giovedì 27 dicembre 2007

Il gusto dei marchigiani a tavola

Portonovo (AN). Torta Riviera del Conero

Fine anno. Tempo di bilanci e di classifiche come quella a cui ci ha abituati il Sole 24 ore che esce con la sua classifica annuale sulla Qualità della vita delle province italiane. Chi sale, chi scende, bocciati e promossi. Chi è salito si vanta delle posizioni guadagnate. Chi scende non ci sta. La media dei vari punteggi su aspetti diversi tra loro come ambiente, società, trasporti, criminalità, salute e tempo libero ha determinato uno scivolone di Ancona, capoluogo di regione. Macerata quest’anno ha ottenuto un grande risultato, 18° in assoluto. Calano di molto le altre tre province.

Per quanto riguarda il Tempo libero, Ancona è decisamente e costantemente inserita tra le prime venti, in una posizione migliore rispetto alle altre province. Parlo della sezione Il gusto a tavola, titolo che può sembrare fuorviante comunque. Se pensate che sia un indice calcolato sulla base di indagini sulle scelte e preferenze alimentari dei cittadini, vi sbagliate, bensì è un indice sulle Eccellenze enogastronomiche del territorio. La sezione Il gusto a tavola vede la provincia di Cuneo stabilmente in vetta, da diversi anni. Come viene calcolato l’indice dell’offerta enogastronomica? E’ un numero elaborato dal Sole 24 ore su dati Censis relativi all’offerta enogastronomica di qualità e include le produzioni biologiche, i prodotti tipici, i vini e la ristorazione "di qualità". Macerata in questa sezione ha sempre occupato una posizione inferiore rispetto al capoluogo e alle altre province. I maceratesi meno buongustai degli anconetani e meno gaudenti a tavola? Sono cifre comunque da prendere con le pinze. Perché il gusto dei consumatori non dipende certo dalla presenza di un numero maggiore di ristoranti presenti sulle guide. O dal numero di locali su 100.000 abitanti. Magari se citiamo gli chef Moreno Cedroni o Mauro Uliassi, sappiamo chi sono, mentre non ci viene in mente neanche un nome di chef maceratese? Eppure quel famoso cuoco marchigiano ebbe i natali a Visso, vi ricordate Antonio Nebbia e gli altri cuochi maceratesi ricordati in De coquinaria maceratese?

Cari Maceratesi, siete oltre il 50° posto in tema di Gusto a Tavola e non solo quest’anno, lo eravate anche l’anno scorso e due anni fa. Verdicchio dei Castelli di Jesi batte Vernaccia di Serrapetrona e Verdicchio di Matelica? Il ciauscolo inferiore al prosciutto di Carpegna? Il pecorino dei Sibillini meno importante e blasonato del formaggio di fossa di Talamello (PU)? La pera di Serrungarina (PU) piu’ dolce della mela rosa dei Sibillini? Il marrone di Acquasanta Terme piu’ buono di quello del Montefeltro? Che ne dite di lasciar perdere le questioni di campanile, almeno quando siamo a tavola, siamo tutti marchigiani. E ora una poesia

OMAGGIO AL MARCHIGIANO di Giorgio Umani

O marchigiano
formica d’italia
che mangi per mezzo
e lavori per tre,
che stringi la cintola
al ventre
e non tendi la mano;
O marchigiano,
parente
povero d’ogni vicino
che accetta il tuo grano,
che apprezza il tuo vino,
poi passa sdegnoso
lontano;
non c’é nessuno
che t’offra un caffé,
ma tutti lo sanno
qual’é la tua porta
se c’é da gradire
un boccone da te.

O Marchigiano
soldato forte,
duro al lavoro
e duro alla battaglia,
scalar le vette
e dormir sulla paglia
é la tua sorte
e, se vinci la morte,
tornare al paese
e non chieder la medaglia.

O marchigiano
parsimonioso,
nato per fantería
quando dall’Alpe
quando dall’Amba
sei ritornato in borghesia
manco il vestito
t’eri avanzato
e la domenica
vai ancora a Messa
con la mantella
da vecchio soldato.

O Marchigiano,
ingegno sottile,
scusso d’argento
e ricco a talento,
pigli il pennello
e ti chiami Gentile
e ti chiami Raffaello
canti e sei Gigli.

Pure c’é un arte
che tu, del ceppo
che ti diede Bramante,
che diede Spontini,
Leopardi e Rossini,
non saprai mai:
vendere bene
la merce che hai.

Tu dove gli altri
si fanno avanti
a furia di gomiti,
a furia di spinte,
sai solo d’arte
di farti da parte
sai solo il mondo
di star tra le quinte;
tu sempre pronto
a cedere il passo,
sempre disposto
a coprire di fiore
i padreterni
che vengon da fuori.

O Marchigiano
che, fossero lire
volere e capire,
saresti nato banchiere;
perché nell’orto
del forestiere
pigli per lauro
anche il rovo,
tu, ch’hai tra le rose
del tuo giardino
le cose
piú belle del mondo,
il Conero e Portonovo
il Furlo, Frasassi,
il Palazzo d’Urbino
e il Capellone di Tolentino!
Dico: Ma se persino
Maria santissima
appena in segreto
ebbe dato
uno sguardo al creato
è venuta di casa a Loreto!

Fonte: Classifica Qualità della vita delle province italiane 2007-Sole 24 Ore e per la poesia TourBlog.

by giovi

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