venerdì 2 febbraio 2007

Paolucci, il Golden Boy del calcio italiano

La scheda.
Michele Paolucci è nato il 6 febbraio 1986 a Recanati. Ha vissuto a Civitanova
fino all'età di 14 anni quando è passato dal Tolentino alla Juventus.
Nelle giovanili bianconere ha realizzato la bellezza di 178 reti. Finora in A
quattro gol in cinque partite da titolare.


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- CIVITANOVA -
ORA LO CHIAMANO il «Golden Boy» del calcio italiano. La doppietta di
domenica a Messina che ha regalato all’Ascoli la vittoria per 2-1 nei minuti
finali è stata una consacrazione per Michele Paolucci, che nel 2000 - a soli
14 anni - ha lasciato la sua Civitanova per approdare alla Juventus. In
queste ultime settimane il suo talento è esploso anche in serie A.
Soprattutto perché con Nedo Sonetti in panchina ha iniziato a giocare
titolare. Ma i numeri di Paolucci parlavano già chiaro: nel settore
giovanile della Juve ha segnato 178 reti tra Giovanissimi, Allievi, Berretti
e Primavera, squadra con cui l’anno scorso si è laureato capocannoniere con
27 gol.
E dopo la doppietta di domenica si è fatto avanti anche il Manchester
United...

«Da quello che mi dicono qualcosa di concreto ci dovrebbe essere, ma in
questo momento non è il mio pensiero principale. Di sicuro questi sono stati
i miei giorni più belli. Non nascondo che mi fa piacere sentir parlare tanto
di me, ma voglio condividere questa gioia con i miei compagni, perché tutti
insieme domenica abbiamo conquistato una grande vittoria. Senza dimenticare
però che siamo ancora ultimi».
Intanto domenica arriva il Milan di Ronaldo...
«Non vedo l’ora. Mi auguro di vedere uno stadio infuocato, in questi giorni
ho rivisto la gente vicina alla squadra. Spero di vedere per la prima volta
il «Del Duca» tutto esaurito. Noi scenderemo in campo con il coltello tra i
denti. Questo è poco ma è sicuro».
Hai spesso dichiarato che ti piacerebbe tornare alla Juventus. Già dal
prossimo anno?

«Sono cresciuto lì e penso sia normale desiderare di tornare. La Juventus
mi ha formato come giocatore, ma soprattutto come persona. Adesso però penso
solo alla partita di domenica e alla salvezza di questo Ascoli».
Hai avuto la possibilità di affrontare grandi squadre e grandi campioni.
Qual è stata l’emozione più grande?
«Per me è un grande onore giocare contro certi campioni, ma le emozioni più
grandi le ho provate durante gli allenamenti alla Juventus, quando ero
vicino ad Alex Del Piero, che per me è sempre stato un grandissimo uomo e un
grandissimo giocatore».
All’Ascoli come ti sei trovato?
«L’inizio non è stato facile, l’impatto con la serie A un po’ mi ha pesato.
In ogni caso con Tesser mi sono trovato bene, anche se giocavo poco.
Sonetti, con il suo grande carisma, è stato bravo a ridere fiducia ad una
squadra che stava attraversando un momento molto difficile. Questo mio
exploit è anche merito suo, così come dei miei compagni e di tutto lo
staff».
Chi è il compagno di squadra che ti ha aiutato di più?
«Sicuramente Cudini e la sua recente partenza ha lasciato un vuoto nello
spogliatoio come capitano e a me come persona, perché mi è sempre stato
vicino nei momenti difficili».
Che fa Michele Paolucci fuori dal campo di calcio?
«Sono un ragazzo semplice, passo il tempo con la mia ragazza e con i miei
amici Mi piace molto guardare film e giocare con il mio cane».
Torni spesso a Civitanova?
«Sì, da quando sono ad Ascoli ho la possibilità di trascorrere molto più
tempo con la mia famiglia. Sono loro le persone che devo ringraziare di più:
mia madre Daniela, che lavora in banca; mio padre Leonardo, che a Civitanova
ha tre negozi di abbigliamento, e la mia sorella maggiore Elisa. Mi sono
stati sempre vicini nei momenti difficili, soprattutto quando a soli 14 anni
ho dovuto cambiare vita e trasferirmi a Torino».
Per inseguire un sogno, diventato realtà.

by Matteo Zallocco

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