giovedì 20 aprile 2006

Maceratesi al Vinitaly 2006

April 20, 2006, 4:22 pm

"Vino a doppio senso" presentato al Vinitaly

Migliaia di professionisti tra cui giornalisti, sommelier, ristoratori, proprietari di enoteche, un referendum mondiale in collaborazione con l'Istituto Commercio con l'Estero (Ice) che si proponeva di nominare i vini e le cantine mito dell'enologia italiana. Questi alcuni dati del 40° Vinitaly svoltosi a Verona. Conclusa la manifestazione emergono pareri contrastanti, entusiastici da parte di chi ha avuto qualche riconoscimento, polemiche e appunti da parte di altri che hanno addirittura snobbato l’evento definito: Una sagra dell'ovvio, del déja vu, del risaputo, che serve più che altro ai premiati per godere di quei cinque minuti di notorietà supplementare, per ribadire, più a se stessi che agli altri "visto come sono importante ?", ma non racconta niente, non aggiunge niente a quel che già si sapeva, non comunica nulla. Per cosa saranno ricordate le Marche e le aziende maceratesi presenti al Vinitaly 2006? Ecco una breve rassegna di quello che si è letto sui media in proposito e uno sguardo alla presenza in rete delle aziende vinicole maceratesi.

La regione Marche era presente, come accade già da diversi anni con un suo stand che ospitava due enoteche e 70 Aziende vitivinicole della Collettiva regionale. Oltre a queste, hanno partecipato al Salone veronese, in spazi autonomi, altre 35 aziende marchigiane.Quanto ha speso ogni azienda per lo stand? A chi interessa trovate le informazioni sul sito della regione. Lo stand delle Marche verrà ricordato per alcune curiosità come la presenza quotidiana di una postazione fissa di Rai Radio2 da cui partivano i collegamenti con la trasmissione Decanter. Tra gli eventi in programma nello stand marchigiano le presentazioni di alcuni libri: la "Guida alle botteghe tipiche della provincia di Pesaro Urbino " di Giuseppe Cristini, la nuova edizione dell"Atlante dei vini" e il libro "Vino a doppio senso. Guida ironica per uomini e donne" di Stefania Zolotti e Leonardo Cemak .

Dal titolo immaginavo qualcosa di diverso e invece di cosa si tratta? Di una serie di interviste a noti personaggi, maschili e femminili, delle Marche: Neri Marcorè, Giuseppe Piccioni, Cesare Paciotti, Donatella Girombelli, Valentina Vezzali, il maceratese Dante Ferretti e molti altri. Sulla base del profilo tracciato con le risposte, a ognuno di loro è stato abbinato un vino. Si tratta quindi di una guida che descrive le 16 Doc marchigiane attraverso gusti, aneddoti e indiscrezioni degli intervistati. Una sezione del libro è dedicata alle schede tecniche dei vini con la descrizione dell'uvaggio, della zona di produzione, dei gradi, della temperatura di servizio e dell'abbinamento.

Il Vinitaly 2006 verrà ricordato anche per il vino cotto di cui vediamo una fase della produzione nella foto. Questo prodotto era presente per il secondo anno consecutivo al Vinitaly con alcuni produttori tra cui gli imprenditori Passacantando di Tolentino, Mattiacci di Loro Piceno, e Vagni di Macerata. Un articolo del Corriere Adriatico di qualche giorno affermava: Sempre più interesse per il vino cotto:gli inattesi effetti afrodisiaci del vino cotto, soffermandosi sulle degustazioni che hanno riscosso -si leggeva tra le righe-un grande successo tra le donne che a più riprese hanno evidenziato l'effetto afrodisiaco del vino cotto. Non può non far sorridere questa affermazione, il vino cotto per la sua lunga storia non ha certo bisogno di essere etichettato come tale dai presentatori di Decanter. Tra le aziende marchigiane presenti al Vinitaly,alcune hanno ricevuto medaglie d'oro, altre medaglie di bronzo. Menzioni speciali ad alcune aziende che producono il Rosso Piceno, e la Lacrima di Morro d'Alba. E veniamo alla presenza in rete delle aziende vinicole marchigiane. Solo una piccola parte di quelle presenti al Vinitaly ha un sito internet, si tratta nella maggior parte dei casi di siti statici, qualche foto dell'azienda e della cantina, la vigna, il listino prezzi in alcuni casi e non viene segnalata la partecipazione alla manifestazione del Vinitaly. Strutture di siti quindi che sono una dimostrazione della resistenza di molti imprenditori a rinnovarsi.Imprenditori che non credono che la presenza in rete sia una concreta opportunità, un mezzo in piu' per dare visibilità all'azienda e per far parlare di sè e dei propri prodotti. Eppure sono già diversi i casi di successo dove la cura di un blog aziendale è servito ad instaurare un rapporto nuovo, particolare e autentico con i clienti e gli addetti ai lavori. Negli Usa dove la cosa è nata molto prima, sono diversi i blogs curati dai dirigenti o dipendenti,per raccontare la storia aziendale e le varie attività. Per tornare al vino, guardate questo esempio preso in Francia: è il blog di Champagne Tarlant, maison di produzione situata nel villaggio di Oeuilly nella Vallée de la Marne, un blog collaterale al sito web istituzionale: Champagne Tarlant - Podcast dans mes vignes et ailleurs("podcast tra le mie vigne ed altrove"). Un primo esempio di brevi clip video per illustrare alcune fasi dell'attività dell'azienda e delle lavorazioni dei vini in cantina. Il video-blog, da perfezionare, probabilmente realizzato con una videocamera amatoriale, già funziona benissimo come applicazione del concetto di vera "cantina aperta".

Questo è coraggio, innovazione nel comunicare il vino! Negli USA alcune aziende hanno assunto bloggers per curare la comunicazione in rete della propria azienda. Quanto tempo dovrà passare per vedere qualcosa di simile anche nelle Marche? Blogger nutrizionista-offresi!:-)

Fonti:GOMarche; Aristide,Vino Al vino,Corriere Adriatico on line,Il cotto dei Piceni.

by giovi

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