giovedì 22 novembre 2007

Torna il "Maceratese dell'anno"

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Una foto della serata di premiazioni che ho organizzato l'anno scorso. In questo sito (non so perchè) ne potete trovare altre.

Torna il Maceratese dell'anno, l'iniziativa organizzata dal Resto del Carlino, giunta alla terza edizione. Mi sto dando da fare per trovare i nuovi candidati ma aspettiamo anche segnalazioni all'indirizzo cronaca.macerata@ilcarlino.net.
Ad inizio dicembre si riparte.

Intanto ecco le interviste che ho effettuato ai vincitori dell'anno scorso, Padre Alberto Panichella e Luciano Latini, e che sono uscite oggi sul Carlino.

Macerata, 22 novembre 2007 -
"Ho un debito di gratitudine nei confronti del Resto del Carlino e di tutta la città di Macerata. Dopo l’iniziativa del ‘Maceratese dell’anno’ molte famiglie hanno effettuato adozioni a distanza e per questo ringrazio tutti voi".
Sono le prime parole di Padre Alberto Panichella, da 26 anni in Brasile per aiutare il prossimo. Missionario saveriano nativo di Villa Potenza, padre Alberto ha scoperto molto giovane la sua vocazione, entrando nel seminario di Ancona a 11 anni.
Padre Alberto, com’è andato questo 2007 nella missione in cui opera attualmente, a Manaus, in piena Amazzonia?
"E’ stato un anno ricco di avvenimenti, purtroppo anche molto tristi, a partire dal violento nubifragio che qui ha allagato tutto e tantissima gente è rimasta senza casa. Anche in questa circostanza i maceratesi hanno dimostrato grande solidarietà e noi siamo riusciti ad aiutare 150 persone".

Qual è stata invece la sua più grande soddisfazione?
"L’incontro che abbiamo tenuto dal 19 al 23 settembre con gente proveniente da tutta l’Amazzonia occidentale (un’area grande otto volte l’Italia). C’erano circa mille persone, compresi gli indigeni provenienti dai fiumi e dalle foreste. E’ stato un evento storico, un’occasione di denuncia, celebrazione e festa. Qui i problemi sono tanti: dalla distruzione delle foreste all’inquinamento fino all’estrema povertà delle baraccopoli".

Ci descrive la sua giornata tipo in Amazzonia?
"Fin dalla mattina vivo tra visite ai poveri, momenti di rivendicazione e riunioni di coordinamento. Abbiamo 32 organismi pastorali e 23 comunità cristiane e mi occupo della fase organizzativa, ma anche della formazione della gente".

L’anno scorso la sua città le ha fatto sentire tutta la sua vicinanza eleggendola Maceratese dell’anno, cosa ha provato?
"E’ stato bellissimo, lo ricordo come un momento molto significativo perché la gente si è mossa nella giusta direzione, quella dei valori umani e cristiani della solidarietà, quando invece la nostra società percorre binari diversi osannando il lusso e il mondo dei vip. Macerata ha risposto alla grande, ogni volta che mi sono preso una vacanza dalla mia missione e sono tornato in Italia ho potuto constatare che la nostra città ha valori importanti rispetto ad altre zone del Paese. E’ una provincia molto sensibile e genuina, con valori forti. E io sono orgoglioso di essere nato in questa terra".

La vicinanza con Macerata non le è mai mancata grazie agli ‘Amici del Brasile’. Come opera questa associazione?
"Opera a tutti i livelli, aggregando tante forze positive. E’impegnata per aiutare i bambini e gli adoloscenti brasiliani e pratica una grande opera di sensibilizzazione per trovare proventi attraverso incontri, feste, attività culturali, momenti di spiritualità, corsi di formazione. E’ un’associazione di ispirazione cristiana ma c’è gente che viene da varie estrazioni seguendo una linea umanitaria comune".

Vuole lasciare un messaggio ai maceratesi?
"Sì, per vivere il Natale vero bisogna amare Gesù ritrovandolo nei piccoli bambini che vivono nel mondo. La mortalità infantile purtroppo è ancora altissima e chiedo a tutti di aprire gli occhi e il cuore verso di loro. Amando questi bambini amiamo Gesù".

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E l'intervista all'oncologo Luciano Latini.

Macerata, 22 novembre 2007 -
"Dobbiamo smettere di dare a un bisogno sempre e solo una risposta in termini di chemioterapia". In questa frase si racchiude la filosofia dell’unità operativa di Oncologia dell’ospedale di Macerata e del suo direttore, il dottor Luciano Latini. L’aspetto umano deve essere una priorità per il paziente ed anche su questo si è concentrato il lavoro del dottor Latini e della sua equipe.
Il polo maceratese è diventato un punto di riferimento nazionale, grazie proprio all’approccio alla malattia che vede al centro dell’attenzione il malato, ma anche la famiglia, l’ambiente. Sei anni di cambiamenti e di nuove idee che hanno portato risultati importanti. L’oncologia oltre ad essere diventata il fiore all’occhiello della sanità maceratese è stata presa come un modello in giro per l’Italia e soprattutto ha toccato il cuore della gente: è arrivata una continua dimostrazione di stima, di affetto e solidarietà da parte di tantissime persone che l’anno scorso hanno voluto incoronare Luciano Latini ‘Maceratese dell’anno’, assieme al missionario Padre Alberto Panichella.

Dottor Latini, l’anno scorso diceva che avrebbe avuto bisogno di più spazi e di un reparto di oncologia. Com’è la situazione?
"Sono arrivati più spazi per il day hospital e sono aumentati i posti letto e le poltrone per la chemio. Siamo sempre in attesa di un reparto per le degenze. Per me è assurdo che un paziente che seguiamo per diversi anni si debba ritrovare con altri medici e altri infermieri al momento di essere ricoverato. L’ambiente per noi è fondamentale".

Anche perché il vostro non sarebbe solo un reparto d’ospedale… "Esattamente. Il reparto viene vissuto anche al di fuori della terapia: in tutte le camere ci sono televisioni con videoregistratori; una collezione con oltre 350 videocassette; un angolo bar alimentato dalle offerte dei pazienti; abbonamenti a riviste e quotidiani; il pizza party; il 'progetto ritorno alla bellezza' con un parrucchiere, un truccatore e un esperto di moda; abbiamo organizzato delle gite e ora abbiamo anche messo un acquario che trasmette serenità. L’accoglienza è importante perché è la prima impressione che ha il malato e la sua famiglia".

Com’è cambiato nel 2007 il vostro reparto?
"Siamo riusciti a confermare e a rafforzare il lavoro fatto negli anni precedenti sotto il profilo umano. E’ rimasto lo stesso entusiasmo e questo è un aspetto importantissimo. Inoltre abbiamo fatto un grosso passo in avanti sotto il profilo scientifico: tutti i medici conducono studi nazionali o internazionali con farmaci registrativi. Senza dimenticare che oltre il 50% degli accessi vengono da altre aziende sanitarie, anche da fuori regione e molti pazienti maceratesi che prima cercavano altre oncologie ora restano qui".

Quali sono state le soddisfazioni più grandi di questo 2007?
"L’anno scorso vi parlavo di una nostra paziente che era riuscita a partorire nonostante tutti gli avessero detto che non sarebbe mai potuta diventare mamma. Ora Claudia è incinta per la seconda volta. Un’altra grande soddisfazione è poi quella di essere circondati ogni giorno dalle dimostrazioni di affetto dei pazienti e dei loro familiari".

Con la Provincia avete anche organizzato il servizio domiciliare per le terapie orali oncologiche…
"E’ partito in ritardo, dopo l’estate, ma sta andando bene. Una dottoressa si reca assieme a due infermieri a casa dei pazienti e questo è un servizio importantissimo. Noi cerchiamo di creare un ambiente il più accogliente possibile, ma la casa è sempre la casa".

Quali sono i suoi desideri?
"Attendendo la realizzazione di questo reparto, voglio continuare su questa strada avendo al fianco queste persone straordinarie. Mi sento di ringraziare tutti, dai medici agli infermieri, dai volontari dell’Avuls ai ragazzi del servizio civile, fino ai boy-scout che vengono a leggere e suonare la chitarra qui da noi. Un’altra bella novità per rendere l’Oncologia più accogliente e per non far sentire il malato solo un paziente".

by Matteo Zallocco

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