domenica 7 dicembre 2008

Latte crudo, news bollenti

Di distributori automatici di latte crudo avevo parlato circa due anni fa, ora torno sul tema. Negli ultimi giorni infatti si è parlato di possibili rischi derivati dall’assunzione di questo tipo di latte che non è pastorizzato, d’altra parte il termina “crudo” dovrebbe essere eloquente. Tutto è iniziato con l’articolo sul Riformista in cui la biologa e giornalista Anna Meldolesi getta nel terrore tutti i consumatori di latte crudo con l’articolo: Latte crudo, la moda porta in ospedale e le prime righe non sono da meno: Bere latte crudo non pastorizzato è come giocare alla roulette russa, frase che si legge anche su un documento della FDA.

Si parla di sospetti sul latte crudo come fonte di contaminazione di alcuni bambini. Il responsabile sarebbe un tipo di Escherichia Coli il ceppo E. coli O157:H7 che provoca una infezione particolarmente grave ai reni. 3 casi di infezione nel 2007, e 6 nel 2008, come mai se ne parla solo ora? Sono in corso analisi per verificare cosa è accaduto, la contaminazione da ceppo E. coli O157:H7 potrebbe derivare da un inquinamento oro-fecale, o dalla fase successiva alla mungitura, per esempio potrebbe essere stata causata anche da contenitori a loro volta contaminati.

Tra gli allevatori che alimentano i distributori automatici di latte crudo, c’è chi sostiene che le notizie allarmistiche circolate nelle ultime ore sulla pericolosità del latte crudo, siano dovute al crescente successo dei distributori automatici che toglierebbero quindi una fetta di mercato alla GDO. Può darsi che sia anche questo, ma di certo ora va fatta chiarezza, e si devono dare delle risposte non solo ai consumatori ma anche agli stessi allevatori. Anzi sarebbe stato meglio che fin dai primi distributori ci fossero indicazioni chiare sugli aspetti igienici e sulla sicurezza alimentare di questo prodotto così valido ma al tempo stesso fragile e deperibile. Per mercoledì prossimo 10 dicembre è stato convocato un vertice fra il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, e il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, per decidere come procedere. Seguiremo la vicenda. A distanza di giorni dai primi articoli, alla ricerca di dati su cui riflettere, mi sono rivolta al sito del ministero dell'Agricoltura. Ci accoglie un sorridente Luca Zaia con una bottiglia di latte e un link ci rimanda ad un breve testo: "Possiamo affermare che questo modo nuovo di distribuire il latte ha riavvicinato i consumatori all'agricoltura dopo decenni di eccessivo consumismo. Va ribadito che, come più volte ricordato, vale per il latte ciò che è vero per ogni prodotto crudo, cioè che bisogna ricordarsi di quel che con semplicità facevano e insegnavano le nonne prima dell'era dei prodotti in plastica: nel caso del latte, per esempio, che va bollito. Così come vanno bolliti i contenitori prima di utilizzarli".

Forse era auspicabile qualche informazione in più che solo i rimedi della nonna.

Sul sito del Ministero della salute, è davvero difficile da credere, non si legge nulla sulla vicenda latte crudo. Male, bisognerebbe spiegare cosa si è fatto negli ultimi anni in tema di controlli. Quali erano previsti? Quali esami microbiologici erano di routine? Quali patogeni erano cercati? E quali provvedimenti adottati se qualche bovina non risultava sana? Queste cose andavano stabilite parecchi anni fa. Che l'Escherichia Coli di cui si parla in questi giorni fosse un patogeno emergente lo si sapeva già da tempo. Eppure la sua ricerca non era obbligatoria. Come mai? Sarebbe utile anche leggere le elementari regole di igiene che devono essere rispettate se si sceglie di acquistare latte crudo, trattandosi di un prodotto deperibile, deve essere assolutamente garantita la catena del freddo dalla produzione alla distribuzione, con temperature sempre comprese fra 2° e 4°.

I distributori automatici non sono stati inventati in Italia, di certo ci sono esperienze e buone pratiche avviate in altri stati a cui fare riferimento. Nelle Marche il latte crudo sta avendo successo. Ci sono 25 distributori del latte: 5 in provincia di Ancona, 6 a Macerata, 6 ad Ascoli Piceno e 8 in provincia di Pesaro e Urbino. A livello locale, l'Asur ha trovato sempre tutto in regola. Per cautela comunque, giovedì scorso la Regione ha inviato all'Asur una delibera: ora tutti i distributori automatici dovranno riportare l'indicazione di bollire il latte prima di berlo. "Basterà scaldarlo per 30 secondi a 70 gradi per non correre alcun rischio".

by giovi

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