giovedì 23 febbraio 2006

30 volte Giovi

Il tritatutto, Buoni pasto? no, grazie!, La dieta macrobiotica maceratese sbarca a Cuba, Professioni emergenti: il gastronauta, Per un pezzo di Pizza, Fritto misto, Degustibus, Speedy Birthday to you, La passione per il web e la scrittura, Metti l'olio fritto nel motore, Caccia aperta al tartufo cinese,Vino cotto alcool e paradossi, Polli da spennare, Tra gli scaffali e le mani in pasta, Qui Lucca Comics...Winx rispondete, La gola del Leopardi, A tavola con Giacomo Leopardi, Eros a tavola, Celiacherie, Obesity Day:E a Macerata?, Un pane speciale: il pane ficato, La befana vien di notte, CheMcOlimpiadi, Decoquinaria maceratese, Ineditablog: la carica dei bloggers, La farrecchiata una polenta speciale, BANCOLAT: latte crudo dal produttore al consumatore, Ineditablog: una settimana dopo, Ciabattoni e monachelli

by giovi

giovedì 16 febbraio 2006

Ciabattoni e monachelli

Venivano chiamati la “carne dei poveri” e per la loro ricchezza in proteine, hanno costituto il sostentamento di molte famiglie in un recente passato. Sono i legumi come ceci, lupini, cicerchia e fagioli. Quasi tutti potevano essere essiccati e, grazie alla loro conservabilità, utilizzati anche in inverno, quando i prodotti freschi disponibili erano scarsi.In Italia, malgrado che dal dopoguerra si sia registrata una progressiva e inesorabile contrazione delle superfici destinate a queste leguminose, sono ancora coltivati e nelle Marche come in altre regioni italiane, oltre alla coltivazione per uso famigliare praticata negli orti, si è recentemente diffusa, soprattutto nelle aree di pianura irrigua, la coltivazione del fagiolo di tipo “borlotto” destinato all’industria dei surgelati. Il cambiamento delle abitudini e dei consumi alimentari della popolazione ha portato alla diffusione di coltivazioni di varietà di fagioli per l’industria, con conseguente contrazione della variabilità genetica e quindi delle varietà di fagiolo coltivate. Se in passato parte dei legumi erano conservati per la semina dell’anno successivo, la distribuzione commerciale delle sementi ortive ha quasi completamente sostituito il reimpiego aziendale per cui attualmente è possibile reperire sul mercato quasi esclusivamente fagioli di tipo borlotto o cannellino, mentre l’enorme varietà di popolazioni locali che in passato ogni agricoltore conservava gelosamente è confinata all’interno di piccoli orti familiari e rischia di scomparire per sempre.

Il CERMIS di cui abbiamo parlato recentemente, ha realizzato un progetto biennale “Sperimentazione e recupero di produzioni agricole ed agroalimentari”, finalizzato alla valorizzazione del territorio e alla salvaguardia della biodiversità attraverso la realizzazione di produzioni tipiche, economicamente sostenibili, legate ad elementi di interesse storico, culturale e sociale. Nell’ambito del progetto di recupero, è stato possibile raccogliere testimonianze della coltivazione alcune varietà locali di fagioli, perfettamente adattati al loro ambiente e con peculiari caratteristiche organolettiche e sensoriali. La ricerca è stata realizzata presso biblioteche locali tra cui l'Accademia Georgica di Treia, la Biblioteca Egidiana di Tolentino, la Biblioteca Comunale di Macerata “Mozzi Borsetti”, la Biblioteca Statale di Macerata e altre istituzioni tra cui l'Archivio della Fondazione Giustiniani Bandini e gli Archivio di Stato di Macerata, e di Camerino. Dalla consultazione di riviste specializzate, siti internet e da interviste alla popolazione più anziana, si è venuti a conoscenza di alcune varietà di fagioli sconosciuti alla maggior parte dei consumatori. Quanti sanno che esiste il fagiolo di Laverino? E'un tipo di fagiolo prodotto nell’area di Fiuminata di cui già nel 1811 si parlava per le sue particolari caratteristiche culinarie. Il Comune di Fiuminata sta incentivando la produzione da parte degli agricoltori della zona con contributi economici, e promuovendo una manifestazione incentrata sugli aspetti culinari di questo particolare prodotto. Poi abbiamo il Cenerino del lago di Colfiorito, da testimonianze orali è stato accertato che dalla metà del 1900 questo fagiolo veniva coltivato nell’area di Serravalle del Chienti. Si chiama fagiolo Monachello, un fagiolo che da testimonianze orali è stato accertato fosse presente dalla metà del 1900 nell’area dei Sibillini (Castelsantangelo sul Nera). I fagioli De Li Rotelli, negli anni ’50-‘60 erano molto coltivati lungo il corso del fiume Potenza nell’area di Passo di Treia e nella frazione Rotelli di Pollenza.

E il ciabattone o fagiolo turco?. Molti anziani agricoltori ricordano che il seme era stato loro consegnato dai genitori. E per concludere non dimentichiamo il fagiolo della Regina Alto e il fagiolo della Regina Basso coltivati in diverse zone del maceratese. L’obiettivo del progetto realizzato dal CERMIS era far emergere il legame inscindibile fra le varietà locali di fagiolo e il territorio maceratese per dimostrarne la tipicità. L’indagine, i cui risultati sono stati illustrati in una pubblicazione ha permesso di verificare l’origine e la diffusione sul territorio delle diverse varietà di legumi sopra-citati, le tecniche colturale adottate, la loro trasformazione e utilizzazione tradizionale. Alcune aziende e agriturismi nelle aree descritte hanno iniziato la vendita diretta del prodotto essiccato e/o hanno inserite le diverse varietà di fagioli nei loro menu' allo scopo di farle conoscere e apprezzare ai consumatori e turisti. E adesso un indovinello, sapete riconoscere i nomi dei fagioli nella foto?

Fonte immagine: Cermis.it

by giovi

martedì 14 febbraio 2006

Una moderatrice da 110 e lode!

Ecco il top of the week grazie ai consigli arrivati dall'Argentina...

LA FOTO DELLA SETTIMANA

Giorgio (Mr Mushroom) da Sydney. Dopo quelle di Sofia ora sulla sulla web gallery potete trovare tutte le foto del secondo maceratese di secondopiero.com inviato in Australia.

LA STAR DELLA SETTIMANA:

Franci [img]La prima moderatrice donna (ora sono in tre e nel Consiglio Supremo si fanno sentire parecchio... ) si laurea con uno straordinario 110 e lode e inserisce anche i ragazzi di secondopiero.com tra i ringraziamenti. Chapeau! LA SORPRESA: Guido Il nostro opinionista sembra proprio aver ispirato Beppe Grillo... Guardate qui! IL POST PIU' DIVERTENTE: Addino torna alla carica con il dialetto. Aspettando il ritorno di Jonny Rango che intanto è stato seguito da diversi utenti del forum al suo concerto di venerdì sera a Montegranaro.

by Matteo Zallocco

domenica 12 febbraio 2006

InEditaBlog: una settimana dopo

February 12, 2006, 2:37 pm

Genova, Padiglione C, Salone dell’Editoria. Più o meno a quest’ora domenica scorsa ero ancora nel capoluogo ligure. Genova ci ha accolto con un bellissimo sole ed è stato piacevole camminare dall’albergo alla fiera percorrendo il lungomare. Inserita insieme ad altri relatori nel programma domenicale di Blog & Bloggers ho parlato di TRASHFOOD, il randomestrale di incultura alimentare di cui curo gli aspetti scientifici da qualche anno. E’ stata l’occasione per raccontare come è nata l’idea della rivista, le sue finalità e come si inserisce nell’eterogeneo panorama dei blogs dedicati all’alimentazione umana e all’enogastronomia. Genova è stata una bella occasione per incontrare persone che stimo molto, tra queste l’organizzatrice Mitì Vigliero, meglio conosciuta come Placida Signora, che instancabilmente ha moderato molte sezioni della manifestazione insieme a Marina Bellini. E' stato bello dare un volto e parlare dal vivo con tante persone di cui leggo abitualmente i blogs. Da qualche anno infatti sono una vera divoratrice di blogs, accanto a una decina che leggo quotidianamente, ce ne sono altri che seguo anche se meno assiduamente e ogni giorno ne scopro uno nuovo e la lista dei bookmarks si allunga. Siti legati al cibo, scienze, cinema, cultura, letteratura, politica e altri meno impegnati, da conoscere e da approfondire un po' per volta. E’ stato simpatico anche incontrare alcuni miei lettori come Antonio Sofi, curatore di Webgol e Giorgio Zarrelli, scrittore e autore di geeksquare.

Impossibile non parlare anche del rinfresco aperto con lo slogan "Lardo ai bloggers" offerto dall’azienda San Lorenzo. Animatore del buffet è stato l'imprenditore marchigiano Antonio Tombolini che aveva presentato poco prima la sua Simplicissums Blog Farm e l'appetitosa iniziativa "Pesto ai bloggers" che ha riscosso un notevole successo. Tanti i chilometri in macchina tra Ancona e Genova, ma non è poi stato così pesante in piacevolissima compagnia di amici conosciuti in occasione della cena dei bloggers marchigiani di qualche mese fa come Letizia, Luca e Emanuele.

A presto saranno pubblicati anche gli atti e gli interventi dei relatori che hanno partecipato a InEdita. Molti hanno già scritto della manifestazione e trovate tutto sul blog collettivo di Inedita. Alcuni articoli sono contenuti anche su Rai.it. Su Flickr sono disponibili le prime foto di molti intervenuti, soprattutto del fotografo ufficiale, Samuele Silva.

Internet e i blogs si confermano formidabili aggregatori umani.

by giovi

giovedì 9 febbraio 2006

De coquinaria maceratese

Ve la ricordate La prova del cuoco maceratese? Quando Mike spadellava e con grande cura riportava ricette sul forum? poi si è messo a dieta e fine del programma.

Macerata, terra di grandi tradizioni enogastronomiche e di scrittori-gourmet. Tra questi di certo il piu' conosciuto è Antonio Nebbia. Visse a Macerata nella seconda metà del XVIII secolo dove lavorò per anni presso molte famiglie gentilizie e nel 1779 diede alle stampe per la prima volta un ricettario dal titolo Il Cuoco Maceratese. Il libro ricalcava l'impostazione della cosiddetta Grande Cuisine, che, dopo la Francia, stava conquistando il gusto alimentare della vecchia Europa. Per la prima volta Nebbia sviluppò una gastronomia per le nuove classi sociali e fissò regole moderne dell'alimentazione. Il libro ebbe uno straordinario successo e venne riproposto in tutta Italia per oltre un secolo fino all'avvento dell'Artusi. Il Cuoco Maceratese è anche un vero manuale di cucina e secondo le intenzioni dell'autore, avrebbe dovuto insegnare a cucinare ogni sorta di vivanda, tanto di grasso che di magro. Prima del Nebbia il sapere delle cuoche marchigiane non aveva mai trovato l'ardire e la dignità di una sistemazione editoriale. Dietro ogni ricetta non vi è improvvisazione, ma una grande professionalità e una notevole esperienza.nell'utilizzare e riciclare tutto il possibile alimentare. Alcuni anni fa il libro è stato ristampato grazie ai contributi della Camera di Commercio di Macerata.. Anche Il Cuoco Classico di Cesare Tirabasso nato a Montappone è stato ristampato recentemente. Si tratta di un un ricettario che, secondo le intenzioni dell’autore, presenta piatti della tavola popolare a fianco a quelli di casa signorile, a ricette di gusto e nome esterofilo, presentandole in forma piacevole e, in gran parte, ancora oggi attuabili.

Ma la provincia maceratese diede i natali anche ad altri scrittori che si occuparono di cucina e di prodotti alimentari. Chi conosce Giovan Francesco Angelita Roco? Nato a Recanati, scrisse un trattato sulla coltivazione dei pomodori "I pomi d'oro" nel 1607. E' invece opera di un Anonimo Medico di Macerata (179l), il " Metodo facile di prolungare la vita con piccola attenzione a' nostri cibi e bevande".

Il capoluogo riserva altre sorprese per gli appassionati di ricette storiche. Potranno trovare materiale utile nell’ Archivio storico della città dove è conservato tra gli altri, anche il registro di uscita di un commerciante di carni intitolato "compra di capre e vaccine e cora e sego" (1656), all'interno di un "Archivio della Curia generale della Marca d'Ancona, Registri".. Altre opere si trovano alla Biblioteca di Macerata, dove oltre a diversi classici della gastronomia, sono custoditi circa settanta manoscritti del sec. XVII facenti parte dell'antica Biblioteca Buonaccorsi. Si tratta di documenti sciolti: ricette di cucina, liste di banchetti, memorie e sunti di ricette. Sono presenti inoltre diverse liste di pietanze preparate in occasioni di banchetti, colazioni, pranzi e cene offerti ad illustri personaggi.

Una visita obbligata per i gourmets.

by giovi

martedì 7 febbraio 2006

Ciao Billy!

Una settimana fa, martedì 31 febbraio, alle 18.30. è morto Andrea Camperio, a 28 anni appena compiuti. E' finito contro un camion sulla strada Regina. Lascia la moglie Elisa e il piccolo Kevin che sta per spegnere la sua prima candelina.
Visto che in questo sito ci sono ragazzi di Sambucheto che lo conoscevano bene, pubblico la lettera che tutti gli amici gli hanno dedicato al funerale.

Ciao Billy
Vorremmo dirti un mare di parole, come un fiume in piena vorremo colmare il vuoto che lasci.
Ma l'incredulità, la rabbia. l'impotenza e soprattutto l'immensa tristezza che si provano in momenti come questi, sono un boccone troppo grande da inghiottire, che ci strozza e impedisce di manifestare fino in fondo quel che tutti noi, uno per uno, proviamo per te nel cuore.
E così cresce il silenzio che diviene terra sempre più fertile per i ricordi; di quei ricordi di te, Billy caro, che serbiamo a migliaia, tutti meravigliosi e questo sta a dimostrare l'estrema purezza e simpatia che ti hanno contraddistinto.
Il tuo calore, la tua bontà e la passione che mettevi in tutto ciò che facevi, possano fornire ispirazione a tutti quelli che hanno avuto il piacere di conoscerti e di aver apprezzato la nobiltà d'animo che ti caratterizzava.
Come dimenticare i momenti trascorsi a scuola, sui campi di calcio e calcetto, davanti ad un bersaglio o alla tv durante le partite?
Come non ricordare quei sorrisi e quelle parole che erano gioia nei momenti belli e conforto nei momenti difficili?
Vogliamo ricordarti così caro Billy, come un solido sostegno grazie al quale ritrovare armonia e come un uomo forte, che ha condotto la sua vita con umiltà e fierezza fino alla sfida impari che il destino ci lancia.
E siamo sicuri che rivedremo, un giorno non troppo lontano, il Tuo sorriso sul viso del bambino che lasci in dono al mondo e che ignaro si affaccia alla vita.
Quindi con la promessa di rimanere sempre vicini a coloro che hai amato così tanto, ti dedichiamo tutti insieme un ultimo saluto condito da un abbraccio che niente e nessuno potrà mai spezzare.
CIAO BILLY, SARAI SEMPRE VIVO IN CIASCUNO DI NOI.

by Matteo Zallocco

lunedì 6 febbraio 2006

Un trattato sull'amicizia

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Torno a scrivere qui dopo un po' di tempo e lo faccio ripartendo dal diario della community online, spinto dalle richieste di due amiche dall'Argentina. Torno per parlare di amicizia, prendendo spunto da un bel riassunto della settimana online che proprio Mariana e Paula mi hanno inviato.
Fino a qualche anno fa non avrei mai pensato che l'amicizia potesse nascere anche online, che si potesse nascondere dietro lo schermo di un computer e ritrovare in ogni momento.
E invece qui, nella comunità maceratese online, è successo. Grazie a questo sito ho fatto nuove amicizie e conosciuto belle persone. Molte di queste ho avuto il piacere di conoscerle anche di persona, altre no. Mariana e Paula sono ad Olivos, a pochi passi da Buenos Aires. In mezzo c'è un oceano di distanza, ma loro sono sempre vicine. Mi capiscono al volo, sembra quasi che riescono a leggermi nel pensiero e da un po' di tempo a questa parte dall'Argentina arriva sempre l'email giusta al momento giusto. Ed è proprio a loro che dedico questo mio post di ritorno su Cronache Maceratesi, con una dedica speciale anche per Giovi che è stata sempre presente qui su CM.

L'amicizia è stato anche il tema portante di questa settimana di secondopiero.com. L'amicizia di Alberto (Temple of Sirynx), Franz e Rossano (Genialoide) per il loro amico Andrea, morto pochi giorni dopo il suo 28esimo compleanno in un terribile incidente stradale.
L'amicizia di tutti i ragazzi di Sambucheto che Andrea lo conoscevano bene e che durante il suo funerale gli hanno dedicato una lettera molto bella. Andrea Camperio lascia anche la moglie Elisa e il figlio Kevin, che sta per compiere un anno. E' giusto ricordarlo anche qui.

Per il resto la settimana della comunità online è stata piena di tanti piccoli gesti di amicizia: dall'entrata in scena dell'amico di Piero, Marcello, al record di punti a fantacalcio di Menghì con i relativi complimenti degli amici avversari di gioco; da Francesco Calò che annuncia con un po' di rammarico la fine della sua avventura erasmus a Bilbao, a Luciano Casali, presidente della Pro-Loco di Offida, che anticipa il benvenuto ai ragazzi di secondopiero, originali organizzatori del pullman per la festa de Lu Bov Fint.

by Matteo Zallocco

mercoledì 1 febbraio 2006

Bancolat: latte crudo dal produttore al consumatore

Arrivi con la bottiglia, inserisci la moneta da un euro e riempi il recipiente con un litro di latte crudo. Un tipo di latte fresco intero, di giornata che non ha subito alcun trattamento industriale. Dal produttore al consumatore, come si dice spesso. Un modo diverso di fare la spesa per consumatori piu' attenti alle filiere produttive. Tutto questo è possibile grazie ai nuovi distributori automatici di latte crudo, qualcuno li chiama milk bar, bancolat o distributori di latte alla spina. I vantaggi di questo nuovo sistema non sono solo economici, ma riguardano anche aspetti nutrizionali. Diversamente dal latte confezionato, il latte crudo, non è stato sottoposto ad alcun trattamento quali ad esempio scrematura, omogeneizzazione, pastorizzazione, ultrafiltrazione. Si acquista quindi un prodotto integro che mantiene inalterate tutte le vitamine e le qualità nutrizionali. I milk bar sono molto diffusi nel Nord Europa, in Svizzera e Germania e stanno a poco a poco diffondendosi anche in Italia. Il latte crudo appena munto è venduto in molte aziende del Nord dalla Lombardia al Piemonte, dal Friuli al Veneto all’Emilia Romagna ma anche in Lazio fino alla Puglia. I distributori sono controllati da un computer che mantiene sotto controllo la temperatura e a Saluzzo ne esiste un tipo che avverte i padroni con un sms se qualcosa non funziona.

L’offerta degli allevatori si è arricchita e qualificata tanto che è possibile in molti casi acquistare anche mezzo litro per rispondere alle esigenze dei single o anche semplici bicchieri. Le «self service milk machine» per la vendita diretta di latte dalla stalla al consumo incontrano il gradimento dei cittadini con un consenso in continua ascesa perchè conciliano convenienza e aspetti salutistici. Tra i prossimi obiettivi vi è quello di poter superare alcuni vincoli amministrativi per garantire l’opportunità di gustare il latte fresco appena munto anche nei luoghi pubblici come le scuole, gli uffici, gli ospedali e le mense. Nelle scuole svedesi, come documenta l'immagine, viene normalmente usato il "milkbar".

Anche in provincia di Macerata c'è un imprenditore che ha voluto investire in questa iniziativa. L'azienda con distributore automatico di latte crudo è di proprietà del signor Franco Ciccarilli di Urbisaglia (MC). Il distributore automatico si trova nei pressi della "Cooperativa di Agricoltori Abbadia di Fiastra" all'interno della Riserva Bandini. IL latte è ricavato dalle mucche allevate dal signor Ciccarilli nel terreno all'interno della riserva. Il servizio è disponibile dalle 8 del mattino fino a sera.

Se passate da quelle parti, non potete non fermarvi e assaggiatelo! Poi fateci sapere come lo avete trovato!

by giovi