giovedì 24 novembre 2005

Eros a tavola

E da bere? Un Merlot della Topa Nera, prodotto in Toscana a Montecarlo (Lucca). Oppure se preferisce abbiamo un Ficaia. Che strani nomi vero? –però potrebbero essere anche questi i vini consigliati dal sommelier al ristorante. Originali certo, sono alcuni dei piu’ curiosi tipi di vino prodotti in Italia. E’ quanto emerso da un recente sondaggio che ha coinvolto molti appassionati sommelier. Frutto del lavoro del sito Wine news, uno dei siti d’informazione sul vino più consultati del web, in collaborazione con Vinitaly. Hanno partecipato 9.500 enonauti, a cui è stato chiesto quale fosse il vino dal nome più strano che conoscevano. in Italia vengono prodotti migliaia di vini diversi, e ogni anno ne nascono di nuovi. Ecco allora come si spiega la scatenata fantasia di produttori ed esperti di marketing, che devono ingegnarsi per trovare nuovi e fantasiosi appellativi. La categoria “nomi erotici”, con riferimenti espliciti o solo allusivi prolifera: ecco allora che accanto al Merlot della Topa nera troviamo la Passera delle Vigne, Scopaio, Baciami Subito, Bricco dell’Uccellone, o vitigni come il Nero di Troia, la Passerina, il Pelaverga.
La fantasia erotica dei produttori, non riguarda solo il settore enologico. Non siamo dovuti andare troppo lontano per trovare immortalati due prodotti locali dai nomi curiosi nella vetrina di uno dei negozi piu' conosciuti di specialità gastronomiche a Visso (MC).
In bella mostra tra prosciutti tascabili, perché ricavati da un tocco della coscia di maiale insaccato in un budello dello stesso animale, abbiamo trovato salumi dai nomi curiosi. Forma ovoidale e sono legati a coppia, forse ricordano i testicoli del prezioso equino,da qui il nome:coglioni di mulo. Il salume è composto da un budello ripieno di carne di maiale magra macinata molto fine, con all'interno una barretta di lardo aromatizzato (lardello) che oltre a mantenere la circostante carne magra umida e fragrante, conferisce alla stessa un caratteristico sapore. Cosi' preparato, viene poi legato con un grosso spago che lo divide in quattro spicchi e successivamente lasciato appeso in stagionatura come un qualsiasi salume per circa quattro mesi. Alcuni usano consumarlo dopo averlo tenuto immerso nel vino rosso per due giorni. Le palle di nonno sono salumi e insaccati nati nella zona di Norcia.


Specialità gastronomiche in vetrina a Visso (MC).

I nomi boccacceschi degli insaccati alludono probabilmente anche all'antica attività dei norcini e castrini, mestieri antichi un tempo molto diffusi anche tra le dolci colline maceratesi. I prodotti animali che si ricavavano dall'attività dei castrini, erano impiegati in cucina. D'altra parte i testicoli di alcuni animali, da tempi immemorabili entravano in cucina ed erano ritenuti addirittura stimolanti. In Asia si dice che preferiscono quelli di scimmia, in America quelli di toro, in altri paesi quelli di agnello o caprone. Negli Stati Uniti vengono chiamati Rochy Mountains oysters cioè ostriche di montagna e ben tagliati e cucinati, non sembrano quello che sono.


Piatti scozzesi da recuperare.

Riconoscereste per esempio gli ingredienti di questo piatto? Probabilmente no, si tratta di una specialità che si sta rivalutando in Scozia. Sono testicoli ovini e bovini. In ogni caso forse è meglio se non si rivela la vera natura degli ingredienti agli invitati soprattutto se di sesso maschile. Non si sa mai che reazione potrebbero avere. Paese che vai usanza che trovi...
E dalla redazione di Cronache Maceratesi lanciamo un appello, conoscete altri prodotti alimentari o ricette a cui sono stati dati nomi curiosi simili a quelli di cui abbiamo parlato? Segnalateli alla redazione.

by giovi

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