giovedì 6 luglio 2006

I tesori delle Marche: la top ten di Eleonora Ciaralli

Una domanda: Qual è per voi il luogo più bello delle Marche?
Tante risposte: San Claudio, San Leo, P.S.Elpidio, Loreto, San Ginesio, Penna San Giovanni, la Gola del Furlo, Ascoli Piceno, Senigallia, Grottammare, San Benedetto, la Riviera del Conero, Offagna, Sarnano, Urbino, i Laghi di Pilato.

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Sono le prime risposte arrivate in questo topic aperto da qualche giorno.

Abbiamo chiesto ad Eleonora Ciaralli, la nostra Lely, promoter e anima di Viaggio nelle Marche, il blog citato in un recente articolo di Panorama, di stilare la sua speciale top ten (o top eleven? ). Chi se non lei poteva essere la prima a farlo?
Dopo aver letto la sua classifica e le sue considerazioni invito tutti a stilare la propria top ten con relativi commenti sui luoghi più belli delle Marche all'indirizzo matteozallocco81@yahoo.it.
Le vostre classifiche verranno pubblicate su CM.

La parola a Eleonora Ciaralli.
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Quali sono i luoghi più belli delle Marche?
Ecco, questa è la domanda alla quale chiunque si occupi di promozione turistica non vorrebbe rispondere mai. Primo, perché è “lavorativamente” rischiosa (qualche assessore escluso potrebbe aversene a male). Secondo, perché è effettivamente difficile rispondere! Quando ami la tua regione, quando ti appassioni a questi luoghi, non puoi fare a meno di apprezzarne le a volte enormi diversità, la meravigliosa “pluralità” presente anche nel nome: Marche. E scegliere si fa arduo, perché si rischia di lasciar fuori scorci meravigliosi, perle d’arte sconosciute al grande pubblico, atmosfere marine di divertita semplicità.
La mia top ten allora sarà una “selezione” di ricordi, di luoghi che si sono impressi nella mente per l’esser stati scenari elettivi di begli attimi di vita. Una classifica personalissima e, quindi, senza dubbio opinabile…senza primi o ultimi classificati, partendo dal pesarese per arrivare all’ascolano … con il cuore a far da guida.

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1- Pennabilli. I luoghi di Tonino Guerra, i suoi versi scritti sui muri, l’ “orto dei frutti dimenticati”, la meridiana che disegna i profili di Federico Fellini e Giulietta Masina, il lavatoio dedicato ai 12 mesi dell’anno…un paese fatto poesia!

2- Jesi. Per me la città più elegante delle Marche. Sarà per quel corso così ampio e la sua infilata di negozi, per quella piazza con lo splendido teatro a far da sfondo. Sarà per il tripudio di stucchi di palazzo Pianetti, per la simpatica puzzetta sotto il naso di certi abitanti, ma a questa città darei sicuramente la palma d’oro del glamour.

3- La Riviera del Conero vista dal mare. Su un peschereccio verso l’ora il tramonto. Col sole che scende dietro il Conero e il mare che si fa calmo e lucente, lontano dalla “bolgia balneare”. Le due sorelle, Numana e Sirolo arrampicati sui loro speroni di roccia e poi la mia Porto Recanati. Il quartiere di Castelnou con le sue casette basse e colorate, le barchette dei pescatori ormeggiate a riva… Sì, senza dubbio il mare che preferisco.

4- Macerata e i suoi teatri. La carta da zucchero dei velluti del “Lauro Rossi”, il rosa dei mattoncini dello Sferisterio. Le signore agghindate per le serate dell’Opera, i ragazzi in fila per i (pochi) concerti. Cornici meravigliose di cultura e socialità.

5- Treia e l’incanto del panorama visto dalla sua “piazza balcone”. Il tappeto di campi coltivati che scende giù, giù fino al mare, finemente disegnati dal lavoro dell’uomo quasi fosse un quadro fiammingo. Il centro storico egregiamente restaurato coi suoi vicoli stretti e senza auto. E poi il vicolo delle grotte, meraviglioso e assolutamente da restaurare (questo è un appello) vicolo praticamente introvabile, ma se venite qua vi ci accompagno io.

6-Visso, Castelsantangelo sul Nera, Serravalle del Chienti, Fiordimonte, Montecavallo. I luoghi della mia tesi di laurea: un mese trascorso a cercare di entrare nelle pievi e nelle chiese chiuse. Ogni volta una lotta, ogni volta una sorpresa quando quelle porte si aprivano. Se avete pazienza e passione per l’arte, provate a implorare qualche parroco di lì…ne sarà valsa la pena!

7-Matelica e i murales di Braccano. Un borgo sperduto sotto il San Vicino, destinato praticamente all’abbandono se non si fosse pensato di…dipingerlo! E così i ragazzi dell’accademia di Brera hanno trasformato le facciate in piccole-grandi opere d’arte. Api sui fiori, panni stesi ad asciugare come trope l’oiel , finti squarci nei muri. E’ qui che se ne avessi modo aprirei un taverna, di quelle a verdicchio, bruschetta e buona musica. Ma probabilmente fallirebbe subito…

8-I Sibillini e due escursioni in particolare. La prima: il rifugio del Fargno, appena sopra Pintura di Bolognola. Più che un rifugio, un bunker antiatomico e la strada per arrivarci un vero e proprio sfregio in faccia alla montagna . Poco più in alto si è praticamente a cavallo di 3 province, sembra di essere sull’attico del centro Italia! Al rifugio ospitalità frugale e la zuppa di lenticchie più buona del mondo. La seconda: la gola dell’Infernaccio. La doccia fredda delle Pisciarelle, il sentiero tortuoso, il gelo della forra e poi la calma del bosco dei lecci (o betulle? boh) fino alla grande spianata di San Lorenzo con padre Pietro e la sua pazienza da eremita.

9-Fermo e i luoghi della mia infanzia. Il Duomo candido che domina il Girifalco, l’ombra di quegli immensi alberi secolari. Le vasche in piazza del Popolo, su e giù, su e giù, a parlare, “socializzare”, tutti dentro ad un elegantissimo recinto. Una pizza, un gelato…basta poco per essere felici.

10- Un’altra piazza del Popolo, quella di Ascoli. Il caffè Meletti in un tripudio di specchi e tu piccola che ti vedi riflessa dappertutto (so che l’hanno restaurato, chissà se ci sono ancora gli specchi? ). I cavalieri e le dame durante la Quintana, un’intera città vestita a festa. Velluti, perle, bandiere e tamburi che ti rimbombano dentro. Colori, tanti colori come in un quadro di Crivelli.

Ma il luogo più bello di tutti è per me uno solo: Macereto. Metafisica allo stato puro, sembra uscito direttamente da un quadro di De Chirico. Il fascino della semplicità dell’architettura quattrocentesca, il candore della pietra, il contrasto col verde dei prati. E pensare che fu costruito per colpa di un asino! Non so perché ma ha effettivamente un effetto magnetico, anche sui miei ricordi più belli…

Nella foto in alto: Macereto, primo in classifica per Lely.

by Matteo Zallocco

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