giovedì 22 gennaio 2009

Gourmet 2009: Il maceratese e quelli che le guide .....

In edicola, allegata alla rivista Tuttoturismo (costo 3 euro), trovate la guida dei ristoranti Gourmet 2009, Editoriale Domus. La guida è curata da Emanuele Barbaresi, un giornalista di Quattroruote e dai suoi sette collaboratori. La guida che vi portate a casa contiene come dichiarato in copertina, 249 recensioni di ristoranti italiani e di 90 stranieri, 100 ricette regionali tipiche, 200 prodotti locali di eccellenza. Sono già iniziati on line i primi confronti con altre guide più datate, tra consensi o critiche da parte degli addetti ai lavori. Non è di questo che vorrei parlare.
Ho sfogliato le pagine sulle Marche e non si può non notare l'assenza della provincia maceratese, oltre ad altre lacune. Ci auspichiamo che il prossimo anno i curatori si spingano più a sud della provincia di Ancona. Ammettono gli stessi autori che il budget era limitato in questa prima edizione. I ristoranti marchigiani segnalati sono: Il Piastrino a Pennabilli (PU), Uliassi e La madonnina del pescatore a Senigallia (AN), il Symposium a Cartoceto (PU), Il Saraghino a Numana (AN). Nessun ristorante maceratese o della provincia di Ascoli Piceno quindi.

Allora ho cercato se ci fosse qualche prodotto alimentare maceratese che avesse colpito i curatori. Sapevo che avrei trovato una descrizione stringata, infatti lo stesso curatore ha precisato che: "oltre alle recensioni, ci sono solo due pagine per regione che presentano in modo molto sintetico i principali prodotti del territorio. Giusto per avere un quadro di riferimento."

OK, fatta questa premessa riporto in sintesi i prodotti segnalati. "Della norcineria marchigiana che vanta" -secondo gli autori- "alcuni prodotti di spicco, ci sono il prosciutto crudo di Carpegna, prodotto nel cuore del Montefeltro..... e il salame di Fabriano (presidio Slow Food).... Non trovate imperdonabile l'assenza del ciauscolo?

Andiamo alla cucina regionale di mare che -si legge-fa molto affidamento su pesce azzurro (sarde alla marchigiana), sogliole, triglie e seppie. Notevole la qualità dei molluschi come le cozze, quelle selvagge della riviera del Conero vengono chiamate Moscioli (presidio Slow Food). Non vogliamo citare nella cucina di mare lo stoccafisso all'anconetana? e il brodetto di Porto Recanati?

Continuiamo la lettura di Gourmet: Non bisogna dimenticare che le Marche sono anche terra produttrice di paste alimentari, ecco allora un piatto, i vinci sgrassi, conteso tra Macerata e Ancona. Si tratta di una pasta al forno generalmente farcita con rigaglie di pollo, trito di bovino, o agnello e funghi. Veramente questa è una ricetta che andrebbe confrontata con l'originale, ci sono i funghi? Io trovo che i maccheroncini di Campofilone siano degni di essere citati.

Fra i dolci, è riportata la specialità di Serra dei conti: il lonzino di Fico (presidio Slow Food). E i cavallucci? Il frustingo? I calcioni?

Andiamo ai vini. Il vessillo dell'enologia Marchigiana secondo gli autori è il Verdicchio di Castelli di Jesi e di Matelica. Fra i vini rossi si distinguono il Rosso Conero e Rosso piceno. Una Doc meno conosciuta e quella del Lacrima di Morro D'Alba. E la Vernaccia di Serrapetrona? manca all'appello.

Altri prodotti segnalati: "Gustose le olive ascolane del Piceno, che sono alla base di una preparazione molto nota della cucina marchigiana, le olive ripiene..... Più a ovest, le colline e i monti dell'Appennino, zone selvagge e fascinose protette dal parco nazionale dei Sibillini, sono il regno di funghi, tartufi, celebre quello bianco di Acqualagna. Acqualagna dista parecchi km dai Sibillini.

Tra le inserzioni pubblicitarie, come si evince dall’impaginazione e dalla scritta “IP” presente nelle pagine di riferimento, ugualmente inesistente il maceratese. Tra i prodotti segnalati l'olio extravergine Raggia prodotto da una azienda di Roncitelli di Senigallia. Vogliamo sorvolare sull'errore di stampa nella immagine dell'olio prodotto (pag.299)? Ma come si fa a definire l'olio di raggia, come un olio ricavato da olive molto vecchie provenienti da alberi secolari. Olive molto vecchie? Imperdonabile descrizione di un olio mono varietale.

I limiti, li ammettono gli stessi autori, sono legati al prodotto nuovo, al budget limitato e, anche a possibili sviste.

Credo che ci sarà un seguito nel 2010, invitiamo gli autori a fare un giro nel maceratese? Nelle Marche, non ci sono solo i presidi Slow Food, di cui alcuni caduti nel dimenticatoio. Io suggerirei agli autori anche la lettura di una curata pubblicazione dell'Assessorato all'Agricoltura, Alimentazione e Pesca della Regione Marche. L'opuscolo, ricco di particolari, aneddoti e curiosità, si intitola: "I prodotti tradizionali della Regione Marche" ed è stato curato da Ferruccio Luciani.

by giovi

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