giovedì 5 gennaio 2006

La befana vien di notte...

Il lungo periodo delle feste d’inizio dell’anno nuovo, dedicato anticamente al solstizio d’inverno, è chiuso dall’Epifania che il 6 gennaio con il detto popolare “tutte le feste porta via”. La chiesa commemorava l’incontro con i Re magi quando essi raggiunsero la capanna divina e la loro conversione alla nuova dottrina. La parola Epifania –che significa “visibile” in lingua greca- secondo la lettura volgare, si trasforma in Pifania, Befania e infine Befana che è il nome popolare dato alla ricorrenza. La Befana è impersonificata da una vecchia rinsecchita e ricurva che si muoveva a cavallo di una scopa scendendo dai tetti nelle case attraverso il camino per portare doni ai bambini "buoni" o legna e carbone a quelli "cattivi". Una raffigurazione che sa di pagano. Le allusioni alla vecchiaia dell’anno trascorso sono evidenti. La notte della Befana era ritenuta magica nella civiltà contadina. Succedevano cose fantastiche e strane: gli animali parlavano nella stalla. Nelle campagne si accendevano fuochi e falo’ di fascine e stoppie preferibilmente sulle alture e gruppi di giovani e anziani andavano di casa in casa e si cantava la Befana con storielle,violini e chitarre,raccogliendo uova,pane,formaggio e salsiccia.

I regali ai bambini si limitavano una volta a modestissime cose come giocattoli di pezza o di legno, piccoli dolci, arance o frutta secca. In cambio si lasciava per la Befana sulla tavola qualche alimento come polenta, pane formaggio o ricotta perché la vecchia se ne servisse al suo arrivo con il proposito di gratificarla con una buona accoglienza. Tra i dolci della tradizione che si preparavano per il giorno dell’Epifania nelle Marche sono inclusi le pecorelle, i befanini, i favoriti a Matelica, i Santi magi a Sassoferrato, i santaremmascini a Fabriano. Era tradizione anche preparare delle caramelle fatte in casa da mettere nella calza dei piu’ piccoli. Erano fatte di zucchero, miele e succo d’arancia. Si facevano sciogliere gli ingredienti in un tegame, quando tutto era sciolto si facevano raffreddare, poi con un cucchiaio si facevano tante palline ed erano pronte le caramelle. Per chi si volesse cimentarsi nella preparazione dei befanini e dei favoriti, ecco le loro ricette tratte dal libro "Antologia della cucina popolare".

Per i befanini. Un chilo di farina, cinque uova, 350 g di zucchero, due dosi di lievito,un bicchierino di mistrà,100 g di strutto, scorza di limone grattugiata, acqua calda. Per la glassa: chiara d’uovo montata a neve con 50 g di zucchero. Fare l’impasto con tutti gli ingredienti. Stendere una sfoglia dello spessore di un dito e lasciar riposare per mezz’ora. Con il coltello dare la forma di pupazzi, stelle comete, befane, pupazzetti, cuori o animali. Allineare in una placca unta e cuocere nel forno. Spalmare con la glassa quando i befanini hanno preso colore.

Per i favoriti di Matelica, servono:1 kg di farina, 800 g di zucchero, 100 g di anici, vino bianco q.b. Mescolare e dare la forma di gnocchetti. Cuocere nel forno.

Vado in cucina a prepararli, a domani per le foto.

La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte…

by giovi

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