno"

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Una foto della serata di premiazioni che ho organizzato l'anno scorso. In questo sito (non so perchè) ne potete trovare altre.

Torna il Maceratese dell'anno, l'iniziativa organizzata dal Resto del Carlino, giunta alla terza edizione. Mi sto dando da fare per trovare i nuovi candidati ma aspettiamo anche segnalazioni all'indirizzo cronaca.macerata@ilcarlino.net.
Ad inizio dicembre si riparte.

Intanto ecco le interviste che ho effettuato ai vincitori dell'anno scorso, Padre Alberto Panichella e Luciano Latini, e che sono uscite oggi sul Carlino.

Macerata, 22 novembre 2007 -
"Ho un debito di gratitudine nei confronti del Resto del Carlino e di tutta la città di Macerata. Dopo l’iniziativa del ‘Maceratese dell’anno’ molte famiglie hanno effettuato adozioni a distanza e per questo ringrazio tutti voi".
Sono le prime parole di Padre Alberto Panichella, da 26 anni in Brasile per aiutare il prossimo. Missionario saveriano nativo di Villa Potenza, padre Alberto ha scoperto molto giovane la sua vocazione, entrando nel seminario di Ancona a 11 anni.
Padre Alberto, com’è andato questo 2007 nella missione in cui opera attualmente, a Manaus, in piena Amazzonia?
"E’ stato un anno ricco di avvenimenti, purtroppo anche molto tristi, a partire dal violento nubifragio che qui ha allagato tutto e tantissima gente è rimasta senza casa. Anche in questa circostanza i maceratesi hanno dimostrato grande solidarietà e noi siamo riusciti ad aiutare 150 persone".

Qual è stata invece la sua più grande soddisfazione?
"L’incontro che abbiamo tenuto dal 19 al 23 settembre con gente proveniente da tutta l’Amazzonia occidentale (un’area grande otto volte l’Italia). C’erano circa mille persone, compresi gli indigeni provenienti dai fiumi e dalle foreste. E’ stato un evento storico, un’occasione di denuncia, celebrazione e festa. Qui i problemi sono tanti: dalla distruzione delle foreste all’inquinamento fino all’estrema povertà delle baraccopoli".

Ci descrive la sua giornata tipo in Amazzonia?
"Fin dalla mattina vivo tra visite ai poveri, momenti di rivendicazione e riunioni di coordinamento. Abbiamo 32 organismi pastorali e 23 comunità cristiane e mi occupo della fase organizzativa, ma anche della formazione della gente".

L’anno scorso la sua città le ha fatto sentire tutta la sua vicinanza eleggendola Maceratese dell’anno, cosa ha provato?
"E’ stato bellissimo, lo ricordo come un momento molto significativo perché la gente si è mossa nella giusta direzione, quella dei valori umani e cristiani della solidarietà, quando invece la nostra società percorre binari diversi osannando il lusso e il mondo dei vip. Macerata ha risposto alla grande, ogni volta che mi sono preso una vacanza dalla mia missione e sono tornato in Italia ho potuto constatare che la nostra città ha valori importanti rispetto ad altre zone del Paese. E’ una provincia molto sensibile e genuina, con valori forti. E io sono orgoglioso di essere nato in questa terra".

La vicinanza con Macerata non le è mai mancata grazie agli ‘Amici del Brasile’. Come opera questa associazione?
"Opera a tutti i livelli, aggregando tante forze positive. E’impegnata per aiutare i bambini e gli adoloscenti brasiliani e pratica una grande opera di sensibilizzazione per trovare proventi attraverso incontri, feste, attività culturali, momenti di spiritualità, corsi di formazione. E’ un’associazione di ispirazione cristiana ma c’è gente che viene da varie estrazioni seguendo una linea umanitaria comune".

Vuole lasciare un messaggio ai maceratesi?
"Sì, per vivere il Natale vero bisogna amare Gesù ritrovandolo nei piccoli bambini che vivono nel mondo. La mortalità infantile purtroppo è ancora altissima e chiedo a tutti di aprire gli occhi e il cuore verso di loro. Amando questi bambini amiamo Gesù".

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E l'intervista all'oncologo Luciano Latini.

Macerata, 22 novembre 2007 -
"Dobbiamo smettere di dare a un bisogno sempre e solo una risposta in termini di chemioterapia". In questa frase si racchiude la filosofia dell’unità operativa di Oncologia dell’ospedale di Macerata e del suo direttore, il dottor Luciano Latini. L’aspetto umano deve essere una priorità per il paziente ed anche su questo si è concentrato il lavoro del dottor Latini e della sua equipe.
Il polo maceratese è diventato un punto di riferimento nazionale, grazie proprio all’approccio alla malattia che vede al centro dell’attenzione il malato, ma anche la famiglia, l’ambiente. Sei anni di cambiamenti e di nuove idee che hanno portato risultati importanti. L’oncologia oltre ad essere diventata il fiore all’occhiello della sanità maceratese è stata presa come un modello in giro per l’Italia e soprattutto ha toccato il cuore della gente: è arrivata una continua dimostrazione di stima, di affetto e solidarietà da parte di tantissime persone che l’anno scorso hanno voluto incoronare Luciano Latini ‘Maceratese dell’anno’, assieme al missionario Padre Alberto Panichella.

Dottor Latini, l’anno scorso diceva che avrebbe avuto bisogno di più spazi e di un reparto di oncologia. Com’è la situazione?
"Sono arrivati più spazi per il day hospital e sono aumentati i posti letto e le poltrone per la chemio. Siamo sempre in attesa di un reparto per le degenze. Per me è assurdo che un paziente che seguiamo per diversi anni si debba ritrovare con altri medici e altri infermieri al momento di essere ricoverato. L’ambiente per noi è fondamentale".

Anche perché il vostro non sarebbe solo un reparto d’ospedale… "Esattamente. Il reparto viene vissuto anche al di fuori della terapia: in tutte le camere ci sono televisioni con videoregistratori; una collezione con oltre 350 videocassette; un angolo bar alimentato dalle offerte dei pazienti; abbonamenti a riviste e quotidiani; il pizza party; il 'progetto ritorno alla bellezza' con un parrucchiere, un truccatore e un esperto di moda; abbiamo organizzato delle gite e ora abbiamo anche messo un acquario che trasmette serenità. L’accoglienza è importante perché è la prima impressione che ha il malato e la sua famiglia".

Com’è cambiato nel 2007 il vostro reparto?
"Siamo riusciti a confermare e a rafforzare il lavoro fatto negli anni precedenti sotto il profilo umano. E’ rimasto lo stesso entusiasmo e questo è un aspetto importantissimo. Inoltre abbiamo fatto un grosso passo in avanti sotto il profilo scientifico: tutti i medici conducono studi nazionali o internazionali con farmaci registrativi. Senza dimenticare che oltre il 50% degli accessi vengono da altre aziende sanitarie, anche da fuori regione e molti pazienti maceratesi che prima cercavano altre oncologie ora restano qui".

Quali sono state le soddisfazioni più grandi di questo 2007?
"L’anno scorso vi parlavo di una nostra paziente che era riuscita a partorire nonostante tutti gli avessero detto che non sarebbe mai potuta diventare mamma. Ora Claudia è incinta per la seconda volta. Un’altra grande soddisfazione è poi quella di essere circondati ogni giorno dalle dimostrazioni di affetto dei pazienti e dei loro familiari".

Con la Provincia avete anche organizzato il servizio domiciliare per le terapie orali oncologiche…
"E’ partito in ritardo, dopo l’estate, ma sta andando bene. Una dottoressa si reca assieme a due infermieri a casa dei pazienti e questo è un servizio importantissimo. Noi cerchiamo di creare un ambiente il più accogliente possibile, ma la casa è sempre la casa".

Quali sono i suoi desideri?
"Attendendo la realizzazione di questo reparto, voglio continuare su questa strada avendo al fianco queste persone straordinarie. Mi sento di ringraziare tutti, dai medici agli infermieri, dai volontari dell’Avuls ai ragazzi del servizio civile, fino ai boy-scout che vengono a leggere e suonare la chitarra qui da noi. Un’altra bella novità per rendere l’Oncologia più accogliente e per non far sentire il malato solo un paziente".

by Matteo Zallocco

giovedì 15 novembre 2007

I Frascarèlli de Arfrèdo

Continua l’angolo della Giovi con uno sguardo alla tavola e al dialetto marchigiano e maceratese. Se facessimo un dizionario? A come acquacotta, B come bostrengo, C come callà e coteghì, d come da magnà, il pranzo, il cibo. E come l'articolo El, f come frascarèlli o frescarelli, una specialità particolare, una farinata rustica volutamente bozzolosa citata perfino nella raccolta di Dicerie Popolari Marchigiane tra Ottocento e Novecento di Claudio Principi.

I frascarèlli tradizionalmente venivano preparati in tre modi:

-Frascarèlli detti de farina o de li puritti ( dei poveretti), di solo farina di grano, sale e acqua.

-Frascarèlli de riso nei quali per favorire i grumi si metteva il riso per cui venivano chiamati anche riso curgo, riso coricato nel maceratese.

-Frascarèlli detti de li signori in cui si aggiungevano i cicitti, palline di pasta al’uovo.

Il condimento classico dei frascarèlli erano salsicce soffritte, passato di pomodori, pancetta di maiale, a volta con aggiunte di cipolla, sedano,carota. La consistenza era un po’ collosa per cui venivano chiamati li ‘ppiccicasandi cioè appiccicasanti a ricordare che una volta la colla si faceva con la farina. I frascarèlli erano un piatto sostanzioso, preparato con farina di grano,quando il pane comune, in tempi di miseria, era fatto con farina di farro, granturco o perfino di ghiande. Venivano serviti per puerpere e balie per favorire la lattazione abbondante.

E veniamo alla storia di Alfrèdo de la Gòrba di Montolmo, oggi Corridonia. Alfrèdo faceva il vetturale ed era un uomo corpulento e gioviale oltre ad essere una persona ghiottissima di frascarèlli. All’età di 75 anni si racconta che Arfrèdo si ammalo' di un brutto male e fu ricoverato nella clinica Marchetti di Macerata. Dopo pochi giorni di ricovero Arfrèdo peggiorò e i medici si arresero. I parenti chiesero allora di portarlo a casa. Arrivato in camera la sera stessa Arfrèdo chiese alla moglie un moccò de frascarelli, un boccone de frascarelli La moglie convita che fosse l’ultimo desidero, li preparò e con sorpresa il marito li finì. Arfredò se pappò tuttu lu pietanzì, si sbafò tutto il piatto. Arfrèdo migliorò leggermente e la sera dopo ebbe forza di chiedere nuovamente altri frascarèlli. La moglie speranzosa stavolta li preparò con cura e li condì con pomodoro, come preferiva il marito, lo imbocco' e Arfrèdo si riprese, si addomentò e dormi venti ore filate. E fu così che il moribondo se rimminì,si rinvenne grazie ai frascarelli e visse ancora parecchi anni.

Cume se fanne i frascarelli?: Se coce el riso 'nte 'na pentola bella capiente c'un abbondante acqua e un pugnetto de sale. Quannu el riso è quasi cotto, ce se 'ggiunge la farina (poga per volta) mesculanno co' 'na cucchiara de legno, finu a quannu diventa 'na polentina. Se fa bollì e a cottura ultimata i frescarelli se versane 'nte la spianatora. Se condiscene c'un sugo che se prepara cuscì: se fa sfrige 'nte 'na padella l'oio, la cipolla, el gambuccio de prosciutto. Ce se 'ggiunge i pomodori rosci freschi a pezzetti, la salciccia sbrigiolata e se fa bollì pe' 6 o 7 minuti. Ce se sparniccia sopra el cagio grattato. Se condiscene pure co' la salciccia in bianco o co' un soffritto de tocchetti de pansetta e de lonza.

Bon appetito!

by giovi

martedì 13 novembre 2007

Votate la frase più bella del nostro dialetto


Eleggiamo la frase più bella, più divertente, più rappresentativa in dialetto maceratese. La frase che ogni cittadino della provincia dovrà conoscere. Una delle prime frasi che i vostri figli dovranno imparare. La frase che vi identificherà come maceratesi doc. Venticinque le frasi candidate, citate nel blog e nel forum. Da Macerata a Porto Recanati passando per Appignano, da Mogliano a Civitanova. C'è un po' di tutto. Votate qui. 1) Com' è gggita la gggita? La gggita è gggita ve', ma potea gggi mejo! 2) Aho fra', che fa cossoro, va a lo Top, o va a lo Gatto? 3) A Sammartì 'gni musto è vì. 4) Co 'ssa maglia rosa, non te crederai desse lu primo, no?? 5) Se trona da che parte pioè? 6) Quanno ce sta troppi galli a cantà nun se fa mai jornu. 7) Ti si stongatu la scucchia co l'oglio de glia. 8 ) Tuttu un culu un par de carze. 9) Parlà co te è come fa a cappellate co li celli...consumi più tu che un asino a pastarelle.... 10) Su 'na guera de cervelli tu arzeresti vandiera vianca. 11) La palletta è glita donche doveva da jì! 12) Quillu è come un callà: o tigne o coce! 13) Oh, curdó, co' stai a ffà, l'ou? 14) So' cascato e me sò sframecato tutto! 15) Do si 'ggito, a badà a li puji? 16) Se cachi su la nee prima o poi te se scopre. 17) Lascia perde, quella loco o mucceca o stucca le corde. 18 ) Mejio puzzà de vi che d'ojo santo. 19) Chi non cià voja de fadigà se mette sopre lu pajà. 20) La vecchiàia è brutta ma stà peggiu chi nun ce ria. 21) De sù passu do jiarrimo a finì? 22) Ciai nà lengua che taja e cuge. 23) Ahoo che stete a gliocà a tressette co lu mortu lajjò? 24) Passata la festa, male le gamme, pegghio la testa. 25) Quissi la faccia mia l’ha vista ma però no la vede più.. Non fa lu sciapittu, glioca pure tu!Giustifica

by Matteo Zallocco

giovedì 8 novembre 2007

Il mangiar saggio maceratese

Rispolvero il mio archivio personale di proverbi regionali in occasione del tributo al dialetto maceratese. I proverbi (dal latino proverbium : pro (avanti) e verbum (parola) o forse da proba (prova,saggio) e verax (verace,sincero) hanno una origine antichissima. Nei proverbi sono sintetizzate le leggi morali, civili, religiose e politiche che riguardano tutti i casi della vita, della quale nutriti dall’esperienza ne esaltano i beni e censurano i difetti. Considerati da molti vere e proprie perle della sapienza che si è tramandata di generazione in generazione, i proverbi vengono spesso definiti la “saggezza dei popoli”. Amore, amicizia, il lavoro, superstizioni, politica, l’agricoltura, sono tanti i temi trattati nei proverbi. Un tema ricorrente è anche il cibo e nel mio libro "Il mangiar saggio Un viaggio attraverso l'Italia dei detti, dei proverbi e della vecchia saggezza popolare" (AIEP editore) ne avevo scelti diversi come spunto di riflessione per parlare delle proprietà nutrizionali di alcuni alimenti e loro effetti sulla salute. Non c’è classe di alimenti che non sia stato oggetto di attenzione della saggezza popolare tra legumi, frutta, formaggi e vino. L’alimentarsi, cercare il cibo per sé e per i propri simili hanno infatti costituito tappe importanti dello sviluppo della civiltà umana. Alcuni proverbi fanno sorridere, altri sorprendono nonostante siano stati concepiti in assenza di conoscenze scientifiche approfondite come quelle che possediamo oggi. Scelti per voi ecco alcuni tra i proverbi maceratesi in cui il vino, cibi e abitudini alimentari sono protagonisti.

-Chi magna co’ lu cortellu non rrembie lu vudellu. Chi mangia col coltello non riempie lo stomaco. Si riferisce al modo di mangiare quasi trastullandosi nello spezzettare i cibi, cosicchè non si prova il senso di sentir pieno lo stomaco. Siete daccordo?

-Bocca ònta, non disse mai male. Chi è sazio e ha mangiato ben condito, ha poca voglia di fare polemiche, le battaglie sono alimentate dalla fame dei popoli.

-D’ogni vellèzza dalla vocca rrentra. Qualsiasi bellezza entra dalla bocca. Una buona alimentazione contribuisce al benessere e alla bellezza, potrebbe essere un claim salutistico, come recita quella publicità di una nota azienda: Mangia bene e vivi meglio…

-Biata la piattella, che sèttema rastella Beato l’ultimo a servirsi perchè può rastrellare il piatto.

- Chi non magna’n cucina ha magnato ‘n candina. Della serie Gallina che nun becca è segno ch'ha beccato (Sassoferrato)

- O Ommini vôni e vino vôno dura poco. Uomini di grande virtù sono come il vino buono: durano poco.

-L’acquaticcio tre ghjorni è bbono e dopo è tristo. L’acquaticcio, il vinello fatto col mosto ed allungato con acqua, è buono tre giorni, poi è da buttare, all’acquaticcio viene dedicata anche una sagra nel maceratese. Dove? a Belforte del Chienti.

-Più erba se magna e più bèstia se divenda. Più erba e insalata, si mangiano e più bestie si diventa. I vegetariani di certo non condivideranno.

-Io predeco de notte un callà de pere cotte” ..Quando ci si accontentava di poco…di un paiolo (callà) di frutta cotta..

-Tempo’rfatto de notte,dura quanto un callà de pere cotte. Cioè il tempo che si è rimesso al bello durante la notte, dura pochissimo, tanto quanto un paiolo di pere cotte. Mele e pere, in particolare le varietà che non si prestavano ad essere consumate fresche, venivano cucinate spesso in campagna e usate a merenda o a cena.

-Del vin bsogna fann us, no abus. Giusto!

La lenticchia tristu' llu corpu che ce se ficca. Infelice il corpo di colui che mangia lenticchie.

-Passata la festa, male le gamme, pegghio la testa. Dopo una festa, male le gambe, peggio la testa per i postumi della sbornia.

Foto di Giorgio Pistola. Mostra "Vecchie case rurali ".

by giovi

lunedì 5 novembre 2007

Un tributo al nostro dialetto

Può piacere e non piacere, può anche farci un po' brutto sentirlo in tv o alla radio, ma una cosa è sicura: il nostro dialetto è divertentissimo. E spesso ci fa ridere. Basta sentire le canzoni dei Vincisgrassi... "Macerata, Macerata posse, posse pijatte 'n gorbu, un gorbu che te spacca Macerata, Macerata, magna sembre la 'nsalata e risparmia li quatrì, poi li spenne pe' vestì Ce se 'rveste solo fori, 'l'apparenza più signori ma cend'anni a lu camì, tu si sembre un contadì..." ...O le barzellette in appignanese di Lando e Dino. www.landoedino.it E allora vogliamo farci quattro risate tutti insieme... Eleggiamo la frase più bella scelta tra i dialetti di questa provincia. Ognuno di voi può proporne al massimo tre (ognuna non può superare le 15 parole) in questo topic del nostro forum dove avevamo già iniziato a divertirci... ...Dal portorecanatese: Ciai nà lengua che taja e cuge. Al civitanovese: Aho frà non vedi che dè le 3?! Passando per il maceratese: Ahoo che stete a gliocà a tressette co lu mortu lajjò? Per chiudere con l'unico e inimitabile appignanese: Ehhe nno Mistè non mmassento...u sbvaglio nce volgio gji ...mistè non ce voglio gji Bhe oh saai come gette a ffinì....ce givvi.... U Tiravvi. U sbagliavvi. Scegliete tra frasi che avete letto o sentito, anche solo per strada. Insomma, quelle che vi sono piaciute di più. Magari consultate i meno giovani, per farci quattro risate tutti insieme e per ricordare le nostre origini. Sono ammessi solo dialetti della nostra provincia. In questo sito potete trovare la storia e le origini del dialetto marchigiano. Glioca pure tu, non fa lu sciapittu!

by Matteo Zallocco

sabato 3 novembre 2007

Vino al Vino ...secondo Rick


-Rick, dopo il lavoro, adesso parlaci un po' di te, cinque aggettivi per definire il tuo rapporto con il vino. Salutare (se preso nelle giuste misure! Aiuta la circolazione del sangue e abbassa il tasso di colesterolo), intrigante (il suo peso in un appuntamento galante potrebbe essere decisivo), conciliante (bere in compagnia con gli amici e brindare con un po' di vino, risulta sempre appagante ed amichevole), professionale (chi meglio di me può dirlo?!? Conoscere sempre di più sul vino oltre ad accrescere la mià personale professionalità, mi appaga e soprattutto non mi stanca mai), rispettoso (perchè se non se ne abusa, ti può allietare la serata, io rispetto lui, lui rispetta me!!! In questo senso)!

-Primo appuntamento con una ragazza. Rosso, bianco o rosato? Dipende dalla ragazza! Mi spiego, se è una tipa sofisticata che bada alla chiccheria, quelle del tipo un po' "snob" direi Bianco, o alla fine anche un Rosato del Salento! Perchè la inviterei in un ristorantino al mare a mangiare il pesce (questi vini sono l'ideale)!!! Se la tipa risultasse più alla mano (come piace a me) ROSSO! Perchè la cena alla quale la inviterei in un primo appuntamento, non sarebbe a base di pesce, bensì qualcosa di più alla mano, però caloroso alla stesso momento!!! E di vini rossi che fanno al caso mio, ce ne sono a bizzeffe!!!

-Vino e cibo, quali abbinamenti preferisci? Io non ho particolari preferenze ma se si vuole scendere nel particolare: - Con gli aperitivi gradirei un vino bianco o un spumante o vino spumante prosecco. - Con i piatti a base di pesce, come dicevo poc'anzi, l'ideale sarebbe un bianco tipo: Corvo bianco, un Falerio, una Falanghina o un Muller Thurgau, ma anche altri! - Per i piatti a base di carne rossa si passa al rosso. Qui potremmo variare la scelta con un Merlot, un Refosco, anche un Chianti o un Sangiovese, come anche un Pinot Nero o una Valpolicella potrebbe fare al caso nostro! - Se, invece, dovessi scegliere un abbinamento con carni bianche o salumi, andrei con un Barbera, o un Bardolino, un Cirò, o anche un Lambrusco tra i rossi, ma anche sarebbe azzeccato l'avvicinamento con i bianchi Greco di Tufo e Verdicchio. - Con la selvaggina, invece, berrei solo vini rossi, come: Amarone, Brunello di Montalcino, Primitivo di Manduria o Sagrantino di Montefalco (vini più raffinati che hanno la qualità di esaltare i sapori). Un dessert, come anche un dopo pasto, sarei dell'idea di avvicinarli a dei vini bianchi dolci e liquorosi tipo: Vin Santo, Moscato, Tànit, Passito o Malvasia. Anche un Porto o uno Cherry (sono rossi) andrebbero bene! Spero di essere stato esauriente, semplice e completo!

-Se il forum, Homoblog e Cronache Maceratesi fossero un vino, che vini sarebbero? Il Forum sarebbe come un Chianti o un Sangiovese perchè tutti ne possono usufruire e perchè è facile da ritrovarlo nelle tavole e nelle case di tutti gli italiani. L'Homoblog, sarebbe, avendo sempre trovate dolci e scherzose, un Moscato o anche un VIN SANTO, appunto vini dolci e liquorosi. Le Cronache Maceratesi, essendo appunto maceratesi e cercando di mettere in risalto le bellezze del posto, ricercando le chicche della nostra zona, non posso che paragonarle ad un FALERIO dei COLLI ASCOLANI o ad un VERDICCHIO dei JESI.

-Qualche dritta sul vino, Rick, qualche suggerimento? Alcune chicche che non tutti sanno:
- una volta scelto un vino, per conservarlo al meglio, in una cantina o a casa, sarebbe ideale, metterlo per orizzontale! In questo maniera, si permetterà al tappo di restare a contatto con il liquido e mantenere la giusta elasticità, impedendo l'infiltrazione di aria o altri odori,
- ogni vino per degustarlo al meglio andrebbe servito ad una temperatura appropriata. Come fare per ottenere tali temperature? Per abbassare velocemente la temperatura occorre immergere la bottiglia in un secchiello pieno d'acqua, ghiaccio e sale. La temperatura di un vino va misurata con un termometro a lettura rapida all'interno della bottiglia, tenendo conto, che il vino una volta versato nel bicchiere aumenta la sua temperatura di uno o due gradi nel giro di pochi secondi.
- Il vino, sarebbe meglio servirlo così:
1) i vini vanno serviti sempre prima dei piatti che debbono accompagnare,
2) il bicchiere non va mai riempito oltre i due terzi della propria capacità,
3) i bicchieri non vanno lavati con detersivi, poichè i residui minimi possono rovinare la degustazione,
4) devono essere preferibilmente lisci, trasparenti, in vetro incolore e riposti in luoghi dove non ci sia la possibilità che vengano intaccati da altri odori,
5) i vini sono sempre serviti prima ai festeggiati ed alle donne,
6) i vini vanno presentati alla sinistra del commensale e serviti alla sua destra.

Grazie Rick!! Grazie a Mariana e a Paula per le immagini.

by giovi

Il vino nel carrello

Il vino, le etichette, i marchi a denominazione d'origine, le donne, la salute, il galateo a tavola, gli abbinamenti enogastronomici, tendenze e psicologia dei consumi. Riccardo, The Boss -per gli amici- si rivela un addetto ai lavori, molto attento al mercato e non solo...

La grande distribuzione organizzata (GDO), si conferma come un canale sempre più importante per la distribuzione del vino sul mercato nazionale. Tra agli scaffali, trovano spazio anche etichette straniere.Qui delle notizie sui vini nella GDO. Vuoi commentare? Come si può già leggere dal "Corriere del vino", il 2006 è stato un anno positivo per il vino italiano: "sul mercato nazionale stiamo assistendo ad una razionalizzazione della filiera mentre i mercati esteri sono stati oggetto di politiche commerciali più aggressive che stanno generando una crescente domanda di prodotto", io sento solo di poter confermare quanto sopra anche per quanto riguarda il Cityper di cui io faccio parte, lavorandoci oramai da quasi 9 anni! Anche nel Cityper dove lavoro (VAL di CHIENTI - Piediripa MC) la realtà quotidiona si avvicina e si sovrappone a quanto calcolato dai dati, elaborati da ACNielsen per Vinitaly, che mostrano quali sono i vini più venduti nella Gdo nel 2006, nell'ordine: Chianti classico (Toscana), Montepulciano d'Abruzzo, Sangiovese (Emilia Romagna, Toscana), Nero d'Avola (Sicilia), Merlot (Veneto), Pinot (Tri-Veneto), Bonarda (Lombardia), Barbera (Piemonte), Vermentino (Sardegna) e Barbera d'Asti. I vini che fanno registrare il maggior tasso di crescita nel 2006 sono nell'ordine: Brunello di Montalcino, Nero d'Avola, Gewurztraminer, Morellino di Scansano, Verdicchio di Jesi, Dolcetto d'Alba, Bonarda Oltrepò, Barbaresco, Chardonnay e Rosso di Montalcino. Il prezzo medio al litro dei vini venduti è 4,04 euro, mentre le fasce di prezzo che crescono maggiormente sono quelle della fascia superiore ai 6,4 euro.

- C'è una attenzione del gruppo Cityper ai vini locali e a quelli a denominazione d'origine? Sì, c'è un'attenzione particolare del Gruppo Cityper ai vini locali, ai D.O.C e D.O.C.G e I.G.T! Infatti nel corso dell'anno, partono promozioni a tema, in genere di due settimane, in cui i prezzi sono ridottti con una buona percentuale di sconto. La promozione corrente infatti riguarda precisamente sconti interessantissimi sui vini D.O.C! Qualche settimana fa, invece vi è stata la promo inerente vini locali.

- Che spazio è riservato ai vini stranieri? Lo spazio che, nella corsia 26 del Cityper, è riservato ai vini stranieri potrebbe sembrare non troppo grande, ma se si considera il numero elevato di referenze di vini italiani che la compongono, posso dire che, anche i vini stranieri hanno un giusto ed equilibrato spazio nella cantinetta. Oltre ai vini cileni tipo "Tarapaca ", ci sono gli argentini come "Shiraz Hiraz Trivento" e "Chardonnay Tritarapacavento" che ho inserito io da qualche anno nell'assortimento che si può trovare al Cityper, appositamente in onore delle nostre amiche MARIANA e PAULA. I francesi sono i più numerosi tipo "Beauuvillon, Chateaneuf de Pape, Polly Fumè, Sautternes Chateau Briatte o Cotes Du Rhone". Abbiamo vini greci "Retsina", australiani "Syrah Cabernet Kanga's Leap e Semillion/Chardonnay Kanga's Leap, messicani "San Isidoro" ecc.)

- Tra i tuoi clienti, chi sono più informate le donne o gli uomini? Credo che gli uomini siano più effettivamente informati o quanto meno quelli che al Cityper vengono con più frequenza ad acquistare vino, anche se le donne stanno aumentando i loro interessi e di conseguenza la loro informazione è in netta crescita!

- Il vino che secondo te non dovrebbe mai mancare in cantina? Vini Bianchi, tipo Falerio, Verdicchio, Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Falanghina, Vermentino,non dovrebbero mai mancare in una cantina che si rispetti, ma come anche i Rossi: Barbera, Chianti, Bonarda,Montepulciano, Nero D'Avola, Brunello, Primitivo di Manduria ma anche altri e la lista sarebbe ancora lunga! ROSATI immancabili dovrebbereo essere: Salento, Turà delle Venezie, Pinot Rosa ecc.

- La domanda strana di un cliente che ricordi? La domanda più strana forse non sarà, ma spesso, come anche oggi, la gente mi fa "...Senta, sto cercando un buon vino che costi poco, che mi consiglia?" ed io accendo un sorriso, rispondo "... una Ferrari che costa poco, ancora non l'hanno inventata" e spesso capita, che subito dopo, capita la battuta, ci facciamo due risate!!! Poi chiaramente si ritorna seri e cerco di capire quello che il cliente effettivamente cerca!!!

Ecco Rick nel suo habitat al Cityper, ma non è ancora finita...continua la chiacchierata con The Boss e il suo rapporto con il vino....

by giovi

giovedì 1 novembre 2007

A Loro Piceno: come adottare un albero di ulivo


Nel web surfing alla ricerca di notizie, mi sono imbattuta in Adopt an olive tree, una simpatica iniziativa di imprenditori agricoli di Loro Piceno (MC). Il sito web dell'azienda è interamente scritto in lingua inglese, a indicare una clientela particolare a cui si rivolgono: "Adopt one of its trees for a year and you'll receive all the produce from your tree. Imagine dunking your bread in your own oil from your own tree 1,500 miles away on a hillside in Italy". L'idea che ha avuto già diverse recensioni anche internazionali, è di dare l'opportunità di adottare uno dei numerosi ulivi dell'azienda. Si possono scegliere una o più piante (il costo è di circa 130 euro all’anno) dopo aver visitato virtualmente le varie aree dell’uliveto tra le dettagliate mappe: Maddalena, Furbo, Gruffina, Immacolata, Piano Piano, Il Capo, Il Fico, Il Sogno, Lina e Ardelio. Di ogni area saprete anche le cultivar di olive che sono coltivate: leccino pendolino, mignola, Piantone di Mogliano. Se vorrete, potrete andare in azienda per far visita all’albero scelto.

Per la verità, della possibilità di soddisfare l’istinto bucolico e la volontà di supportare attività agricole e contribuire a preservare piccole produzioni artigianali avevo letto già in passato. Forse pioniere è stata l’associazione Archeologia Arborea di Città di Castello in Umbria. Alcuni anni fa per esempio si offriva la possibilità di adottare nespoli, sorbi, prugnoli, biricoccoli piantati nel frutteto degli alberi dimenticati. Obbligatorio andare a far visita alla pianta adottata almeno una volta all’anno, e ovviamente recarsi in zona per raccogliere i frutti. Altre iniziative sono seguite in diverse regioni come Adotta una pecora in Sardegna. In Molise si può contribuire a far crescere un frutteto di vecchie varietà di frutta. Preferite una vigna? In Trentino si è offerta la possibilità alle scolaresche di adottare alberi da frutto.


Cathy, Jason e Rosie in azienda

Se vi piace l’idea di adottare alberi di ulivo, altre iniziative oltre a quella marchigiana, ci sono in Toscana, nel Cilento e nella Valle Roveto. Aderire ai vari progetti non significa solo poter ricevere i prodotti che si ottengono dalla coltivazione o dall’allevamento. Significa con il proprio investimento contribuire alla pianificazione della produzione agricola e favorire il mantenimento in vita di piccole aziende. Significa aiutare nella valorizzazione di risorse territoriali e sviluppare un turismo sostenibile finalizzato a valorizzare la storia, la tradizione e la cultura di alcuni territori difficili o marginali.

Spero che i giovani che portano avanti il progetto Adopt an olive tree a Loro Piceno, ci raccontino un po' come sta andando, le adesioni a giudicare dal sito, non sono poche. C'è chi lo propone come idea regalo!

by giovi

martedì 30 ottobre 2007

Maceratesi OGM free

Porto di Ancona. Manifestazione anti OGM di Greenpeace

Ogni settimana al porto di Ancona arrivano container con quintali di soia. Tra i paesi da cui viene importata c’è l’Argentina, grande produttrice di soia transgenica. Alcuni ricorderanno che diversi anni fa al porto di Ancona ci fu la dimostrazione di attivisti di Greenpeace con assalto ad una portacontainer che trasportava sementi transgeniche. Il primo episodio che ha messo a contatto i funzionari della Assessorato agricoltura della Regione Marche con gli OGM è accaduto nel 2003 con il sequestro e distruzione di 120 quintali di mais transgenico che erano stati coltivati a insaputa dell'agricoltore. In seguito il Consiglio regionale ha approvato una legge nel 2004 allo scopo di valorizzare le risorse genetiche e la specificità ed originalità delle produzioni agricole e agroalimentari del territorio. La Regione ha costituito anche un “Nucleo operativo per la prevenzione e l'intervento in materia di Organismi Geneticamente Modificati (O.G.M.)” ed ha predisposto il “Piano complessivo delle attività necessarie per la prevenzione e l'intervento di contrasto in materia di Organismi Geneticamente Modificati (O.G.M.)” che è finalizzato allo svolgimento di attività di controllo analitico su sementi coltivate nella regione. Sul sito dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Marche troviamo una sezione dedicata agli OGM e alla legislazione vigente.

Nelle campagne marchigiane e nel resto d’Italia non è consentito coltivare piante transgeniche. La provincia di Macerata è una delle province con la maggior percentuale di comuni anti-transgenici: Caldarola, Serrapetrona, Cingoli, Civitanova Marche, Matelica le comunità montana di Camerino e San Severino, Fiastra, Montelupone sono solo alcuni esempi. All’ingresso del paese dichiarano con la segnaletica apposita le volontà espresse dalla delibera comunale: favorire la promozione dei prodotti locali e impedire che sul proprio territorio vengano sperimentati, allevati o coltivati in campo aperto, trasportati e commercializzati organismi geneticamente modificati.


Serrapetrona,uno dei comuni maceratesi anti-transgenici

Nonostante la coltivazione di piante transgeniche non sia autorizzata, in Italia diversi gruppi mostrano un attitudine potenzialmente favorevole alla loro introduzione anche nella nostra agricoltura. Tra questi si sono distinte numerose associazioni di ricercatori. Nell’azienda Agraria dell’Università Politecnica delle Marche per esempio, l’anno scorso è stata portata a termine la prima vendemmia di uva transgenica e si coltivano a scopo di ricerca, alcune fragole e ortaggi transgenici. Accanto ad alcuni ricercatori, hanno assunto una posizione possibilista anche alcune associazioni agricole come Confagricoltura e Futuragra. Si oppongono invece all'introduzione degli OGM vari gruppi di diversa estrazione aderenti all’iniziativa Liberi da OGM. La provincia di Macerata ha aderito a questa mobilitazione e nelle Marche si stanno organizzando eventi divulgativi per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle biotecnologie applicate al settore agroalimentare. La mobilitazione ha avviato la ripresa di un vivace dibattito tra sostenitori e tra chi si oppone agli OGM mentre autorizzazioni o divieti a nuove varietà di mais transgenico si rincorrono in Europa. Si contano sulle dita di una mano le multinazionali del biotech che controllano il settore della ricerca, le sementi e il business dei pesticidi. Tra i blogs attivi sul tema degli OGM e sulla disinformazione sui media, c’è il neonato biotecnologiebastabugie.blogspot.com curato da un gruppo di studenti, laureati e ricercatori in biotecnologie. Mi sono informata, ho letto fonti diverse, riconosco che parlare degli OGM non è semplice perché si rischia di generalizzare. Ogni applicazione offre potenziali e diverse implicazioni in termini economici, ripercussioni sull’ambiente e sulla salute. Il mais Bt o il mais RR non possono essere messi sullo stesso piano. Ad alcuni interrogativi non riesco a dare una risposta. Siamo sicuri che il mais Bt sia indispensabile per ridurre la contaminazione da micotossine quando la crescita dei funghi che le sintetizzano avviene nel periodo post raccolta durante lo stoccaggio? Il settore saccarifero è in crisi ma la UE ha autorizzato l’importazione di una barbabietola da zucchero, anch’essa transgenica, da destinare all’alimentazione umana e animale. Abbiamo bisogno della patata transgenica Amflora brevettata dalla BASF per produrre solo amilopectina da destinare all’industria?

by giovi